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Landon Donovan, il Capitan America del soccer

Tre lustri di calcio che hanno viaggiato in parallelo con l’espansione del movimento calcistico in tutto il paese. Donovan è stato, è e sarà la faccia del calcio statunitense e della Major League Soccer.
A cura di Vito Lamorte
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Nessun giocatore ha avuto un'influenza sul calcio americano come Landon Donovan. Non è stato solo il volto dello sport per più di due decenni ma è stato parte di tutti i momenti più importanti della rappresentativa statunitense. Landon ha contribuito a tenere a galla anche la Major League Soccer che sta cercando di ampliare il futuro di questo sport negli States. Il ragazzo di Ontario ha disputato oltre 350 gare di club in MLS e ha collezionato 156 presenze con la maglia della Nazionale a stelle e strisce: un vero e proprio "supereroe americano". Landon ha detto basta con il calcio giocato al termine della scorsa stagione e si può affermare che il calcio statunitense ha perso il suo re.

Quando Donovan arrivò sui palcoscenici che contavano, negli Stati Uniti il "soccer" era in crisi. Nella Coppa del Mondo del 1998 la rappresentativa a stelle e strisce era uscita al primo turno con la casella dei punti ferma a 0 e la Major League Soccer arrancava per la mancanza di personalità di rilievo nelle sue fila. La distanza tra quel periodo degli States e la squadra che è uscita agli ottavi del Mondiale 2014 è abissale: il calcio americano non è mai stato meglio e Donovan non è stato solo una parte di tutto questo ma ha rappresentato ogni aspetto di questa scalata.

Gli inizi

Landon Donovan nel 1998 faceva parte della IMG Soccer Academy, un'accademia calcistica situate a Bradenton, in Florida, che ospitava calciatori professionisti già affermati o aspiranti fornendo un servizio di allenamento e perfezionamento a livello tecnico e tattico. Il progetto rientrava nello sviluppo del calcio negli Stati Uniti voluto dalla U.S. Soccer Federation e riconosceva ufficialmente il residency program (programma di residenza) nell'accademia allo scopo di formare i giovani talenti. Fu questo il primo tentativo nel paese di formazione di giovani talenti e subito diede i suoi frutti dato che il giovane Donovan vinse il Pallone d'Oro ai Mondiali Under 17 del 1999. Dopo pochi mesi la mezz'ala di Ontario faceva già parte della squadra senior e arrivò al calcio europeo grazie al Bayer Leverkusen. I capelli biondi e l'aria sfacciata erano un tratto di quel Donovan che era felice di sentire tutti coloro che parlavano di quanto fosse bravo. Il calcio americano aveva desiderato una stella e finalmente ne aveva avuta una: giovane, di personalità, poliglotta (parlava inglese e spagnolo). Una star!

Quando si unì al San Jose Earthquakes Donovan vinse la MLS Cup nel 2001 e nel 2003. Nel frattempo, Donovan ha fatto parte della spedizione in Corea e Giappone per la Coppa del Mondo del 2002. Segnò due gol, di cui uno contro il Messico agli ottavi di finale e festeggiò sventolando la maglia in aria. Il calcio americano era entrato nella fase a eliminazione diretta del Mondiale ma la Major League Soccer non riusciva a decollare e a trovare un equilibrio. Gli Stati Uniti erano la nazionale regina della CONCACAF e Donovan era il re ma il movimento cresceva molto lentamente.

Nel frattempo Landon vinse per tre volte consecutive il Player of the Year Award dell'US Soccer e con gli Stati Uniti trionfò nella Gold Cup 2005, qualificandosi per la Coppa del Mondo 2006.

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Donovan e l'Europa

Come già anticipato, Donovan venne acquistato dal Bayer Leverkusen nel 1999 per la squadra giovanile ma poi venne girato in prestito al San Jose Earthquakes per 5 anni. Dopo una breve parentesi nel 2005 di 7 presenze sempre con la "squadra delle aspirine" torna negli States ma nel 2008-2009 tornò in prestito al Bayern Monaco, club con il quale scenderà in campo solo in sei occasioni. Il 18 dicembre 2009 viene invece ufficializzato il suo passaggio in prestito all'Everton, a partire dal mese di gennaio. La Germania non ha portato bene a Donovan. L'esperienza in Inghilterra venne affrontata dalla mezz'ala con grandi motivazioni perchè voleva preparare al meglio i Mondiali del 2010 oltre che per dimostrare il suo valore in Europa. In Premier League Landon venne impiegato nel ruolo di esterno destro di centrocampo collezionando 10 partite condite da 2 gol e quattro assist. Grazie alle sue prestazioni riuscì a ribaltare la stagione fin lì negativa dell'Everton e visti i risultati, la società di Liverpool provò a prolungare il prestito. I proprietari del cartellino, i Los Angeles Galaxy, non concessero il rinnovo per l'immediato ma fecero tornare Donovan durante la pausa della Major League Soccer da dicembre 2011 a marzo 2012. I risultati non furono brillanti come la prima volta e la parentesi europea di Donovan si chiuse con 9 partite (di cui 7 in campionato) senza nemmeno un gol segnato ma con 7 assist.

Donovan e gli States

Le offerte non sono mai mancate ma molti sono restii a lasciare le comodità di casa. Tra questi c'è sicuramente Donovan: ha scelto la Major League Soccer, ha scelto il suo campionato e non ha più avuto ripensamenti. Una mossa positiva anche per Los Angeles Galaxy che così potevano vantare la più grande star calcistica del paese. Anche a casa Donovan dimostrò di essere una personalità complessa ed eccentrica: esaltava le virtù e l'importanza della MLS in crescita ma altri raccontarono di una paura intrinseca nel tentare ancora l'Europa. Odiatissimo in Messico per aver urinato in un cespuglio al Jalisco Stadium, ha poi recitato in uno spot del totocalcio del paese centroamericano. Era annoiato dai media, a volte anche scontroso e in alcune occasioni troppo aperto.

Dopo la Coppa del Mondo del 2006 Donovan ha subito diverse critiche perchè gli Stati Uniti dovevano essere una delle rivelazioni del torneo ma uscirono ai gironi totalizzando un solo punto. Era lo stesso girone dell'Italia.

Nel 2007 ai Galaxy approdò un certo David Beckham. Questo arrivo urtò non poco Donovan. Il suo piedistallo era stato buttato in favore dell'inglese e Landon non apprezzò molto l'arrivo dello Spice Boy. Quella MLS non funzionava e molti diedero la colpa a lui. I fan erano alla ricerca di un nuovo salvatore e Clint Dempsey stava fornendo loro un'opzione allettante. Donovan era ormai la colpa di tutto ciò che c'era di sbagliato nel calcio americano.

Dopo la sua piccolissima parentesi in Europa, Donovan tornò e riprese la sua relazione con Beckham. Il duo spinse il Galaxy alla vittoria del titolo e si era messo da parte dando alla MLS la piattaforma Beckham-centrica che desiderava. Donovan ha regalato agli Stati Uniti due dei momenti più memorabili di sempre: il gol col Brasile nella finale di Confederations Cup del 2009 e quello della qualificazione agli ottavi nel Mondiale sudafricano contro l'Algeria.

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Gli Stati Uniti, dopo un primo tempo stupendo in quel di Johannesburg e con due gol all’attivo, sono calati alla distanza e si sono fatti rimontare da due reti di Luis Fabiano e una di Lucio. Gli uomini di Bradley erano andati in vantaggio con Dempsey al 10′ e intorno al minuto 30 passarono per la seconda volta con un contropiede fulmineo condotto da Donovan e Davies.

A distanza di dodici mesi Donovan riuscì a imprimere nuovamente il suo nome nella storia del calcio a stelle e strisce. A pochi secondi dall'eliminazione nella fase a gironi della Coppa del Mondo del 2010, Donovan si involò da metà campo dopo la rimessa con le mani di Tim Howard. Jozy Altidore crossò basso per Dempsey che sparò sul portiere dell'Algeria e sulla ribattuta la palla rimase in area senza un padrone. Come un fulmine arrivò Donovan che insaccò e portò gli Stati Uniti agli ottavi di finale. Tutto ciò rafforzò ulteriormente la popolarità del capitano e portò gli States tra le migliori 16 del torneo. Donovan ha fatto per la squadra nazionale ciò che era stato previsto quasi un decennio prima ed è stato la perfetta immagine del calcio americano. Ha dimostrato di essere l'eccitante volto del “soccer” ma ha anche mostrato una certa bipolarità. Molti fan in MLS lo odiavano come c'era chi lo amava. Non è passato inosservato. Era una vera star e anche se nella scala ridotta del calcio americano ha lasciato il primo segno nel movimento calcistico del paese.

Il commissario della MLS, Don Garber, dichiarò: “Non c'è dubbio che la Major League Soccer non sarebbe quello che è oggi senza Landon Donovan, la sua decisione di unirsi MLS nel 2001 è stata una dichiarazione per l'intera comunità di calcio, nel momento più cruciale della nostra storia. Landon è stato per la MLS, quello che Michael Jordan è stato quello di NBA, Wayne Gretzky per l'NHL e Tiger Woods è stato per il PGA Tour”.

In 16 anni di Donovan, il calcio americano è passato da una squadra nazionale evanescente con un campionato nazionale nullo, senza stelle e senza rilevanza ad avere una rappresentativa fiorente e una lega nazionale in rapida crescita. Donovan ha toccato ogni parte del paese, era all'inizio del primo programma di sviluppo dedicato ai giovani ed ha fatto parte di tre spedizioni Mondiali. Era il volto della Major League Soccer, un campionato che era apparentemente destinato ad affondare ed ora è sempre più richiamo di grandi nomi. A questo simbolo dell'America pallonara è stato dedicato un documentario "The Finish Line". Donovan è stato il simbolo della nascita di un movimento calcistico di un certo spessore negli Stati Uniti e con il suo addio al calcio un po' di questa magia si è spenta.

Dopo l'annuncio ad agosto, la sua ultima partita con i Galaxy è coincisa con la finale della MLS, vinta proprio dalla squadra di Bruce Arena contro i New England Revolution grazie ad un gol di una vecchia conoscenza del calcio italiano: Robbie Keane.

https://www.youtube.com/watch?v=MJP9uvS-Mlg

L’esclusione di Donovan dai convocati per i Mondiali brasiliani della scorsa estate è stata un duro colpo per un’intera generazione di tifosi americani e non. Molti sotto il regno di Landon hanno visto nascere una squadra competitiva e un campionato credibile: Donovan è stato, è e sarà la faccia del calcio USA e della MLS. L'unica certezza degli ultimi tre lustri del "soccer".

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