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L’UEFA esclude il Partizan Belgrado per 3 anni da tutte le competizioni europee

Da troppo tempo il club serbo navigava in cattive acque economiche e adesso è arrivata la sanzione per avere oltre 2,5 milioni di debiti. Già nel 2013 aveva ricevuto la stessa pena, poi ritirata dall’Uefa. In Italia, c’è l’Inter sotto osservazione per il fair play finanziario.
A cura di Alessio Pediglieri
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Cala la scure dell'UEFA sul calcio europeo che non riesce a uscire dai debiti e non rispetta il Fair Play Finanziario, imposto dalla gestione Platini e che ancor oggi miete vittime tra le società in difficoltà economiche. Come è accaduto alla società serba che non è riuscita a risalire la china e ha presentato all'ultimo controllo della commissione FIFA i conti non a posto: tre anni di esclusione da qualsiasi competizione continentale.

3 anni di stop per debiti – Il Partizan Belgrado non potrà giocare le coppe, anche se nel proprio campionato riuscisse a qualificarsi. Non potrà disputare ne' la Champions ne' l'Europa League per i prossimi tre anni, poi si vedrà. Nulla è ceeto, perché   questa è stata la sentenza della Uefa alla luce dei debiti non pagati dal club serbo, che fino allo scorso settembre ammontavano a 2,5 milioni di euro e che potrebbero  – nel caso non venissero evasi – protrarsi anche ulteriori stagioni a venire.

Partizan recidivo – Il Partizan Belgrado è in difficoltà da tempo. E non è un caso che sia recidivo in fatto di rosso in bilancio. La società si era già vista infliggere nel 2013 un anno di esclusione dalle coppe per lo stesso motivo. Una pena che poi venne sospesa dalla tessa UEFA e negli ultimi cinque anni per tre volte è incappato nella stessa violazione. Che ha portato all'attuale decisione di esclusione dalle competizioni davanti alla quale non potrà fare appello.

Inter nel mirino – Il controllo economico su tutti i club d'Europa da parte dell'UEFA è oramai una spada di Damocle che spesso è caduta anche in Italia dove prima la Roma e poi – soprattutto – l'Inter ne hanno assaggiato la lama. I nerazzurri ne stanno uscendo con estrema difficoltà grazie ai nuovi soldi che stanno arrivando dalla Cina. Ma la trattativa Gagliardini (che è costata 2 milioni ma in prospettiva pesa per 22) ha rimesso i fari dell'UEFA puntati verso il club milanese che nella sessione di gennaio dovrà vendere e raccogliere entrate sufficienti per poter giustificare e sostenere queste spese.

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