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Mourinho, gli arbitri e l’Inter: “Allenavo la squadra a giocare in 10 contro 11…”

Nel suo primo libro ufficiale lo Special One racconta i trascorsi interisti e il rapporto controverso con i direttori gara: “Contro di noi ho sempre avuto la sensazione che facessero errori a catena”. Tre calciatori simbolo del triplete: “Sneijder, Zanetti, Materazzi”.
A cura di Maurizio De Santis
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Special One sempre. Nel bene e nel male. Davanti alle telecamere, dinanzi ai taccuini. In panchina come sul red carpet, quando accanto nemmeno una figlia che indossa abito e scollatura vertiginosa riesce a farti ombra. José Mourinho è l'uomo del momento, questa volta per l'avvio di campionato disastroso del suo Chelsea che ha perso la bussola e smarrito l'identità vincente. A chi lo contesta e lo critica suggerisce in maniera piccata d'andare a cercare su google il suo curriculum, la sua storia, dare un'occhiata alla sua bacheca di trofei. "Una sconfitta rappresenta l'inizio di un nuovo ciclo di vittorie", dice ai detrattori. Ai tifosi, in particolari quelli nerazzurri italiani che mai lo hanno dimenticato, riserva dolci ricordi e qualche aneddoto che racconta nel primo libro ufficiale sulla sua vita di allenatore (‘Mourinho', titolo secco, semplice, diretto), mette la sordina al rumore dei nemici. A cominciare dagli arbitri, soprattutto quelli che "contro l'Inter ho sempre avuto la sensazione che facessero errori a catena".

Arbitri e manette. Lo ricordate il gesto delle manette mimato a San Siro? Immagine cult, icona per il tifo interista che il manager portoghese tira fuori dal cassetto. Le toglie un po' di polvere e la spiega così nel testo che è quasi una scrittura sacra per l'altra metà del cielo calcistico milanese. "Allenavo la squadra a giocare in undici contro dieci – si legge – perché fossimo sempre pronti a cambiare nel caso finissimo inferiorità numerica. Però, ho sbagliato qualcosa… ho dimenticato di curare gli allenamenti in undici contro nove… ricordo che contro la Sampdoria l'arbitro mandò via due dei nostri".

Triplete. Parolina magica di quella stagione straordinaria, il triplete conquistato partendo dall'Italia fino ad accomodarsi sul trono d'Europa con la Champions in pugno. Un'avventura bellissima divisa con buoni compagni di viaggio. Mourinho ne cita tre in particolare: "Sneijder è stato un numero dieci speciale, Zanetti è stato il mio capitano e poi c'è Materazzi, uno come lui fa la storia dell'Inter".

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