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Leicester, Vardy: “Non sono razzista, al massimo ignorante”

Il bomber del Leicester di Ranieri è il protagonista di una nuova autobiografia dove si racconta in aneddoti inediti. Come nell’episodio famoso dell’insulto ad un asiatico al Casinò che gl icostò una salata multa e feroci critiche della stampa e opinione pubblica.
A cura di Alessio Pediglieri
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Jamie Vardy, il miglior giocatore della scorsa stagione, nonché campione d'Inghilterra con la maglia del Leicester, si è raccontato in una ultima biografia dove svela particolari inediti della sua vita, anche privata. Su di lui, grazie all'exploit dello scorso campionato è stato raccontato e scritto di tutto, ma alcuni aneddoti sono ovviamente personali e raccontati per la prima volta al pubblico con dovizia di particolari. Come quando insultò una persona asiatica in un Casinò, notizia che lo tacciò di razzismo e fece il giro di tabloid e social network.

"Jap". Una parola gergale offensiva che si rivolge ad una persona asiatica. Così una sera Jamie Vardie apostrofò un signore all'interno del Casinò dove stava giocando e scommettendo. Uno dei piccoli vizi che il bomber del Leicester aveva, visto che da quando si è sposato non frequenta più la dolce vita notturna inglese. Almeno così dice e c'è da crederci perché ultimamente non si sente più parlare di lui se non in mezzo al campo.

Prima beveva, giocava, si divertiva anche e soprattutto fuori dal terreno di gioco. Oggi, sposato e con figli, pensa al calcio e di tenersi lontano dalle tentazioni. Eppure quell'episodio accaduto all'Interno del Casinò lo accompagna ancor oggi. Quando accadde il club inglese lo multò per poi archiviare il tutto. Ma non è stato dimenticato dal giocatore che lo ricorda nella sua ultima autobiografia: "Non sapevo che Japavesse un'accezione negativa risalente alla Seconda Guerra mondiale, non voleva essere un insulto, al massimo è stata ignoranza. Mi sono scusato, sono davvero pentito e mi dispiace molto. Ho smesso di uscire, ora la sera guardo la televisione coi bambini e poi li metto a letto. Una sera eravamo al casinò di Leicester e c'era un piatto bello ricco, un paio di migliaia di sterline. A un certo punto un ragazzo asiatico ha fatto il giro del tavolo, passandomi dietro ed è andato a parlare con uno dei miei avversari. Ho pensato che gli avesse rivelato le mie carte e mi sono arrabbiato, ho buttato tutto nel mazzo e gli ho urlato ‘Hey Jap, vattene!'

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