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Mancini, ricordi Torres? Un gol del Niño costò Champions e panchina

L’attaccante spagnolo, che spera di poter lasciare un segno indelebile nell’imminente Milan-Inter, ritrova Roberto Mancini ed elogia le qualità di “allenatore” di Silvio Berlusconi: “E’ incredibile, mi indica i movimenti da fare in campo!”
A cura di Alberto Pucci
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Le foto appese ai muri, nei corridoi del centro sportivo di Milanello, parlano da sole. Parlano di vittorie e grandi giocatori: molti dei quali indiscussi protagonisti nei derby passati. A poche ore dalla sua prima stracittadina milanese, Fernando Torres scalpita per scendere in campo, segnare e (magari) entrare in quella suggestiva galleria fotografica. Come fece Filippo Inzaghi nel 2001 e Ricardo Kakà nell'ottobre 2003 e, prima di loro, tra gli altri, anche le "meteore" Paolo Rossi nel dicembre 1985 e Gianni Comandini nel maggio 2001. Storie di derby vinti e di attaccanti dal "pedigree" indiscutibile. Racconti di giocatori arrivati tra lo scetticismo e rinati a nuova vita: "Il derby con l'Inter mi emoziona molto, è passione, per chi gioca e per chi lo guarda – spiega lo spagnolo alla Gazzetta dello Sport – Al mio arrivo, i tifosi mi hanno subito chiesto di segnare e di battere i nerazzurri". Non sarà facile ma, forse, il ricordo più vicino potrebbe aiutarlo a portare a termine la "mission". Nel marzo 2008, infatti, Fernando Torres eliminò i nerazzurri di Mancini dagli ottavi di finale di Champions League. Dopo la vittoria dell'andata, i "Reds", che a quel tempo erano allenati da Benitez, sbancarono San Siro proprio grazie ad un gol dello spagnolo. Eliminazione dolorosa che venne ancor più amplificata dalle "famose" parole di Mancini nel dopo gara: "Nonostante abbia ancora quattro anni di contratto, credo che questi saranno gli ultimi due mesi e mezzo alla guida dell'Inter". Esonero che arrivò qualche giorno più tardi, così come l'arrivo di Josè Mourinho sulla panchina interista.

Berlusconi allenatore – A distanza di sette anni, Torres e Mancini si ritrovano sullo stesso terreno di gioco per il derby di Milano. Molte cose sono cambiate da quella serata europea. A cominciare dal "manico" delle due società, dove Moratti e (in parte) anche Berlusconi hanno fatto un passo indietro, rispetto all'impegno preso in passato. Lo spagnolo, che ha solo incrociato l'ex presidente dell'Inter in alcune occasioni, si sofferma invece sul carisma del suo attuale numero uno: "Berlusconi è incredibile, adora parlare di calcio e ci da molti consigli – continua Torres – Agli attaccanti, ad esempio, spesso indica i movimenti da fare quando hanno palla i centrocampisti. Per me è una novità, non ho mai avuto un presidente così coinvolto". Al "Niño", ovviamente, Berlusconi chiede una cosa sola: i gol. Soddisfazioni che, per il momento, non sono ancora arrivate: "Sono arrivato a Milano per fare gol, farne più di tutti è il mio lavoro e se non ci riesco il mio posto potrebbe prenderlo un altro. Sono sempre stato un giocatore che dipende dalla squadra. Se la squadra gioca bene, funziono anch’io". Ne è convinto anche Filippo Inzaghi che, però, deciderà solo all'ultimo modulo e giocatori da schierare contro Roberto Mancini: "Il mister mi da sempre molti consigli. Mi parla spesso della posizione che devo tenere in campo e mi raccomanda di non preoccuparmi per il gol. Un mio ritorno in nazionale? Non saprei dire. Non è detto, ma è possibile. In questo momento, però, la priorità è il Milan".

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