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La lettera di Ranieri: “La storia del Leicester dà speranza a tutti”

Il tecnico della sorprendente capolista della Premier racconta il fenomeno Leicester e ne svela i segreti, compresa la pizza.
A cura di Marco Beltrami
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Storia del calcio e dello sport. E’ quella che sta scrivendo il Leicester di Claudio Ranieri sorprendente capolista della Premier quando mancano sei giornate al termine. Imprese come quelle dei Foxes, che attualmente hanno 7 punti di vantaggio sulla seconda Tottenham, sono destinate ad essere celebrate a lungo. Tanti i motivi d’interesse nella cavalcata che Claudio Ranieri ha provato a raccontare in una lettera aperta pubblicata sul ‘theplayerstribune.com’.

L’allenatore capitolina ha raccontato in primis le origini del fenomeno Leicester: “Ricordo il primo incontro col presidente, quando sono arrivato in estate. Ci siamo seduti e mi ha detto: ‘Claudio, questo è un anno molto importante per il club. È molto importante per noi rimanere in Premier League, dobbiamo stare tranquilli'. Ho risposto di stare tranquillo, che avremmo lavorato duramente in allenamento e avremmo raggiunto il risultato”. Non è mai stato un mistero l’obiettivo primario del club, ovvero la salvezza: “Quaranta punti. Questo era l'obiettivo. Questo era quanto ci serviva per difendere la Premier League, per regalare ai nostri tifosi un altro anno in questo campionato. All'epoca, non sognavo che avrei sfogliato un giornale il 4 aprile e visto il Leicester capolista con 69 punti. L'anno scorso, nello stesso giorno, il club era ultimo. Incredibile”.

Molti dei giocatori del Leicester sono ora famosissimi, come Vardy, Mahrez, Kantè. Ma il tecnico ipotizzava un simile exploit? Queste le sue parole: “Forse in questi giorni avete imparato a conoscere i nostri giocatori: giocatori considerati troppo piccoli o troppo lenti per i grandi club. N'Golo Kanté. Jamie Vardy. Wes Morgan. Danny Drinkwater. Riyad Mahrez. Quando sono arrivato e ho visto le loro qualità, ho capito quanto potessero fare bene. Sapevo che avremmo avuto una possibilità di rimanere in Premier League”. In particolare ecco l’aneddoto su Kantè: “Correva così duramente che ho pensato dovesse avere una batteria nascosta nei pantaloncini. In allenamento non si fermava mai e gli ho detto di rallentare, di non inseguire sempre la palla. Mi ha detto ok, poi dopo dieci secondi ha ripreso a correre”.

Il segreto del Leicester? La pizza: “Nelle prime nove partite abbiamo vinto, ma prendevamo troppi gol ed ero preoccupato. Prima di ogni partita, chiedevo sempre ai ragazzi di non prenderne. Non è successo e ho cercato altre motivazioni. Perciò prima della partita contro il Crystal Palace ho promesso loro una pizza. Ovviamente, non hanno preso gol. Perciò li ho portati in una pizzeria in piazza, ma ho preparato una sorpresa, avrebbero dovuto cucinarsi la loro pizza. Perciò siamo andati in cucina e abbiamo lavorato, ma era davvero buona. Dopo quella volta, abbiamo giocato 12 partite senza subire gol. Non penso sia una coincidenza”.

In conclusione un invito a crederci sempre, perché tutto è possibile e non solo nel calcio: “A prescindere da quello che accadrà, penso che la nostra storia sia importante per il calcio. Dà speranza a tutti i giovani giocatori che non sono considerati abbastanza bravi. Cosa serve per arrivare? Un nome? No. Un contratto? No. Serve tenere aperti cuore e mente, serve una batteria piena e correre liberi. Chi lo sa, magari a fine stagione faremo due cene a base di pizza".

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