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La storia di Pisacane: ha rischiato la paralisi, adesso gioca in A col Cagliari

Trent’anni, difensore napoletano che Rastelli ha portato con sé in Sardegna da Avellino. In tv s’è commosso per il suo debutto dopo 12 anni di carriera tra la C e la B e ha raccontato: “Una mattina mi sono svegliato e non riuscivo più ad alzare le braccia. Ho avuto una malattia che attacca il sistema nervoso e per diversi mesi son rimasto paralizzato. Con l’aiuto di Dio sono riuscito a cavarmela e a realizzare il mio sogno”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Una mattina mi sono svegliato e non riuscivo più ad alzare le braccia". Fabio Pisacane ha un groppo in gola e le lacrime che gli rompono la voce per l'emozione. Dondola davanti ai microfoni, cullato da quell'emozione che è gioia e tenerezza, la fine di un incubo. "Ho avuto una malattia che attacca il sistema nervoso – racconta a Videolina cosa accadde quando aveva 14 anni – e per diversi mesi son rimasto paralizzato. Sono stato anche in coma. Con l’aiuto di Dio, però, sono riuscito a cavarmela e a realizzare il mio sogno".

La commozione di Pisacane in tv
La commozione di Pisacane in tv

Dodici anni di carriera, esordio in A a 30 anni

Trent'anni, difensore napoletano del Cagliari, in Serie A è arrivato dopo una lunga gavetta sui campi della C e della B. Dodici anni per coronare un sogno, esordire nel massimo campionato italiano. A volerlo in rossoblù è stato il tecnico dei sardi, Rastelli, che lo ha portato con sé dall'ultima esperienza di Avellino e nella sfida contro l'Atalanta lo ha promosso tra i titolari, spostando Isla a centrocampo per colmare la falla aperta dall'infortunio di Ionita e affidando a lui il compito di far sì che da quella parte – la corsia di destra – il reparto fosse blindato. "Conosco il mister da tanti anni, non mi ha mai regalato nulla e questo me lo fa apprezzare ancora di più. Merita tante soddisfazioni".

Ambasciatore Fifa dopo aver denunciato una combine

"Ce l'ho fatta", dice mentre si asciuga il viso dal pianto. "Ce l'ho fatta" e nasconde per un momento il volto dietro una mano perché avere carattere non esclude la sensibilità. E di carattere Pisacane ne ha tanto, come dimostra un altro episodio particolare della carriera: nel 2012 la Fifa gli conferì la nomina di ambasciatore: aveva rifiutato di partecipare a una ‘combine' e denunciato tutto. "Ho mangiato tanta polvere, essere qui oggi mi emoziona – ha aggiunto Pisacane -. Devo ringraziare la mia famiglia, mia moglie e coloro che mi sono stati vicini sempre. Sognavo da tempo questo giorno".

Il messaggio su Instagram di Pisacane: "Grazie a chi ha creduto in me"

Grazie a tutti quelli hanno permesso che questo giorno arrivasse, alla mia famiglia, ai miei genitori che da bambino mi hanno messo nelle condizioni di essere libero da pressioni, di vivere questo sport come un gioco. Grazie a te Giorgio che da lassù mi guidi in tutti i miei passi. Grazie a mia moglie che mi sopporta da 11 anni tutte le settimane, sopratutto quando non gioco, o quando si perde. Grazie al Cagliari Calcio che come società ha creduto prima nell'uomo, poi nel calciatore: Grazie ai miei compagni di squadra che mi hanno sostenuto in questi mesi ed accettato per i miei pregi e i miei difetti (che ne sono tanti ). Voglio condividere con chi mi vuole bene questo momento per me magico.

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