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Milan, bilancio in rosso da record. I piccoli azionisti: “Fallimento tecnico”

Bilancio del 2015 chiuso con 89 milioni di perdite, che si sommano ai 91 dell’anno precedente: situazione economica difficile. Intanto i piccoli azionisti sono in rivolta: “Siamo diventati la barzelletta d’Italia”. E Jack Ma, il magnate cinese che vuole rilevare il club scherza: “Il Milan è di Milano?”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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In attesa di capire se la proprietà cambierà o meno, quel che è certo è che in casa Milan non si respira una bellissima aria. Risultati altalenanti a parte, il club rossonero deve fare i conti anche con un bilancio che è tra i peggiori di sempre, e che non alimenta certo sogni e speranze per il futuro. Il Milan, fuori dall'Europa da due anni (l'ultima gara europea risale all'11 marzo 2014, quando i rossoneri già sconfitti il 19 febbraio a San Siro per 0-1, vennero travolto dall'Atlético Madrid per 4-1 negli ottavi di Champions League), arriva da un 8° (2013/2014), un 10° (2014/2015) e (se riuscirà a difenderlo) un 6° posto quest'anno (a tre giornate dalla fine, il Sassuolo è a -1).

Troppo poco per il Milan, abituato a vincere in Italia ed in Europa. Troppo poco anche per il bilancio, che fa registrare un passivo da record. L'assemblea del club ha dato il "via libera" ad un bilancio per il 2015 che è una mazzata: ben 89 milioni di euro, che si aggiungono alle perdite per 91 milioni (record) dell'anno precedente. In due anni, insomma, il Diavolo di rosso ha i conti e di nero il futuro: 180 milioni di euro di perdite non sono bruscolini, ed il rischio è che siano proprio questi a spaventare gli investitori stranieri, prima ancora che la posizione in classifica della squadra.

Pesa certamente l'assenza dalla Champions League negli ultimi due anni (che diventeranno tre nella prossima stagione), ed i relativi introiti. Ma anche il calo degli spettatori al botteghino e quelli degli abbonati: nella stagione 2011/2012 erano 31.233 gli abbonamenti, con una media spettatori di 49.061 a partita. In questa stagione gli abbonamenti staccati sono stati 19.535, con una media di 32.177 spettatori ad incontro. Numeri che potrebbero ulteriormente calare nella prossima stagione e che suonano come un campanello d'allarme. Anche perché aumentano le spese per il personale, i calciatori e soprattutto per gli allenatori: se Allegri, passato alla Juventus, è uscito dal libro paga del Milan, restano ancora a verbale gli ingaggi di Clarence Seedorf (il cui contratto scade il 30 giugno di quest'anno), Pippo Inzaghi (scadenza al 30 giugno 2016) e Sinisa Mihajlovic (30 giugno 2017).

L'ironia di Jack Ma: "Il Milan è di Milano?"

Jack Ma ha scherzato sulla possibilità che diventi il prossimo proprietario del club rossonero: "Il Milan si trova nella città di Milano? Ho sentito che Mike Tayson dei Lakers di recente è andato a Milano ma non sono sicuro che si trattasse del Milan". Non sono dichiarazioni ufficiali ma parole apparse sul suo account Weibo, l'equivalente di Twitter. Jack Ma conosce benissimo il calcio (è tra i proprietari del Guangzhou Evergrande, l'ex club allenato da Marcello Lippi) italiano, considerato che già un paio di anni fa il suo nome era stato accostato alla Roma.

Piccoli azionisti in rivolta

Numeri alla mano, la crisi del Milan è (anche) nel bilancio: se la dirigenza riuscirà però a far subentrare nuovi investitori o addirittura cedere la proprietà della società rossonera, si saprà nelle prossime settimane. Quel che è certo è che per i tifosi del Milan si prospetta un'altra estate incandescente. A incendiare ancor di più l'odierna assemblea, sono state le parole dei piccoli azionisti rossoneri: imbufaliti per l'attuale situazione della squadra. "La situazione è peggiorata – ha dichiarato Giuseppe Gatti – più di quanto uno potesse immaginare. Non possiamo dare le colpe a Seedorf, Inzaghi e Mihajlovic, le responsabilità sono della dirigenza: di Galliani e di Berlusconi. Mi sarei aspettato che lei si dimettesse (parlando a Galliani, ndr) e che Berlusconi tornasse a fare il presidente onorario. E' necessario un ricambio generazionale". "Da 5 anni siamo la barzelletta del calcio internazionale e non facciamo nemmeno più ridere – ha continuato l'azionista Boriani – Bisogna ritenere colpevole chi si è allontanato dalla realtà e non fa nulla se non dire ‘siamo ancora competitivi'". Dopo aver criticato l'operazione "Portello", anche l'avvocato La Scala si è fatto sentire: "Il Milan è tecnicamente fallito, perché il passivo è metà del fatturato".

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