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Milan, Spalletti resta nel radar per il futuro

Il Milan non va oltre il pareggio casalingo contro l’Empoli, Inzaghi resta fino al termine della stagione ma a giugno – di questo passo – il cambio è inevitabile.
A cura di Alessio Morra
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La panchina del Milan è diventata scomodissima. Negli ultimi dodici mesi si sono seduti sullo scranno rossonero Allegri, che fu liquidato dopo una sconfitta con il Sassuolo al termine del girone d’andata, Clarence Seedorf – ritornato a casa per volere del ‘Presidente’ ma che dopo diciannove partite fu liquidato nonostante avesse chiuso bene il campionato – ed ora c’è Pippo Inzaghi che dopo aver iniziato con il piede giusto ha infilato una serie di risultati negativi. Bilancio pensatissimo, da retrocessione. Nemmeno le operazioni sul mercato di gennaio sembrano essere riuscite a dare la sterzata decisiva alla squadra di Inzaghi, che annaspa e rischia a San Siro contro l'Empoli (1-1, colpo sfiorato dei toscani). Altro che media per arrivare al terzo posto e ai preliminari di Champions… gli errori emersi nella sfida contro l'undici di Sarri hanno rigirato il coltello nella piaga: e se il gol di Destro aveva acceso la speranza che la tendenza potesse essere finalmente invertita, la rete di Maccarone ha spiazzato tutti. Si andrà avanti con Pippo fino al termine della stagione, poi si cambierà. E' inevitabile.

Berlusconi vuole l'ex allenatore della Roma. Il cambio di tecnico lo desidera Silvio Berlusconi, che in questa stagione è ritornato ad occuparsi concretamente del Milan. Operazione rimandata a fine campionato con Luciano Spalletti (libero da oneri contrattuali) che non è mai uscito dai radar rossoneri.

La carriera di Spalletti – Giovanissimo inizia la sua attività con l’Empoli con cui ottiene due straordinarie promozioni dalla C1 alla Serie A. Dopo aver ottenuto un’ottima salvezza Spalletti lascia la Toscana ma vive una serie di annate pessime. Poi torna all’Udinese e con i friulani raggiunge un incredibile, e meritatissima, qualificazione alla Champions League nel 2005. Lascia il Friuli e passa alla Roma con cui sfiora lo Scudetto, vince due volte la Coppa Italia e conquista la Supercoppa Italiana. Nelle ultime stagioni ha guidato lo Zenit. A San Pietroburgo non è mai riuscito ad andare molto avanti in Champions, ma ha conquistato per due volte il titolo russo.

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