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Muntari: “Al polso ho un orologio da 50 euro. Dopo il calcio faccio il meccanico”

L’ex milanista, oggi al Pescara, racconta alcuni aneddoti della propria carriera: “Lo scudetto perso col Milan il mio più grande rimpianto”. Cosa farà in futuro? “Chiudo col calcio, non amo la notorietà. Mi vedo in officina, con le mani sporche di grasso a occuparmi dei motori”.
A cura di Maurizio De Santis
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A Milano (e non solo) lo ricordano ancora per quella rete ‘fantasma' che – ci fosse stata la VAR – avrebbe cambiato le sorti del campionato del Milan e soprattutto avrebbe fermato il passo della Juventus. Il gol di Muntari è rimasto l'emblema delle contestazioni (e degli scandali) rivolte alla classe arbitrale e in particolare ai bianconeri. Una ferita mai guarita, di recente tornata a sanguinare quando a Torino – a gara ormai scaduta – un calcio di rigore discutibile (mani ravvicinato di De Sciglio su tiro di Liechtsteiner) ha rinfocolato la polemica a distanza.

Avevamo in squadra calciatori del calibro di Ibrahimovic, Robinho, Seedorf, Nesta, Thiago Silva – ha raccontato alla Gazzetta -. Quando hai compagni di squadra de genere puoi anche giocare al 50% e vinci lo stesso. Quello scudetto perso e il fatto di non aver chiuso la carriera al Milan sono i miei rimpianti più grossi.

In rossonero ha giocato tra alti e bassi. Ai rossoneri è sembrato di nuovo vicino quale colpo a costo zero. Ironia della sorte, Sulley incrocia la sua squadra in campionato da avversario: nell'ultima sessione invernale delle trattative ha accettato un contratto col Pescara. Darà tutto fino al termine della stagione poi deciderà cosa fare: si sente bene dal punto di vista fisico e per appendere le scarpette al chiodo c'è tempo.

Una volta smesso, però, chiudo con il calcio. Non mi vedo né come allenatore, né come dirigente. Intanto proverò a raggiungere la salvezza col Pescara ma è difficile che – scaduto l'accordo – resti ancora. Non bevo, non fumo e credo di avere davanti a me ancora 6 massimo 7 anni di carriera.

Cosa farà quando smetterà di giocare? Muntari ha le idee chiare: "Ho un paio di concessionarie auto e mi dedicherò a quelle. Però, mi vedo come meccanico che si occupa direttamente delle auto, di quelli con le mani sporche di grasso". Lontano dai riflettori a lavorare duramente, strano per un calciatore… "Faccio la mia vita e basta – ha aggiunto Muntari -. Ciò che mi fa stare bene non è andare in tv. E al polso ho un orologio da 50 euro".

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