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La versione di Tonelli: “Cigarini mi teneva, Denis mi picchiava”

Parole durissime del difensore toscano, che spiega: “Non sarebbe successo nulla se l’Atalanta mi avesse porto delle scuse, invece portano giustificazioni per salvarlo”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Non si placa la polemica in merito all'aggressione di German Denis nei confronti di Lorenzo Tonelli al termine del match di campionato tra Atalanta ed Empoli disputatosi domenica scorsa alle 12.30 a Bergamo e terminato sul punteggio di 2 a 2. Dopo la squalifica di cinque giornate inflitta all'attaccante argentino, a parlare oggi è stato proprio il difensore dei toscani in conferenza stampa: Tonelli, nato e cresciuto nelle fila dell'Empoli, ha dato infatti la sua versione dell'episodio. "E' stato un agguato premeditato: Cigarini mi teneva e Denis mi picchiava".

Parole durissime quelle di Tonelli, che ha ricostruito dettagliatamente quanto accaduto a fine gara, fornendo così la sua versione dei fatti. "Era una partita importante, uno scontro salvezza", ha spiegato, "durante la gara ci può essere del nervosismo dovuto all'eccessivo agonismo, ma quando l'arbitra fischia la fine qualsiasi cosa deve finire. Finita la partita sono andato a salutare i tifosi, ho stretto la mano agli arbitri e sono andato diretto negli spogliatoi", ha continuato, "ho letto, che avrei minacciato Denis davanti al figlio nel tunnel, ma è falso: lui stava parlando a Sky, e ci sono persone che hanno visto che non ero nel tunnel ad aspettarlo", ha chiarito ancora il difensore toscano.

"Mi chiedo come abbia fatto il Procuratore a scrivere quelle cose e come le abbia sapute", ha proseguito Tonelli, "erano passati venti minuti dalla fine, ero dietro la porta e sento Denis che mi chiama. Mi affaccio, lui fa finta di volermi parlare e mi dà un cazzotto sullo zigomo a tradimento. Faccio un passo indietro e vado verso di lui, ma appena uscito dallo spogliatoio c'era Cigarini che mi ha fermato. Denis è tornato e mi ha dato due pugni in testa, ho spostato Cigarini e sono andato verso Denis", ha aggiunto ancora Tonelli, "mi ha fermato un dirigente dell'Atalanta e mi ha buttato in terra, si sono spente le luci e Denis è scappato".

"Se l'Atalanta avesse porto subito delle scuse", ha concluso il difensore toscano, "non sarebbe successo niente. Invece hanno voluto portare delle giustificazioni per salvarlo, dicendo falsità sulla mia persona. Più che danni fisici, sono morali. Che persona sarei se avessi minacciato lui ed il suo bambino di morte? Sono deluso ed amareggiato, sono tutte cose false. E' questa la cosa che fa male, vorrei capire dove ha tirato fuori il Procuratore quelle cose. Non possono farsi condizionare da chi è più potente. Cigarini", ha aggiunto ancora, "mi ha chiamato sul pullman, giurando sui suoi figli che non c'entrava niente. Ma una persona che non c'entra nulla non ha il tempo materiale di intercettarmi e di tenermi fermo".

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