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Manchester, più Carletto che Pep. E’ Ancelotti il favorito per la panchina del City

Qualcosa si muove in Inghilterra, sul versante relativo alle panchine. Con Pellegrini e Mourinho destinati a salutare, si aprono nuove prospettive per chi è a spasso o per chi vuol cambiare aria. Tra questi anche Ancelotti e Guardiola.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo aver allenato con successo a Londra nelle due stagioni a cavallo tra il 2009 e il 2011, e dopo aver preso un periodo di riposo a Vancouver dovuto alla sua operazione alla cervicale, Carlo Ancelotti è pronto a tornare su una panchina inglese. Secondo i tabloid britannici, sarebbe proprio lui infatti il candidato numero uno alla guida del Manchester City del prossimo anno. Con Manuel Pellegrini vicino ai saluti finali, l'ex allenatore del Real Madrid potrebbe nuovamente tentare fortuna in Premier League, dove vinse già con il Chelsea nel campionato 2009/2010, occupando il posto che lascerebbe il tecnico cileno. La sezione sportiva del "Daily Star" ha già sparato in prima pagina un titolo decisamente eloquente ("City want Carlo"), e ha spiegato come Ancelotti avrebbe superato Guardiola nella corsa alla panca del City. L'ex allenatore del Barcellona, infatti, non avrebbe ancora preso una decisione in merito al suo futuro: uno "stallo" che potrebbe anche costargli caro nella corsa con il collega italiano.

A Pep rimane il Chelsea…o l'Arsenal – Il futuro di Guardiola, a questo punto, coinvolge due grandi società: il Bayern Monaco e il Chelsea. I bavaresi, se davvero dovesse partire lo spagnolo, si ritroverebbero senza allenatore. Al contrario, invece, il Chelsea: che spera in una partenza del catalano per colmare il vuoto che lascerà Josè Mourinho. Un intreccio di mercato che potrebbe coinvolgere anche l'Arsenal. Anche i "Gunners" guardano con interesse ai movimenti di Pep Guardiola, specialmente in caso di addio definitivo di Arsene Wenger. Tecnico francese che, nelle scorse settimane, ha svelato un aneddoto curioso proprio su Guardiola: "Nel 2001 Pep mi incontrò e mi disse che voleva giocare con l'Arsenal – rivela il manager transalpino – All’epoca aveva già 30 anni e da noi c’erano Vieira e Petit. Chiuso da loro, a quel punto andò al Brescia. Già all’epoca dimostrò di avere grande personalità".

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