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La Juve si gode il fenomeno Tevez scartato dall’Inter e dal Milan (video)

Nel 2012 fu Claudio Ranieri tecnico nerazzurro a puntare su Destro e lasciar stare la pista che portava all’Apache. Nel 2013, Galliani aveva in mano Carlitos ma Pato rifiutò il Psg con l’appoggio di Barbara e papà Silvio. Così, arrivò la Juve e oggi Tevez è tra i migliori e più decisivi attaccanti in circolazione. Carlitos comanda la classifica dei marcatori con 17 gol mentre sono 25 quelli stagionali (compresi i 6 realizzati in Champions League e i 2 in Supercoppa italiana) ed è a -4 rispetto al record personale stabilito quand’era al Manchester City.
A cura di Alessio Pediglieri
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La storia dell'approdo di Carlitos Tevez alla Juventus passa attraverso clamorosi rifiuti. Primo, quello di Roberto Mancini che con l'Apache mai legò ai tempi del Manchester City, tra litigi, rientri dall'Argentina ritardati, fughe e polemiche infinite. Poi, si mise Claudio Ranieri, allentore interista, nel 2012 a non gradire l'idea di Massimo Moratti di prelevare Carlitos dall'Inghilterra e portarlo nell'attacco nerazzurro. Infine, forse la trattativa fallita più clamorosa, nell'estate 2013 fu il Milan nella figura di Adriano Galliani ad avere l'accordo col giocatore e il suo entourage chiudendo l'affare sui giornali ma non con un contratto ufficialmente firmato per l'opposizione di Pato – coadiuvato dalla compagna dell'epoca, Barbara Berlusconi e, di conseguenza, con l'appoggio di papà Silvio – di trasferirsi malgrado una principesca offerta del Paris Saint Germain. Finendo, qualche settimana dopo nella lista degli acquisti di Marotta, per la Juventus prima di Conte e oggi di Allegri.

Tutti lo cercavano ma nessuno lo voleva. Forse per quella su fama di spirito ribelle, di talento ingestibile, di giocatore dalle enormi qualità ma spesso utilizzate in modo troppo alterno. E poi quella mai chiarita storia della Nazionale argentina in cui Tevez non ha giocato per anni malgrado lo meritasse perdendo anche l'opportunità dei Mondiali brasiliani. Tutto, ben miscelato e mescolato dava un ritratto pieno di ombre per l'"hombre del pueblo", uno dei giocatori da sempre più amati in patria ma difficilmente apprezzati all'estero. Come quando Mancini decise che poteva essere ceduto aprendo il calderone del calciomercato dove Tevez – stranamente – finì sempre e solo sotto la lente di ingrandimento del calcio italiano, senza l'interessamento reale di altre big d'Europa.

Claudio Ranieri, al tempo allenatore interista, nell'estate del 2012 dovendo preparare il mercato della stagione entrante, si confrontò con Massimo Moratti che da sempre è stato attratto dai giocatori del momento, da prelevare senza badare  – quasi – alle spese. Tra questi, Carlos Tevez era uno di quelli che solleticava le fantasie di Moratti, pronto a fare l'ennesima ‘follia'. Ma non quelle di Ranieri che contropropose: "Presidente lasci stare Tevez e riporti subito Destro qui", puntando sull'attaccante allora reduce d una strepitosa stagione al Siena e frutto del vivaio nerazzurro. Un suggerimento che ebbe effetto immediato sul mancato acquisto dell'Apache ma non sul ritorno di Destro, poi sbarcato in giallorosso.

Anche Adriano Galliani, quando incontra Tevez, deve pensare all'estate del 2013. Quella del raid in gran segreto in Inghilterra, alla corte del City. Quello dell'accordo con il potentissimo agente dell'Apache,  Kia Joorabchian. Quello della famosa fotografia scattata al ristorante che sanciva la conclusione della trattativa tra l'ad rossonero e il campione argentino. Fino al gran rifiuto di Alex Pato a lasciare il Milan, malgrado la ricca proposta del Psg, con il giovane (infortunato) attaccante brasiliano, al tempo fidanzato di Barbara Berlusconi appena entrata in società, che preferì rimanere a Milano. Con (l'obbligato) avvallo di Berlusconi e la conseguente brutta figura di Galliani che ritornò dall'Inghilterra con le mani vuote.

A favore di una Juventus che oggi si gode l'Apache, tornato, prepotentemente, anche nella nazionale argentina. Carlitos comanda la classifica dei marcatori con 17 gol mentre sono 25 quelli stagionali (compresi i 6 realizzati in Champions League e i 2 in Supercoppa italiana) ed è a -4 rispetto al record personale stabilito quand'era al Manchester City. Un Tevez rigenerato, decisivo, mai così forte e leader in un gruppo che ha conquistato a suon di prestazioni esaltanti, gol e personalità. Non si tirò indietro nell'indossare la "numero 10" lasciata scoperta da un certo Alex Del Piero, diventò subito vice capocannoniere al primo anno, oggi è in testa alla classifica marcatori. E tutto condito da due scudetti consecutivi. In attesa di conquistare in bianconero anche l'Europa.

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