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Ladro gli ruba la bici, Legrottaglie: “Riportamela e ti offro da bere”

L’ex calciatore è a Mottola (in Puglia) per ristrutturare una chiesa assieme ad amici. Lì ha subito il futuro della bicicletta. In una lettera pubblicata su Facebook s’è rivolto all’autore del gesto: “Ti perdono. In fondo anche San Paolo perseguitava i cristiani e poi s’è redento”.
A cura di Maurizio De Santis
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cagliari legrottaglie

Sulla panchina del Cagliari, accanto a Massimo Rastelli, c'era anche Nicola Legrottaglie, l'ex calciatore della Juventus, del Catania e del Bari ha assaporato le emozioni di un campionato di Serie A da allenatore (sia pure nei panni del vice). Emozioni forti, che lo hanno spinto a una pausa di riflessione a campionato finito e a dedicarsi, per adesso, alla ristrutturazione di una chiesa a Mottola, comune pugliese nei pressi di Taranto. L'ex difensore sta completando l'opera assieme ad alcuni amici ma siccome il diavolo spesso ci mette la coda, ha tirato un brutto scherzo all'ex giocatore… proprio all'esterno della basilica ha subito il furto della sua nuova bicicletta da parte di ignoti. Episodio che lo ha spinto a scrivere un post su Facebook rivolto all'autore (o agli autori) del gesto.

La lettera di Legrottaglie al ladro che gli ha rubato la bici

A te, che mi hai rubato un pezzo di cuore. No, non è una dedica alla donna di cui sono innamorato, ma un messaggio a te che un'ora fa mi hai rubato la bici. Sì, quella mountan bike arancione, tipo quella in foto, che profumava di nuovo – si legge nel post pubblicato sulla sua pagina Facebook –. E sai perché emanava questo odore? Perché è nuova! Me l'avevano appena regalata i miei amici, con i quali stavo ristrutturando una chiesa, a Mottola, nel preciso momento in cui tu, con destrezza tutt'altro che cristiana, la sottraevi al mio affetto paterno. A te voglio dire che ti capisco. E' una gran bella bici e anch'io l'avrei guardata con bramosia di possesso, ma io mi sarei fermato lì. Prendere ciò che non ti appartiene si chiama rubare. E rubare, credimi, è sbagliato.

Per chi subisce il furto e per chi lo commette, quindi per te, per queste poche semplici ragioni: la mia bici non ti renderà felice. Se cerchi di venderla, soprattutto dopo questo post, ti beccheranno e siccome in Italia il furto è un reato ancora punibile, dovrai pagarne il prezzo; se ci vuoi andare in giro, ti beccheranno; se non ti beccheranno le persone, sarà la tua coscienza a farlo, se non ti beccherà la giustizia terrena, sarà l'altra a farlo, prima o poi. Perché da quella, credimi, non si scappa. In questa vita, come dice il gladiatore, o nell'altra; le ruote ti si bucheranno e il sellino si staccherà proprio quando, dopo esserti sollevato sui pedali come Pantani in fuga, tornerai a sederti subendo le conseguenze divine del tuo gesto scellerato.

Spero tu voglia evitare queste conseguenze e cogliere invece l'occasione per scoprire quanta gioia ci sia nel bene, piuttosto che nel male, consapevole di una certezza: Chiunque tu sia, qualunque cosa volessi fare con la mia bicicletta, io ti perdono. Davvero. Anzi, mi stai quasi simpatico, perchè già immagino la tua nuova vita dopo la conversione all'onestà. Alcuni tra i personaggi che più ammiro hanno fatto brutte cose prima. Pensa a San Paolo. Lui perseguitava i cristiani, peggio di chi ruba loro le bici, ma poi si è redento e ha dedicato la vita agli altri.

I cattivi possono diventare buoni, sai? Oltre a San Paolo, l'hanno fatto Zaccheo, l'Innominato dei promessi sposi e Godzilla. Facciamo un patto, mio quasi amico. Tu mi riporti la bici, lì, dove l'hai trovata, e io siglo la mia stima per il tuo coraggio e la tua ritrovata onestà, offrendoti da bere e regalandoti una maglietta. Puoi venderla su ebay, in modo trasparente e legale, non come faresti con una bici rubata, oppure te la puoi tenere, come ricordo del giorno in cui hai capito la differenza tra il bene e il male. Ti aspetto. Un abbraccio, Nicola

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