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La Champions League parla spagnolo: nel 2015/2016 ben 5 squadre ai nastri di partenza

Grazie alla vittoria del Siviglia, nella finale di Europa League, il calcio spagnolo diventa protagonista assoluto della prossima competizione europea. Un dominio che, a pochi mesi dall’europeo francese, suona come un campanello d’allarme per gli altri paesi.
A cura di Alberto Pucci
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In attesa della finale tra Barcellona e Juventus, il Siviglia batte il Dnipro e la Spagna intera "batte il cinque". Il riferimento del titolo scelto da Marca ("¡Choca esos cinco!") è alle cinque squadre che il movimento spagnolo porterà nella prossima Champions League. Oltre al Barça, al Real Madrid e all'Atletico, il calcio iberico sarà presente ai gironi con il Siviglia (splendido vincitore dell'Europa League) e, forse, anche con il Valencia che avrà il compito di passare indenne i playoff di questa estate. Una "manita" rumorosa, un successo incredibile che riporta in prima pagina il calcio spagnolo dopo i successi ottenuti con i club e, sopratutto, con la nazionale. Un "en plein" riuscito (in parte) solo all'Inghilterra nel 2005/2006 che qualificò Liverpool (detentore del trofeo dopo la tragica notte rossonera di Istanbul), Arsenal, Manchester United e Chelsea, perdendo per strada (ai preliminari) l'Everton, sconfitto proprio da una spagnola: il Villareal. Un dominio certificato dalla vittoria della squadra di Unai Emery a Varsavia e che potrebbe addirittura venir amplificato da un'eventuale (e qui tocchiamo ferro) successo del Barcellona contro l'undici di Massimiliano Allegri.

Se anche Berlino si dovesse tingere dei colori della bandiera spagnola, la Spagna avrebbe anche l'onore di avere per la seconda volta consecutiva una finale di Supercoppa Europea tutta spagnola, con una sfida stellare tra Leo Messi e Carlos Bacca: il "match winner" della sfida contro gli ucraini del Dnipro. Una consacrazione che, certamente, farà bene al ranking spagnolo e alla stessa nazionale di Vicente Del Bosque, impegnato a ricostruire una squadra vincente, dopo il "flop" negli ultimi mondiali brasiliani. L'exploit delle squadre spagnole, è anche figlio di una crescita generale in campo e fuori. Il testimonial perfetto di questo ennesimo salto verso l'alto, è il tecnico del Siviglia Unai Emery. Cresciuto a "pane e calcio", il  43enne allenatore ex Valencia (tra i candidati per sostituire Pippo Inzaghi, sulla panchina del Milan), è il simbolo di una "new generations" di tecnici giovani e preparati che, ovviamente, comprende anche Luis Enrique: allenatore un tempo ripudiato e sbeffeggiato alle latitudini del Colosseo romano.

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