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Milan, bentornato a casa Kakà #welcomehomekaka

L’ultima partita in rossonero a maggio del 2009. “Ho lasciato un Milan vincente, sogno una squadra di nuovo vincente. A Madrid avevo poco spazio e le cose non sono andate come mi aspettavo e come si aspettavano tutti… qui voglio ritrovare la gioia di giocare al calcio”
A cura di Maurizio De Santis
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benvenuto kakà al milan

#welcomehomekaka "Sono giorni speciali. Con mia moglie abbiamo ripercorso tutti passi. Una grande emozione. Mi sembra di non avere mai lasciato il Milan. Ritorno e trovo compagni nuovi, ma le sensazioni sono le stesse. Ho molto da imparare". Sono queste le prime parole da calciatore del Milan di Kakà, che risponde sorridente alle domande accanto ad Adriano Galliani (nel pomeriggio ad attenderlo ci sarà il campo, per l'allenamento agli ordini di Allegri, assieme ai compagni). L'ad rossonero lo ha introdotto così, raccontando anche quelle ore convulse della trattativa con il Real Madrid: "Kakà non è mai andato via. E 2/3 anni che ci riproviamo a portare a casa Kakà. Con lui si è creato un rapporto di affetto incredibile. I sentimenti non si possono giudicare. Aver riportato a casa Kakà ha riportato la gioia a molti tifosi rossoneri. Domenica mentre stavo trattando con il Real il presidente Berlusconi mi ha chiamato 4 volte, una cosa mai successo. Una trattativa fatta con entusiasmo diverso rispetto alle altre. Bentornato a casa Ricky".

Retroscena. Ore 2.35 della notte. E' a quest'ora che Kakà ha detto sì al Milan, lo rivela il calciatore che racconta com'è maturata la sua scelta. "La trattativa tra mio padre e il Milan è cominciata alle 17 e finita verso mezzanotte. Quand'è venuto a casa mi ha chiesto cosa volessi fare… ho parlato con mia moglie e poi ho scelto di tornare".

Il passato. "Quattro anni fa fummo noi – aggiunge Galliani – a decidere di cedere Kakà. Lo dico per correttezza, ma i tifosi lo sanno e lo hanno capito già allora. Con Sheva, invece, fu lui a chiedere di essere ceduto e abbiamo conservato comunque un ottimo rapporto con lui".

Scelta di cuore e tecnica. "Abbiamo cercato Kakà – ha spiegato Galliani -, in pieno accordo con Allegri, perché abbiamo capito che dopo la partenza di Boateng dovessimo cambiare modulo, dal 4-3-3 al 4-3-1-2. E' stata una scelta di cuore e tecnica, concordata anche con Berlusconi. Con lui abbiamo stipulato un contratto biennale, resterà fino al 2015… non c'è alcun Galaxy o altra squadra".

Continuità. "Ora è una situazione nuova – ha aggiunto il brasiliano -. Devo essere un leader ed è un ruolo nuovo. Spero di restare tante stagioni. Voglio aiutare questi ragazzi e poi devo imparare ancora tanto anche io. Ho lasciato un Milan vincente, sogno una squadra di nuovo vincente. A Madrid avevo poco spazio e le cose non sono andate come mi aspettavo e come si aspettavano tutti… Ho parlato con Ancelotti e capito che il club aveva altri progetti, puntando su giocatori anche più giovani e per me ci sarebbero state meno opportunità. Qui voglio ritrovare la gioia di giocare al calcio".

Posizione in campo. "Preferisco parlare prima con l'allenatore. I mie ruoli sono sempre stato quelli, trequartista dietro le punte o seconda punti. Ora vediamo cosa servirà all'allenatore e capiremo meglio".

Mourinho. "Nessun rancore nei suoi confronti, né do la colpa a lui se non sono riuscito a trovare lo spazio che mi aspettavo. E' un grande allenatore, dentro e fuori dal campo, che può insegnare tanto".

Scudetto. "Una squadra come il Milan deve puntare sempre a grandi traguardi. Quest'anno ci proviamo, dobbiamo sempre farlo. Scudetto? Certo, ci proviamo. Ma noi vogliamo vincere sia in Italia sia in Europa".

Balotelli&co. "Qui al Milan ci sono grandi giocatori. C'è Mario, ma anche Matri, Robinho ed El Shaarawy… tutti ottimi compagni di squadra con i quali sono convinto che possiamo fare bene. Sono pronto per giocare, sto bene. Si tratta di raffinare ancora qualcosa, ma quello verrà col tempo".

 

Rewind. Quattro anni e un Milan che ha cambiato pelle. Ne è passato molto di tempo dal 31 maggio del 2009, giorno dell'ultima partita in rossonero di Kakà e Paolo Maldini: l'uno pronto a spiccare il volo verso Madrid (portando in dote nelle casse del club ambrosiano 67 milioni di euro), l'altro ad appendere le scarpette al chiodo. Salutò "casa sua" (così l'ha definita nel giorno del suo ritorno per espletare visite mediche e siglare il biennale da 5 milioni a stagione) con un gol ed un assist per Pato nel 2-0 rifilato alla Fiorentina. La sequenza videoclip riavvolge il nastro: una storia lunga 4 anni, quando nel 2009 il brasiliano fu venduto alle ‘merengues' un sacrificio ‘necessario' del Diavolo davanti a una proposta irrinunciabile. Allora, Kakà arrivò in Spagna da protagonista, firmò un contratto principesco di 6 anni, ma trovò più delusioni che gioie, più incomprensioni che soddisfazioni. Tutto passato, il futuro è adesso. Torna laddove tutto iniziò, per lui una nuova avventura in un club che mai l'ha dimenticato. Presentazione ufficiale, allenamento prima amichevole (contro il Chiasso dell'ex Zambrotta) e poi di corsa fino al debutto in campionato.

Le prime parole in rossonero. "Sono felice, abbiamo una grande squadra. Voglio emozionarmi ancora, ieri ho visto il mio Milan, avrò la maglia numero 22 – ha detto nel giorno del suo sbarco a Milano -. San Siro? Non vedo l’ora… Sono passati quattro anni e ora sono tornato. Ho parlato con Carlo e ho capito che l'ideale per me era tornare qui. In questi ultimi giorni, sognavo di sentire di nuovo a San Siro il mio coro, non vedo l'ora. Balotelli? Spero di vivere tante gioie con lui come ho fatto con Inzaghi. Ho tanta voglia di giocare, è un anno speciale per me per i Mondiali in Brasile. Ora devo pensare solo a fare bene con la mia squadra, mi era dispiaciuto tanto lasciarla quattro anni fa".

#halamadrid E' l'hashtag che Ricardo Kakà ha messo in calce alla lettera di addio scritta al Real Madrid e ai tifosi delle ‘merengues' dopo quattro anni trascorsi al Santiago Bernabeu. Esperienza finita, torna al Milan: la ‘sua seconda casa', come l'ha definita pochi giorni fa quando ha rimesso piede a Milanello.

Cari madridisti, sono stati quattro anni di lavoro duro. In queste stagioni, ho avuto la possibilità di vincere tre titoli e provare sulla mia pelle l'amore e il rispetto di un grande club – scrive ancora Kakà -. Ritornare al Milan è una nuova fase della mia vita, ma terrò dentro il mio cuore tutti i bei momenti vissuti col Real Madrid, consapevole di aver dato sempre il massimo per quella maglia. Voglio ringraziare tutti i miei compagni di squadra, gli allenatori, gli impiegati, la dirigenza, il presidente Florentino Perez, tutti i fans del Madrid che mi hanno supportato in questi anni. Grazie a tutti.

L'accoglienza di Allegri. "Il ritorno di Kakà? Una grande operazione di mercato di Galliani. Con la partenza di Boateng ci siamo trovati senza trequartista. L'arrivo di Ricardo ci permetterà di fare un salto di qualità dal punto di vista tecnico e non solo".

Ricky, idolo del Faraone. Né Real Madrid, né Manchester City e nemmeno si sente preoccupato dall'arrivo di Kakà, El Shaarawy dribbla così il chiacchiericcio sul futuro al Milan. "Ho fatto una scelta con la società e sono convinto di restare al Milan nonostante le offerte. L'arrivo di Kakà? E' un sogno che si realizza, sono veramente tanto contento lui è il mio idolo"

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