87 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Marco Di Vaio, il nomade del gol

L’attaccante scuola Lazio ha trovato la sua dimensione in provincia ed è riuscito a farsi apprezzare per i colpi e le qualità che in alcune grandi piazze non hanno convinto. Di Vaio è stato nel giro della Nazionale per 3 anni, è il 32esimo bomber più prolifico della Serie A e detiene il record di gol in una stagione con la maglia del Bologna.
A cura di Vito Lamorte
87 CONDIVISIONI
Immagine

Bravo ma non abbastanza da meritare il 10. A scuola gli avrebbero dato 9.5 pur riempiendolo di complimenti. Capita, quando arrivi a un passo dalla grandezza ma non esplodi. A Marco Di Vaio, ex attaccante scuola Lazio, è mancata la consacrazione: nomade del gol, nonostante i vari infortuni s'è sempre rialzato, ha vestito la maglia della Juventus, ha calcato i campi della Liga ed è finito nel giro della Nazionale ma questo non gli è bastato per avere una continuità ad alti livelli. La provincia lo ha sempre esaltato e lui ha ripagato con grandi annate e qualche record.

Gli inizi

La prima società sportiva fu La Storta, una società dilettantistica alle porte di Roma. Di Vaio fece il suo esordio tra i professionisti con la Lazio, squadra con cui aveva disputato campionati giovanili, e calcò per la prima volta un campo di Serie A nel 1994/1995. Dopo due apparizioni ufficiali nella stagione precedente, una in Coppa UEFA e l'altra in Coppa Italia, Marco esordì nel massimo campionato di calcio italiano segnando un gol al Padova in una larga vittoria dei biancocelesti. Sembra essere la classica storia del predestinato, di colui che segna all'esordio e che a 20 anni ancora non compiuti ha già totalizzato 15 presenze con la maglia della sua squadra del cuore mettendo a segno 4 reti. Purtroppo la necessità di giocare lo portò ad accettare il prestito al Verona in Serie B e al Bari ma queste due esperienze non si rivelarono esaltanti per il giovane attaccante che rischiò di finire nel dimenticatoio del calcio.

Gli anni di Salerno: il calcio italiano scopre Di Vaio

Nella stagione '97/'98 l'attaccante romano viene ceduto a titolo definitivo alla Salernitana per 5 miliardi, una cifra record per la Serie B. Di Vaio decise di scommettere su se stesso e la scelta si rivelò azzeccatissima: Salerno fu una delle tappe più importanti della sua carriera dove vinse il campionato di Serie B, riportando la Salernitana in Serie A dopo 51 anni, e conquistando il titolo di capocannoniere con 21 gol. L'anno successivo in Serie A, nonostante i suoi 12 gol, non riuscì a salvare la squadra granata dalla retrocessione in Serie B. Chiuse la sua parentesi nel capoluogo campano con 70 presenze e 33 gol.

Immagine

Parma, uno sguardo sulle big

La prima vera stagione da titolare in Serie A aveva creato un certo interesse intorno a Di Vaio e il Parma aveva messo gli occhi su di lui: così nell'estate del 1999 Marco si trasferì in Emilia. La squadra ducale aveva appena vinto la Coppa Uefa e la Coppa Italia: era il Parma dei Cannavaro, dei Thuram, dei Crespo e di molti altri. Appena arrivato conquistò il suo primo trofeo: la Supercoppa Italiana contro il Milan a San Siro. Sembra manchi poco alla definitiva esplosione, che arrivò puntuale la stagione successiva, quando Marco mise a segno 20 reti (15 in campionato) e nella sua terza, ed ultima, stagione con la casacca gialloblù realizzò 25 goal e contribuì alla vittoria della Coppa Italia contro la Juventus.

A luglio 2002 cominciò la sua quarta stagione con la squadra allenata da Cesare Prandelli ma dopo la finale di Supercoppa Italiana persa contro la Juventus del 25 agosto, in cui segnò anche un gol, venne acquistato proprio dalla Vecchia Signora. Era il salto di qualità che molti stavano aspettando.

Juventus, la grande occasione

Per 32 milioni di euro Marco si trasferì a Torino. Sotto la guida di Marcello Lippi il bomber romano si confrontò con gente del calibro di Alessandro Del Piero e David Trezeguet e dimostrò in più di un'occasione di poter essere utile alla causa bianconera ma, pur mettendo a segno alcuni gol importanti, non riuscì a convincere a pieno i tifosi e la dirigenza. Durante la prima stagione, 2002-2003, Di Vaio conquistò il suo unico scudetto e partecipò alla cavalcata che portò la Juventus in finale di Champions League contro il Milan a Manchester. Nella stagione successiva giocò e segnò di più: 17 gol in 45 gare e un gol a San Siro contro il Milan che molti tifosi bianconeri ancora ricordano.

Sulla sua parentesi bianconera si espresse così: “A Torino ho passato due anni intensi, anche non facili, ma crescendo tanto e togliendomi soddisfazioni importanti come la rete a San Siro al Milan, il tricolore e la finale di Champions. Il secondo anno, nonostante facessi bene, non c’è stata continuità nel mio utilizzo. Da qui sono nati i contrasti con Lippi o, sarebbe meglio dire, chiacchierate in privato, ma sempre nel rispetto dei ruoli. Non a caso quando andai in Spagna lui arrivò alla Nazionale e mi convocò subito. Ranieri mi voleva a Valencia e credeva nelle mie qualità; posso dire che la sua presenza è stata determinante per farmi accettare il trasferimento fuori dall’Italia”.

La valigia del bomber: Valencia e Monaco

Nonostante la bocciatura alla Juventus, Marco Di Vaio era consapevole di avere le credenziali per giocare ad alti livelli e fu cosi che accettò la proposta del Valencia, fresco vincitore della Coppa Uefa, presentandosi con un goal al Porto nella finale della Supercoppa Europea.

L'impatto con la nuova realtà fu positivo e, nonostante alcuni problemi fisici e l'esonero di Claudio Ranieri, Marco chiuse la sua prima stagione al Mestalla con 15 goal in 41 partite. Purtroppo la stagione successiva Di Vaio cadde in un vortice senza fine e non riusciva a metterla dentro in nessun modo. Le occasioni di scendere in campo diminuirono drasticamente a causa del grande affiatamento della coppia Kluivert – Villa e per questo venne ceduto durante il mercato di gennaio al Monaco con la formula del prestito. In un anno e mezzo al Principato Di Vaio collezionò 35 presenze e 8 reti ma la nostalgia di casa e la smarrita fiducia in se stesso non permisero di mostrarsi al meglio delle sue potenzialità.

Bologna, la sua seconda casa

Dopo la parentesi all'estero Di Vaio tornò in Italia, al Genoa. Dal gennaio 2007 al giugno 2008 la sua nuova casa è il Marassi, sponda rossoblù. Enrico Preziosi pensò di rinforzare la rosa per tornare in A con l'attaccante romano e il contributo fu di 9 reti nei primi 6 mesi: il Genoa tornò nella massima serie. Quando tutto sembrava tornato alla normalità Di Vaio, al suo rientro in Serie A, non riuscì più ad incidere nello spartito di Gasperini che lo utilizzava come esterno sinistro d'attacco.

Nell'estate nel 2008 il neopromosso Bologna decise di affidare le chiavi del suo reparto a questo attaccante nato a Roma e Di Vaio sentì subito che era l'occasione giusta, forse l'ultima. Le sue ultime stagioni in rossoblu hanno messo in mostra le immense qualità tecniche e la gran determinazione che lo hanno sempre contraddistinto. I numeri sono inequivocabili: 66 reti in 148 partite, vice-capocannoniere della Serie A nel 2008/09 con 24 goal e tre salvezze consecutive. Marco Di Vaio divenne il capitano e l'assoluto l'idolo della curva rossoblù.

Immagine

Sono tanti i ricordi che legano Di Vaio alla tifoseria bolognese ma probabilemente una serata in particolare rimarrà per sempre nei loro occhi. Il 26 febbraio 2011 il bomber realizzò una doppietta alla Juventus, portando così alla vittoria la squadra rossoblu in casa dei bianconeri dopo 31 anni. Con la doppietta Marco arrivò a 16 reti nella stagione 2010-2011 e superò Gianni Rivera tra i marcatori di sempre in Serie A agganciando Roberto Bettega a quota 130 reti. Una serata memorabile.

https://www.youtube.com/watch?v=koyAVitxfTw

Il Canada e l'addio

Dopo la bellissima parentesi bolognese l'attaccante scuola Lazio decise di trasferirsi in Canada, al Montreal Impact, per una nuova sfida. Marco in tre anni totalizza 88 presenze e realizza 40 reti e vince la Canadian Championship nel 2013 e nel 2014.

Lo scorso ottobre ha deciso di dire addio al calcio giocato e lo ha fatto a suo modo: facendo gol. Al termine del match ha dichiarato: "Chiudere col calcio giocato è un po' triste ma questa è stata una grande giornata per me e la mia famiglia, e sono contento. Segnare è stato l'obiettivo della mia vita, e questa è l'ultima volta che proverò una simile emozione. Però qui a Montreal ho avuto calore e affetto da tutti, dentro e fuori lo stadio: sono stato fortunato".

L'ultima uscita di Di Vaio è avvenuta sotto una gelida pioggia battente che ha costretto gli spettatori del Saputo Stadium a cercare riparo per tutta la prima parte della gara mentre i ventidue in campo si davano battaglia su un terreno scivolosissimo.Il trentottenne romano aveva le figlie con sé all'inizio della partita, quando ha avuto una piccola cerimonia di addio in mezzo al campo. Il suo compagno di squadra, Issey Nakajima-Farran, gli ha consegnato un quadro che ritrae Di Vaio nell'ormai celebre gesto di baciare l'anello di matrimonio dopo aver segnato.

Il calcio scommesse

Marco Di Vaio venne deferito per la vicenda calcioscommesse il 26 luglio 2012 dal procuratore federale Stefano Palazzi per omessa denuncia. Dopo la richiesta dello stesso procuratore della squalifica di un anno, l'ex bandiera del Bologna viene prosciolto dall'accusa dopo un tira e molla durato un mese: la Commissione Disciplinare della Federcalcio lo assolse in quanto il pentito che lo aveva accusato, Andrea Masiello, non è stato ritenuto credibile ma Palazzi aveva presentato ricorso contro la sua assoluzione. Il 22 agosto 2012 la Corte federale di giustizia prosciolse Di Vaio.

Immagine

Marco Di Vaio era un attaccante molto veloce e dotato di un tiro molto potente e preciso. L'ex attaccante aveva bisogno di sentirsi importante per la sua squadra, non voleva essere uno dei tanti. Aveva bisogno di attenzioni e di coccole da parte degli addetti ai lavori e dei tifosi. Quella di Marco Di Vaio è una storia come tante, dove la sfortuna e l'incapacità di sfruttare le occasioni importanti non ha mai permesso di incidere nel calcio che conta. A volte il valore tecnico del giocatore non basta; bisogna dimostrare di essere pronti, di saper sfruttare le poche opportunità che si presentano e, soprattutto, di non sentire la pressione di un ambiente. Non tutti hanno queste qualità e alla lunga tutto ciò non può essere compensato dalla bravura tecnica.

Da gennaio Marco è club manager del Bologna, non ce l'ha fatta a stare troppo lontano dal campo. Detto ciò, Di Vaio è stato nel giro della Nazionale per 3 anni (14 presenze, 2 gol), è il 32esimo bomber più prolifico della Serie A e detiene il record di gol in una stagione con la maglia del Bologna (titolo soffiato ad un certo Roberto Baggio). Molte volte basta scorgere un'oasi per trovare armonia.

87 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views