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La Champions League ritrova finalmente il calcio italiano

La rinascita del nostro calcio è servita. Non solo le ottime e convincenti prestazioni di Juventus e Roma – 7 gol fatti in totale e 1 subito – ma anche le reti decisive di Balotelli e di Immobile. Segno che qualcosa, di positivo, è cambiato.
A cura di Alessio Pediglieri
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Se qualcuno ce lo avesse chiesto prima di martedì gli avremo dato del pazzo: Roma e Juventus tra le protagoniste assolute nelle due serate d'esordio in Champions League? Macchè! Tutti pronti a vivere l'ennesimo Purgatorio continentale con la gogna di fare le comprimarie mentre lo spettacolo, i gol e i riflettori andavano altrove. Invece, per una sera – anzi per due – la storia si è capovolta. Siamo noi, grazie a Juve e Roma, ad essere l'ombellico della Champions League con 7 gol segnati e 1 subito in 180 minuti giocati. Bene, tanto da rilanciare il marchio del nostro calcio mentre altrove si fatica ostentando campioni pagati fior di soldi. Per i bianconeri la rinascita è passata dai piedi dell'Apache, ritornato a segno dopo 5 anni di figiuno. Per i giallorossi attraverso il lavoro di Garcia che ha meticolosamente preparato il debutto all'Olimpico contro il CSKA Mosca.

Juventus: Tevez che segna, simbolo che qualcosa è cambiato

Il buon giorno si era visto già con la Juventus che finalmente esordiva in Champions League con una vittoria. Fatto raro negli ultimi anni quando sempre c'era il mezzo passo falso che già diveniva prodromo di un cammino difficoltoso. E invece, martedì sera la ‘cura' Allegri ha funzionato, sia nella testa che nelle gambe dei giocatori. Il Malmoe si sa che non sarà un fulmine di guerra, anzi, e che i veri banchi di prova saranno altrove. Eppure, anche contro una modesta avversaria, la Juventus non solo ha  – tradizionalmente – sofferto ma ha anche capitalizzato, schizzando in testa al proprio girone mentre altrove, i giganti cadevano. Giganti campioni di Spagna, vice campioni d'Europa, che hanno vissuto l'ennesima sessione di mercato a suon di milioni, ma che in Grecia hanno abbassato la cresta e perso qualche penna nella sconfitta con l'Olympiakos terzo incomodo per la corsa qualificazione. I bianconeri, invece, hanno ritrovato il loro leader che potrebbe portarli lontano. Quel Tevez che l'anno scorso coi gol fece vincere la Juve in campionato e che quest'anno, con le sue reti la fa volare in Europa. Un elemento non secondario perché il successo all'esordio è arrivato anche senza alcuni uomini chiave come Vidal e Pirlo e altri a metà servizio come Chiellini e Morata.

Roma: Garcia ha plasmato il successo

Di diversa natura ma di simile risultato è stato il debutto della Roma in una coppa che si è conquistata gara dopo gara l'anno passato con una stagione perfetta. Straordinaria serata di Gervinho, sempre più scommessa vincente di Garcia. Ma anche del gruppo, figlio di un progetto che passa dalle mani del tecnico che ha preteso e ottenuto più petali di qualità nella sua rosa e che ha rilanciato l'orgoglio giallorosso oltre l'ostacolo, andando a siglare 5 reti che potrebbero risultare pesantissime in un Gruppo dove ogni punto sarà fondamentale. E' vero, il Bayern Monaco ha vinto la sua gara contro il City e il Manchester sarà la prossima avversaria della Roma. Ma poco conta, perché se i giallorossi manterranno questa mentalità, come dice Totti, saranno la vera mina vagante.

Riscatto ottenuto, il Mondiale imbarazzante è alle spalle

Italia riscattata non solo da Roma e Juventus, ma anche dai vari giocatori disseminati qua e là in Europa. Applausi soprattutto per i due più attesi, Mario Balotelli con il Liverpool e Ciro Immobile a Dortmund. L'ex granata ha segnato un gol da cineteca al 45′, con uno scatto da metà campo e un diagonale conclusivo che ha dimostrato come sia già entrato negli schemi di Kloop e nel cuore dei tifosi gialloneri di Dortmund. L'ex milanista ha aperto le danze per il successo del Liverpool con un gol di rabbia e opportunismo. Portandolo ad essere il primo giocatore italiano a segnare in Champions League con quattro club differenti. E poi, ancora, la vittoria dello Zenit di Mimmo Criscito, il debutto nel secondo tempo di Alessio Cerci con l'Atletico, la sufficiente prestazione del Psg degli italiani in formazione.

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