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Lutto nel mondo del calcio, Rajtoral si toglie la vita

Suicida il difensore ceco del Gaziantepspor, a dare l’annuncio il presidente del club turco: “Non sappiamo perché è arrivato a tanto”. Per anni bandiera del Vitkoria Plzen, aveva partecipato con la propria nazionale anche all’Europeo del 2012.
A cura di Maurizio De Santis
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Dolore, profondo rispetto, umanità. La notizia del suicidio di František Rajtoral, terzino destro del Gaziantepspor, gela il sangue nelle vene. Quando si arriva a compiere un gesto estremo, recidendo ogni vincolo con se stessi e gli affetti più cari, è dura davvero raccontare cosa è accaduto. Al presidente della società turca che milita nella Süper Lig (l'equivalente della Serie A italiana) è toccato il compito di annunciare la morte del calciatore, che s'è tolto la vita nel proprio appartamento. E' lì che gli agenti hanno ritrovato il cadavere dell'uomo. "Purtroppo è tutto vero – ha ammesso il massimo dirigente -. Rajtoral si è tolto la vita e non conosciamo le cause di questo gesto. All’apparenza sembrava non avere problemi".

La carriera di Rajtoral non era stata avara di soddisfazione. Aveva 31 anni e nel corso della sua avventura sul rettangolo verde aveva indossato anche la maglia della nazionale ceca: 14 presenze corredate dalla partecipazione al Campionato Europeo del 2012. In patria era considerato una bandiera del Viktoria Plzen: ne aveva indossato la casacca per circa otto stagione – dal 2009 al 2016 – conquistando 2 scudetti, una coppa e una supercoppa ceca. La notizia del suo decesso ha sconvolto anche il club nel quale militava fino a un anno fa. "Franto, ci mancherai", c'è scritto nel messaggio pubblicato sui social network dalla società, cui hanno fatto seguito i tanti post di ex tifosi, amici e compagni di squadra.

Rajtoral a Plzen era un'istituzione, uno di quei calciatori che fanno la storia della formazione per la quale giocano. Non un calciatore di qualsiasi, qualcuno di passaggio, ma il tesserato che annovera 225 presenze, 25 gol e 22 assist. Napoli (in Europa League, nell'edizione del 2013) e Milan (in Champions, nell'edizione del 2001) le italiane che ha incrociato lungo il proprio cammino nelle Coppe. Nel suo curriculum c'è anche un'esperienza all'Hannover in Bundesliga, un punto nella geografia del calcio e della valigia dell'attore che adesso giace lì, in un angolo, assieme alla maledetta malinconia che t'assale.

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