L’ironia di Torres: “In un mese mi hanno venduto a Inter, Valencia, Atletico e Monaco”
Tutti vogliono El Niño. Fernando Torres è, infatti, tornato ad essere al centro delle principali trattative di mercato. Indiscrezioni che, nonostante le smentite di Mourinho, darebbero l'attaccante spagnolo in partenza da Londra con possibile destinazione italiana, francese o spagnola. Eventualità che non sembrano attirare più di tanto il giocatore del Chelsea: "Nell'ultimo mese sono stato venduto all'Atletico, poi al Valencia, poi all'Inter e infine al Monaco – ha risposto scherzando ai cronisti dell'Indipendente – Ho ancora due anni di contratto e ho detto fin dal primo giorno che ho firmato un contratto di cinque anni con il Chelsea perché avrei voluto giocare cinque anni con questa squadra".
Le trattative – A muoversi per prima è stata l'Inter che sta cercando un attaccante di peso per la prossima stagione. Il sogno rimane Dzeko, mentre Torres potrebbe essere una valida alternativa. Per lo spagnolo, il club nerazzurro avrebbe in mano un accordo di massima con il Chelsea per il prestito. Scoglio insormontabile (almeno per ora) rimane lo stipendio chiesto dal giocatore (5 milioni di euro all'anno), decisamente fuori dai canoni interisti. L'ipotesi di un ritorno in patria, rimane la più suggestiva. Per conto del Valencia si era mosso l'imprenditore indonesiano Peter Lim (lo stesso che vorrebbe acquisire il 30% del Milan), nei giorni in cui era vicino alla scalata del club. L'Atletico Madrid, invece, vorrebbe riportarlo in Spagna nell'eventualità di una partenza di Diego Costa. Sul giocatore ci sarebbero anche Monaco, Galatasaray e Tottenham.
Il rapporto con Mou – Non è facile andare d'accordo con l'allenatore portoghese. Ne sa qualcosa Sameul Eto'o: il suo diretto concorrente per una maglia da titolare nei "blues". Fernando Torres è, però, ragazzo dotato di pazienza e carattere: "Mourinho sceglierà l'attaccante che reputa sia il meglio per la squadra – spiega Torres – Il mio rapporto con lui? Con me non ha fatto niente di speciale. Mi tratta come tutti. Mi mette in campo quando crede che io possa essere l'attaccante più adatto e in panchina in caso contrario. Il mio obiettivo è quello di fargli capire che sono sempre l'opzione migliore".
