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Lo strano caso di Juventus e Roma Channel, canali ufficiali spenti nel silenzio generale

Mentre falliscono società, i calciatori minacciano scioperi per contratti collettivi non firmati e si parla di milioni di calciomercato, due televisioni ufficiali di due grandi club di serie A vengono chiuse. Senza che nessuno ne parli.
A cura di Alessio Pediglieri
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Nessuno ne parla e sarebbe interessante saperne il reale motivo. Fatto sta che nel mondo dorato del pallone, industria che fa girare attorno a sè un indotto di oltre mille milioni di euro l'anno, non ci sia spazio per investimenti seri e sani che riguardino il lavoro giornalistico, prima macchina che permette al calcio la visibilità che gli permette di avere introiti e giri d'affari quasi inestimabili. Così, mentre i presidenti si accapigliano per il calendario della serie A o attorno alle percentuali per determinare i proventi dai diritti televisivi, mentre la Lega vara la sua televisione ad personam, canale istituzionale e statalizzato per far lievitare ulteriormente i costi di subconcessioni di tutto ciò che porta il marchio federale, si spengono le luci e non solo attorno a Juventus Channel e Roma Channel, lasciando più di 40 lavoratori a casa dal giorno alla notte. Ma nessuno, o quasi, si prende la briga di capire il perchè, davanti ad offerte di 20 milioni all'anno a giocatori più o meno bravi o ad ‘aste' per ingaggiare tecnici più o meno esperti, non ci sia posto per un paio di aziende che permettano ad altri professionisti – che non si chiamano Eto'o, Ibrahimovic o Del Piero – di esercitare tranquillamente il proprio lavoro.

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SWITCH-OFF, TUTTI A CASA. NEL SILENZIO GENERALE – Così si resta basiti quando arriva la notizia, nelle pagine interne e tra i trafiletti dei quotidiani del settore – vergogna – che si spengono due canali tematici di due delle società più importanti del nostro calcio: Juventus Channel e Roma Channel. Circa 30 lavoratori, tra tecnici e giornalisti, della rete televisiva bianconera – appena nata – sono stati esonerati a fine luglio "fino a nuova comunicazione dal recarsi al lavoro". Tanto ha diffuso in una nota la Cigl-Slc a seguito della decisione della Blind Turn srl di "sospendere l'erogazione del servizio di produzione e messa in onda" del canale stesso. E' vero, l'azienda in questione è semplicemente il gestore del canale per conto della Rai, ed è anche vero che tutto il personale era assunto a tempo determinato, così come è vero che lo stesso non è mai stato alle dipendenze dirette della Juventus. Ma siamo alla lana caprina e ai giochetti dello scarico di responsabilità di un'Italietta dove nessuno ha colpe ma solamente dei meriti.
Anche a Roma Channel il filo conduttore – guarda caso – è lo stesso: altro canale gestito dalla Blind Turn srl e dalla Made srl per conto della Rai, personale non direttamente collegabile con la società giallorossa prima dei Sensi e oggi di Dibenedetto, stesso ‘servizio' ai lavoratori che però, al contrario dei loro colleghi di Torino, erano scesi in sciopero prima, a metà luglio manifestando lo stato di agitazione redazionale e di produzione e ricordando che non percepivano lo stipendio da oltre due mesi. "Non abbiamo dichiarato sciopero nonostante non veniamo pagati da 2 mesi" era invece la frase sottolineata dai sindacati a difesa della professionalità di chi permetteva alla Juventus di avere un canale proprio – a pagamento dietro abbonamento sulla piattaforma Sky.

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UNDICI ANNI DI CANALE GIALLOROSSO – Una situazione quasi paradossale ma purtroppo reale e lascia più che perplessi la mancanza di intervento da parte delle due società sportive che hanno fatto passare sotto silenzio quanto è accaduto. Giova infatti ricordare che i due canali (come del resto Milan Channel e Inter Channel) sono nati col preciso intento di accrescere il ‘brand' e il marchio aziendale nel mondo, garantendo un'ulteriore via dove veicolare le proprie iniziative e ricavare introiti attraverso una visibilità e un ritorno che solamente una televisione può dare. Altro che "lavoratori non dipendenti" da Juve e Roma). Roma Channel è un canale tematico visibile a pagamento su Sky al canale 234, diretto dal giugno 2007 da Alessandro Spartà ed interamente dedicato all' AS Roma. Roma Channel avviò le sue trasmissioni in collaborazione con Rai Trade 27 settembre del 2000 alle ore 12:30, sotto la direzione del giornalista Giorgio Martino, ed era disponibile all'interno del pacchetto di canali offerto da Stream Tv, fino all'assorbimento di quest'ultima nel luglio 2003 da parte di SKY. Il canale trasmetteva news, partite del passato e del campionato in corso, allenamenti in differita dai campi di Trigoria, conferenze stampa in versione integrale, interviste esclusive alla squadra, servizi e partite del settore giovanile, partite estive amichevoli, servizi inerenti a tutto l'ambito giallorosso e collegamenti dallo stadio in diretta, pre e post partita di Campionato e di Coppa. Le partite della Roma, trasmesse in diretta, venivano commentate da Alessandro Spartà e Alessio Scharchilli.

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LA TV IN BIANCO E NERO DALLE GRANDI FIRME – Di uguale natura ma molto più recente, era invece Juventus Channel. Juventus Channel è un canale ‘optional‘ – altro modo per dire a pagamento –  interamente dedicato alla società calcistica Juvbentus. Fondato il 1° novembre 2006, giorno del 109° anniversario della fondazione del club torinese, si tratta d'uno dei sei canali televisivi istituzionali di proprietà di un club in Italia insieme a suoi simili del Milan, Inter, Roma, Palermo e Sampdoria. Fino a dicembre 2007 il canale vantava uno share di 40.000 abbonati. Il canale, visibile su Sky al canale 231, offriva interviste esclusive degli allenatori e dei giocatori della Juventus, tutte le partite, incluse quelle della serie A, di Coppa Italia e delle Coppe internazionali, tutti gli allenamenti dallo Juventus Center e le news sempre aggiornate. La sua sede principale si trovava nel centro di allenamento della società bianconera, a Vinovo. Tra i giornalisti e personaggi del canale tematico ricordiamo Antonio Paolino, Paolo Rossi, Antonio Romano, Federico Moznich, Enrico Vincenti, Enrico Zambruno, Claudio Zuliani e Valeria Ciardiello. La Regia della diretta televisiva era curata da Corrado Alvares ed Alberto Cantarella.

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MORS TUA VITA MEA, LA LEGA SI FA LA PROPRIA TV – Insomma, difficile a dire che fossero delle entità estranee alle società di cui decantavano in modo ufficiale le lodi. Eppure, davanti alla chiusura dei due canali, silenzio. Anche da parte degli organi federali che, invece di essere interessati e allarmati di una tale radicale decisione che sottintende una crisi più profonda, si stanno adoperando per farsi la propria televisione anche in questo caso sulle ceneri e sui resti di altre piattaforme che hanno lasciato a casa decine di lavoratori tra l'anonimato più completo, Gioco Calcio prima e Dahlia tv adesso. E' la terza volta che si tenterà di scalfire il monopolio di Sky e Mediaset Premium sul terreno della messa in onda "pay" delle partite di Serie A. A metà luglio – proprio quando si consumavano i drammi dei due canali tematici – Lega Calcio Service, società di servizi che fa capo alle leghe di Serie A e B, aveva aumentato il capitale sociale da 550.000 euro a 6.200.000 euro, includendo nel progetto  lo “svolgimento di attività propria dei fornitori di servizi di media sulle reti di comunicazione elettronica, assumendo e gestendo qualsiasi attività attinente il settore della produzione e della distribuzione di prodotti audiovisivi per la televisione“. La volontà è di creare il proprio network che nelle intenzioni dovrebbe debuttare immediatamente sul dtt, andando ad acquisire i diritti di quelle otto squadre di Serie A che non fanno parte del listino di Mediaset Premium. E se lo sbarco sul dtt appare immediato, il neonato soggetto televisivo si farà la guerra a Sky anche per ciò che attiene la trasmissione dei match sul satellite. La tv della Lega Calcio ha un anno di tempo per prepararsi alla sfida contro il colosso di Murdoch, detentore di tutto il campionato di Serie A in esclusiva ancora per una stagione agonistica. Dal 2012, infatti, verrà indetto il bando per la vendita dei diritti televisivi di Serie A e B per i successivi tre campionati e in Lega sono determinati a non accettare offerte inferiori al miliardo di euro a stagione. L’ovvio corollario è che, in caso di proposte che non arrivino a tale cifra, il Governo del calcio italiano potrà opporre la messa in onda dei match sui propri canali.

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