Melchiorri, che storia: la grave malattia, i Dilettanti, la gioia dei gol a San Siro
Li chiamano calciatori di seconda fascia, gregari, alternative o semplicemente “sconosciuti”. Capita però che, in una domenica autunnale di metà ottobre, i "Carneadi" ottengano, a suon di gol e ottime prestazioni, la ribalta mediatica che avevano sempre sognato e, forse, meritato. Questa, è la storia del cagliaritano Melchiorri e del neroverde del Sassuolo Iemmello che nella loro vita professionale hanno sempre dovuto lottare per guadagnarsi tutto e, forse non è un caso, che anche nella giornata che li offre in pasto al grande palcoscenico nazionale le loro reti segnano, metaforicamente, una rimonta.
Il cavernoma, la carriera a rischio e la catarsi del Meazza
Federico Melchiorri, classe ’87, è uno di quei calciatori che, prima di illuminare il Meazza con i suoi due lampi odierni, ha dovuto faticare non poco per emergere, sgomitando nei campi polverosi delle categorie inferiori marchigiane. Dopo essersi fatto notare dagli scout del Siena (con cui ha esordito in A a 19 anni) con la maglia del Tolentino, il ragazzo è stato vittima di un brutto episodio che poteva costargli la carriera. Nel 2010, infatti, quando militava in Lega Pro col Giulianova, un cavernoma venoso (attorcigliamento dei vasi sanguigni del cranio), lo ha costretto ad un lungo stop durato 7 mesi, nei quali ha più volte pensato di dire addio alla passione di una vita.
Non molla, si cura, guarisce e riparte. Una passione però così forte da convincerlo a resistere e a rimettersi in gioco, ripartendo dalla D proprio nel “suo” Tolentino, per poi compiere una inarrestabile ascesa passata per Macerata, Padova, Pescara e Cagliari. La Serie A ritrovata, la salute, la prima rete nel maggiore campionato calcistico nazionale contro la Samp il 26 settembre scorso e poi la straordinaria doppietta che ha steso l’Inter condannandola ad un terribile 1-2 casalingo. Una prestazione da sogno che, dopo 6 anni, ripaga, almeno in parte, i sacrifici, il dolore ma anche la resilienza di un ragazzo cocciuto, volenteroso e semplicemente innamorato del pallone.