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Mourinho-Guardiola: il duello che accende il derby di Manchester

Sabato all’Old Trafford, nel derby di Manchester più atteso degli ultimi anni, verrà scritta una nuova pagina della sfida infinita tra Guardiola e Mourinho. Pregi e difetti di due dei più forti allenatori nel panorama europeo.
A cura di Vito Lamorte
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Quello di Manchester quest'anno non sarà un semplice derby. Il fascino e la rivalità tra le due squadre della città inglese porterà con sé anche uno scontro che ha infiammato i palcoscenici europei nelle ultime stagioni, ovvero quello tra José Mourinho e Pep Guardiola. Quello tra il tecnico portoghese e il catalano è un duello che va avanti dal 2008 e ha toccato picchi elevatissimi di tensione soprattutto durante le gare tra Real Madrid e Barcellona dal 2010 al 2012. La gara dell'Old Trafford scriverà una nuova pagina di questo avvincente scontro che, ormai, desta interesse a livello mondiale.

Josè Mourinho e Pep Guardiola per la prima volta contro nel derby di Manchester.
Josè Mourinho e Pep Guardiola per la prima volta contro nel derby di Manchester.

I due hanno lavorato insieme negli anni Novanta, quando un giovane Mourinho faceva da assistente a Bobby Robson, allora il tecnico del Barça, e uno dei giocatori più rappresentativi di quella squadra era proprio Guardiola. Per molto tempo le loro strade non si sono incrociate ma nel 2008 il portoghese sembrava essere il candidato numero 1 alla guida del Barcellona e la panchina gli venne soffiata da un giovane allenatore catalano che guidava la squadra B.

Da allora gli incontri tra i due sono sempre stati infuocati: nel 2010 Mourinho, ai tempi tecnico dell'Inter, corre sul prato del Camp Nou dopo la qualificazione alla finale di Champions League proprio ai danni dei blaugrana di Pep. A fine stagione il portoghese giunse sulla panchina del Real Madrid e nella primavera del 2011 la Casa Blanca e il Barcellona si sfidarono quattro volte in 18 giorni (in campionato, nella finale di Copa del Rey e nei due atti della semifinale di Champions): uno scontro totale. Il derby di Manchester sarà l'occasione giusta per rivederli uno di fronte all'altra a darsi battaglia.

José Mourinho

Pregi. La grande capacità comunicativa caratterizza tutta la carriera del mago di Setùbal. Questa è figlia di una filosofia che non predilige le frasi fatte e gli elogi scontati ma affermazioni assolutamente originali che colpiscono dal primo momento e rimbombano per anni. Sono tante le frasi che hanno reso il nuovo manager del Manchester United un personaggio unico, capace di divertire e di catturare l’attenzione dei media e questo gli ha permesso diverse volte di riuscire a sottrarre la pressione ai suoi calciatori.

Riesce sempre ad avere giocatori funzionali al suo progetto ma è in grado di capire quando è il momento di cambiare: all'Inter cambiò tre moduli in due anni (4-3-3, 4-3-1-2 e 4-2-3-1), al Real ne alternò due (4-3-3 e 4-2-3-1) e solo nell'ultima stagione al Chelsea si è fatto scappare il timone della nave senza più riuscire a riprenderlo.

Difetti. La capacità comunicativa è un pregio ma può risultare anche un difetto alla lunga: Josè si è buttato a capofitto in battaglie contro avversari in tutte le sue esperienze: al Chelsea contro Wenger, all'Inter contro Ranieri e al Real contro Guardiola. La continua ricerca dell'avversario da annientare e questo modi di caricare l'ambiente, a volte, sono stati controproducenti.

Pep Guardiola

Pregi. Pep è un maestro, un filosofo del futbol. Insegna calcio da quando ha iniziato a fare l'allenatore e continua a farlo anche a Manchester: le prime apparizioni dei Citizens hanno mostrato delle differenze notevoli con il passato. Non si parla di "tiqui taqua"nella forma più pura ma Guardiola sta cercando di far lavorare i suoi secondi alcuni dettami fondamentali: possesso a due tocchi e movimenti negli spazi per dare sempre due appoggi al portatore. Lo spostamento di De Bruyne e Silva nel ruolo di mezze ali sono un'altra importante segnale: in mezzo al campo c'è bisogno di qualità. E manca ancora Gundogan.

Difetti. Pep si è mostrato molto fragile a livello comunicativo nonostante sia riuscito, anche lui, ad essere incisivo in alcune conferenze stampa (alcune da allenatore del Bayern Monaco sono da incorniciare). Guardiola preferisce parlare di calcio e non creare discussioni intorno a sé e quando vengono posti quesiti personali o su altri temi non è a suo agio. Molti pensano che l'anno sabbatico fosse dovuto ad una voglia di rimanere tranquillo dopo diversi stagione che l'avevano messo sotto pressione.

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