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Manchester City-Chelsea: le chiavi del big match alla lavagna tattica

La flessibilità di Guardiola. La costanza di Conte che ha ridisegnato il Chelsea con il 3-4-3. Fondamentali Fernandinho da un lato, Matic e Luiz dall’altre. Il duello a distanza Aguero-Diego Costa. Il titolo della Premier passa anche dal big match dell’Etihad.
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“Nel 2015 chiesi a Guardiola il nome dei due allenatori con il maggior potenziale” scrive il suo biografo Marti Perarnau. “Senza nemmeno un secondo di esitazione mi rispose: Tuchel e Conte”. Il suo Chelsea è la più interessante novità della Premier League. Lo scontro di sabato mette di fronte i due debuttanti di lusso nel campionato più ricco del mondo. Il titolo passa da qui.

Fiducia – “Adesso abbiamo un altro livello di fiducia” ha detto dopo il 2-1 col Tottenham. “Trasmette grande passione ogni giorno, in ogni sessione di allenamento ed è molto positivo perché ci mantiene concentrati” ha spiegato Courtois. Non si arriva per caso in testa alla Premier, dunque. Ha iniziato la stagione inseguendo una replica del 4-2-4 dei tempi di Arezzo, Pisa e Bari, è passato subito al 4-3-3 ma dopo la lezione subita contro l'Arsenal ha sacrificato Fabregas e disegnato un 3-4-3 che ha portato a una striscia di sette vittorie di fila con un gol subito (dopo i primi sei cleansheet consecutivi).

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Il 3-4-3 di Conte – Nella nuova configurazione il Chelsea ha affrontato, nelle ultime quattro partite, formazioni con moduli diversi: il 4-3-1-2 del Southampton, il 3-4-3 dell'Everton, il 4-1-4-1 del Middlesbrough e il 4-2-3-1 dal pressing altissimo del Tottenham, e contro tutti ha mantenuto un vantaggio competitivo sulle fasce.

Il Chelsea e il controllo delle fasce contro il Tottenham
Il Chelsea e il controllo delle fasce contro il Tottenham

Col passaggio al 3-4-3, Conte ha restituito ruolo e fiducia a David Luiz, uno dei migliori in Premier nell'ultimo mese. In una difesa a tre, il brasiliano più passare più tempo con la palla e il tecnico lo sta usando proprio come una sorta di regista basso aggiunto a cui affidare l'uscita e la circolazione del pallone. La ricerca della flessibilità l'ha spinto anche ad arretrare Azpilicueta come centrale di destra nella difesa a tre, così da sfruttarne anche il senso della posizione. “Azpi è un giocatore fantastico, può giocare in diversi ruoli ma credo di avergli trovato la posizione perfetta” ha detto Conte dello spagnolo che nelle ultime due stagioni ha agito da terzino sinistro senza raggiungere in maglia Blues i picchi di rendimento del miglior Ashley Cole.

La spinta di Azpilicueta nell'ultimo incontro
La spinta di Azpilicueta nell'ultimo incontro

Ritrovato Matic – Al sacrificio di ivanovic, ormai scavalcato nelle gerarchie da Marcos Alonso, si accompagna l'accantonamento sostanziale di Fabregas. Nel 3-4-3, Conte tende a privilegiare due centrocampisti centrali più difensivi. Ha riscoperto Victor Moses che contro l'Hull, la prima partita col nuovo modulo, ha disputato la sua prima da titolare in Premier dal 2013, e Nemanja Matic, fondamentale nell'anno dello scudetto, finito ai margini della prima squadra nella scorsa stagione. Affiancato da Kante, infatti, Matic può ora andare a pressare un po' più alto per aiutare il recupero del pallone.

La stagione di Matic in numeri
La stagione di Matic in numeri

I gol di Costa – Il cambiamento in difesa ha trasformato anche la natura dell'attacco. Hazard, decisamente lontno dai suoi standard l'anno scorso, adesso ha le spalle coperte da Marcos Alonso e può concentrarsi solo sulla fase offensiva, senza preoccuparsi troppo della copertura. In 13 partite, ha completato 36 tiri, tanti quanti ne aveva provati in tutta la scorsa stagione, e 56 dribbling (rispetto agli 89 del 2015-16) con soli quattro tackle. “Edin è sempre coinvolto nel gioco, è un punto di riferimento per i compagni” spiega il tecnico. In più, il tridente fa esprimere al meglio anche Pedro, tre gol e cinque assist in sette presenze dal primo minuto: e i due finiscono per esaltare stile e personalità di Diego Costa. “E' un esempio per tutti, lavora durissimo con e senza palla: per me è uno dei migliori attaccanti al mondo” ha detto Conte. “Se continuasse a segnare sarò felice. Ma lo sarò ancora di più se continuerà a mostrare lo stesso livello di impegno anche in allenamento e di lavoro per la squadra”.

La stagione di Diego Costa e l'accuratezza al tiro
La stagione di Diego Costa e l'accuratezza al tiro

Senza dubbio, l'assenza del doppio impegno europeo permette al tecnico italiano di lavorare con costanza maggiore in settimana e ridurre al minimo le variazioni di formazione. Naturalmente degli aspetti da migliorare ancora rimangono, come il Tottenham ha esacerbato. La mancanza di un play basso, e l'affidamento al solo David Luiz del compito di impostare da dietro può facilitare il pressing alto. E in mezzo, se Matic e Kanté non vengono supportati dal movimento degli esterni a restringere l'ampiezza, possono essere presi d'infilata con la squadra sbilanciata, soprattutto perché l'ex Leicester tende a difendere quasi solo in avanti. Conte, però, ha chiara la strada e non si accontenta del premio di miglior allenatore di ottobre. “Quando vinci una partita, vinci una battaglia. Ma io adoro vincere la guerra”.

Guardiola e la fluidità – Una guerra che Guardiola al City muove sulla base degli stessi presupposti, costruire un nuovo metodo e una nuova filosofia. “Sto imparando” è il mantra dello spagnolo che insegue l'illusione della squadra perfetta, che cambia anche fin troppo nella sua ricerca spasmodica della flessibilità, della fluidità. Contro il Burnley ha mantenuto un assetto fin troppo convenzionale, e questo è già di per sé poco convenzionale. È un segno di quell'apprendimento, di quella squadra camaleontica che Guardiola sta cercando di plasmare.

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Un percorso davvero iniziato col derby vinto contro Mourinho, la prima illuminante, compiuta dimostrazione del juego de posición. In più occasioni ha basato il piano tattico sul portare gli avversari verso l'esterno, sullo svuotamento del centrocampo per sfruttare i corridoi interni: ha funzionato contro Bournemouth e Swansea, non contro il Tottenham che ha saputo chiudere le linee di passaggio e anticipare le intenzioni.

Fernandinho, cuore del progetto – La flessibilità ha preso anche forme estreme, come le quattro diverse linee difensive alternate in 90′ a Monchengladbach, con una costante, un collante fondamentale come Fernandinho, l'uomo che Guardiola ha messo al centro del progetto. In fase di possesso, si abbassa fra i due difensori e dirige l'avvio della manovra, che passa attraverso il centro prima della verticalizzazione per una delle mezzeali. In altri frangenti, Fernandinho cuce il gioco, collega le due fasce, nell'assetto che tende a diventare asimmetrico dal momento del recupero di Gundogan. Ma è soprattutto fondamentale in fase di non possesso quando la squadra va a pressare alta e si trova a dover decidere se anticipare la chiusura sulla linea di passaggio o ripiegare in aiuto della difesa.

Il lavoro a tutto campo di Fernandinho a Burnley
Il lavoro a tutto campo di Fernandinho a Burnley

Dimenticati i “terzini invertiti”, anche se una soluzione non troppo diversa si è temporaneamente vista a Monchengladbach, ha ricercato anche architetture più estreme come il sacrificio di Aguero a Barcellona pagato con uno 0-4 che ha aperto una minicrisi risolta anche con la rivincita dell'Etihad.

Quanto conta el Kun – Certo, la strada è lunga e i limiti ci sono. Aguero è ancora un riferimento offensivo e un bomber praticamente senza veri sostituti nella rosa dei Citizens, per quanto incoraggianti siano state le prestazioni di Ikeanacho. Come hanno dimostrato Silva in Germania e Yaya Touré con la doppietta liberatoria al Palace, anche una squadra che sta imparando ad attaccare con dieci uomini come un'orchestra sinfonica ha ancora bisogno di lampi di ispirazione individuale dalle stelle della prima ondata di stelle di questa nuova era del City. Il senso del collettivo produce ancora delle fragilità difensive. Nonostante la crescita della rivelazione Stones, autorevole nella ricerca del contrasto quanto maturo nella circolazione del pallone, il City fatica a mantenere la porta inviolata.

Ma questa settimana, la sfida contro una squadra che sta mantenendo invece una fisionomia e una formazione costanti, è la migliore occasione che Guardiola può avere per dare forma alla stagione del City.

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