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Lazio, ecco ‘el loco’ Bielsa

Intesa vicina con il tecnico argentino, si attende l’ufficialità rispetto all’accordo sul contratto annuale con opzione per il successivo. A Roma sbarca una delle figure più suggestive del calcio sudamericano e internazionale. Batistuta disse: “E’ stato come un padre, il mio primo vero allenatore e il più importante in tutta la mia formazione”
A cura di Maurizio De Santis
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Marcelo ‘el loco' Bielsa alla Lazio. Da Roma sussurrano che la firma – scaramanzia a parte, per com'è andata con Sampaoli e Prandelli – è questione di ore (anzi, di fuso orario…) e che il tecnico argentino sarà il prossimo a sedersi sulla panchina biancoceleste. Volo intercontinentale per l'Argentina, direzione Buenos Aires: a essere spedito in Sudamerica è stato il segretario generale dei capitolini, Armando Calveri. Ha fatto direzione verso Rosario per incontrare il tecnico e chiudere l'operazione. Una scelta suggestiva, considerato il personaggio e la grande esperienza internazionale. Una scelta che il presidente Lotito ha ponderato in queste settimane di contatti e incontri fino a dirigere le proprie attenzioni con maggiore decisione verso l'ex ct dell'Argentina, di recente al timone del Marsiglia.

Marcelo 'el loco' Bielsa dà lezioni di tattica
Marcelo ‘el loco' Bielsa dà lezioni di tattica

Non ci sarà contratto biennale, ma annuale con opzione per la stagione successiva (2017/2018) e un ingaggio da 3.2 milioni di dollari, circa 2.8 milioni di euro al cambio.

Definiti tutti i dettagli, si passerà anche alla composizione della rosa e in tal caso non è detto che calciatori del calibro di Biglia e Candreva lasciano la Lazio. Gli eventuali problemi per un arrivo a Roma del tecnico sarebbero due: la diversa fiscalità imposta dallo stato argentino e alla durata dello stesso contratto che Bielsa preferirebbe fosse di un solo anno. Quale tipo di calcio giocherà Bielsa? E' tutto nelle parole pronunciate qualche tempo fa:

Sono a favore di un calcio più aggressivo. Perché? Perché sono ansioso di natura e perché sono argentino.

Molto più di un allenatore, un personaggio da film in stile Al Pacino che in ‘ogni maledetta domenica' arringa i giocatori della squadra di football americano nello spogliatoio. El loco lo ha fatto alla sua maniera in Francia quando, a margine di una gara pareggiata dall'Olympique con il Lione, parla ai calciatori e li incoraggia così: "Accettate l'ingiustizia, perché tutto si compensa alla fine. Mancano 9 partite e se noi giochiamo come sappiamo, state certi che otterrete ciò che meritate. Anche se vi sembra impossibile: non protestate per niente. Ingoiate il veleno".

Scena da copione, come da storia tutta da raccontare è l'avventura alla guida del Newell's Old Boys, club che ha portato al vertice del calcio argentino partendo dalle giovanili fino a reggere le sorti della prima squadra. Impresa epica che in segno di riconoscimento gli valse l'intitolazione dello stadio della società di Rosario. Sensini, Heinze, Balbo e Batistuta fanno parte della sua scuola. E se Gabriel Omar è diventato Bati-gol lo deve anche agli insegnamenti di quel ‘pazzo' di Bielsa che predica un calcio offensivo, da giocare all'attacco, in costante pressing sull'avversario. "E' stato come un padre, il mio primo vero allenatore e il più importante in tutta la mia formazione", ha raccontato Batistuta. La prossima sfida è riportare in alto la Lazio.

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