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Mihajlovic: “Zingaro? Se hanno le palle me lo dicano in faccia, li aspetto”

Il tecnico del Torino oggetto di insulti razzisti nel derby con la Juventus. Dopo le proteste contro Valeri e il battibecco con Vialli sfida quei tifosi che lo hanno offeso: “Si parla di razzismo solo quando riguarda bianchi o neri ma anche zingaro, anche serbo di m… è razzismo. Però questa è l’Italia”.
A cura di Maurizio De Santis
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Sinisa Mihajlovic ha catalizzato l'attenzione dei media nelle ultime ore. Tre episodi in altrettanti momenti diversi, durante e dopo il derby con la Juventus, hanno visto protagonista il tecnico del Torino.

Il faccia a faccia con l'arbitro. Il primo episodio è avvenuto in campo quando s'è lasciato andare alla rabbia nei confronti del direttore di gara e dei suoi assistenti per l'espulsione di Acquah: ammonito per un'entrata regolare (non ha commesso fallo su Mandzukic ma ha preso la palla), il centrocampista ha pagato dazio al precedente ‘giallo' ed è stato allontanato dal campo. Assieme a lui il signor Valeri di Roma ha mandato anche l'allenatore, per le proteste veementi.

valeri mihajlovic

Seconda sequenza videoclip. Il battibecco in diretta tv su Sky Sport con Gianluca Vialli. La ragione della lite? La divergenza di vedute sull'azione che ha portato al ‘rosso' rifilato ad Acquah. Da un lato l'ex calciatore che giustifica il provvedimento del direttore di gara, dall'altro Mihajlovic che attacca: "Metti gli occhiali, non era fallo. Sei in tv e quando esprimi dei giudizi devi essere corretto".

Terzo momento. Nella conferenza stampa post-partita c'è la coda avvelenata. In sala interviste Mihajlovic arriva dopo aver parlato in tv, alla domanda di un giornalista che gli chiedeva degli insulti razzisti ricevuti ha risposto con determinazione: "Si parla di razzismo solo quando si parla di bianchi o neri, però anche zingaro, anche serbo di m… è razzismo – ha ammesso – Quando si toccano gli zingari o un popolo è tutto normale, però questa è l'Italia". Infine, mostrando stizza, ha concluso il discorso lanciando una sorta di sfida a chi gli ha rivolto quegli improperi.

Quelli che mi hanno chiamato zingaro possono anche venire da me, non c'è nessun problema. Me lo dicano in faccia, li aspetto volentieri. Dico anche dove abito, sono al Principe di Piemonte, vengono là e me lo dicono in faccia, vediamo se hanno le palle.

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