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La Spagna si gode Iniesta, il prestigiatore cui nessuno ha mai dato il Pallone d’Oro

Sempre al centro dei Barcellona vincenti da Guardiola a Vilanova, a Martino e Luis Enrique, il ‘prestigiatore’ ha trascinato la Spagna al successo negli ultimi due Europei e al Mondiale 2010. Oggi è ancora protagonista con la Roja e contro la Turchia ha mostrato il meglio di sè per dare l’assalto al terzo Europeo consecutivo. Che sarebbe leggenda.
A cura di Alessio Pediglieri
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Andrè Iniesta ha ancora deliziato i tifosi della Spagna e non solo: il centrocampista del Barcellona ha permesso alla Spagna di essere prima nel proprio girone, a punteggio pieno, grazie alla sua sapiente regia a centrocampo che lo conferma essere tra i migliori in assoluto nel suo ruolo. In Europa e nel mondo. Un giocatore essenziale, sia per la Roja che per il club catalano dove ha vissuto le proprie stagioni attraverso le gestioni di Guardiola, Vilanova, Martino e Luis Enrique risultando sempre fondamentale e decisivo. La sfida contro la Turchia è stata l'ennesima occasione per dispensare fantasia, giocate e classe a compagni ed esteti del calcio. Sport cui ha dato più di quanto abbia ancora ricevuto.

Il Pallone d'oro non lo vincerà mai. Peccato, perché Don Andrè non segna tanto – questa stagione ha messo in porta solamente una rete – e non è nemmeno al centro del gossip o dei rumors di mercato: è nato e vissuto calcisticamente a Barcellona, dove chiuderà la propria immensa carriera. Ma se andiamo a vedere cosa ha vinto e soprattutto la qualità delle sue prestazioni nel corso degli anni ci si accorge che Iniesta non solo è tra i grandi di sempre ma forse è anche il più grande.

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Chi ha visto la partita contro la Turchia ha avuto un assaggio delle doti di Iniesta: sombreri, passaggi filtranti, un possesso di palla perfetto a discapito di avversari che inutilmente provano a togliergli la sfera. Non a caso, in Spagna lo hanno soprannominato il ‘prestigiatore', il mago del calcio pronto a numeri di alta scuola che hanno nei decenni fatto immenso il Barcellona e hanno permesso alla Spagna di vincere due Europei di fila e un Mondiale da protagonisti. Lui, oggi 32enne, c'è sempre stato e ci sarà ancora. L'idea di smettere col calcio al momento non lo ha ancora sfiorato. C'è un Europeo – il Terzo, e sarebbe leggenda in caso di successo – e un Mondiale alle porte con la maglia della Roja. E riscattare il Barcellona in Europa il prossimo anno, prima di attaccare le scarpette al chiodo.

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