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L’Inter supera i 100 milioni sul mercato, come nel 1999. Ma adesso deve vincere

Con Gabigol e Joao Mario i nerazzurri ha toccato quota 118 milioni, come accadde diciassette anni fa quando Moratti ne investì ben 145 a fine estate. Risultati? Zero. Ma oggi non si può fallire ancora e De Boer ha il compito di riportare la società ai vertici del calcio nazionale e non solo.
A cura di Alessio Pediglieri
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Come nel 1999, o quasi. Diciassette anni fa sotto la gestione Moratti l'Inter investì qualcosa come 150 milioni nel mercato estivo per rifondare la squadra. Oggi, con la gestione cinese del Suning e gli ultimi acquisti effettuati, il club nerazzurro ha superato quota 100. Un segnale importantissimo in un ambiente in cui non si è mai guardato agli investimenti, mettendo mano al portafoglio più di quanto poi non abbiano raccolto i risultati in campo. Ma adesso è il momento di svoltare.

Cosa hanno in comune Gabigol Joao Mario, Candreva e Ansaldi con Christian Vieri, Peruzzi, Seedorf, Cordoba, Panucci, Serena, Georgatos, Domoraud, Blanc, Jugovic? I colori nerazzurri, certamente. Ma anche il fatto di essere stati i giocatori acquistati per un totale a tre zeri. Gli ultimi arrivi, infatti, hanno portato il tabellino delle uscite economiche attuali over 100 milioni, proprio come nel 1999 quando Moratti investì molto di più, toccanso i 150.

Allora il fiore all'occhiello di una campagna acquisti stratosferica fu Christian Vieri, pagato la bellezza degli attuali 45 milioni di euro, l'acquisto più costoso che però non portò a nulla da un punto di vista dei risultati sportivi. Come spesso era accaduto nella gestione Moratti, avara di trofei ma prodiga di mercati da scudetto.

Oggi, il Suning sembra non voler essere da meno. Se nel '99 il patron sborsò un totale di 147 milioni, oggi Zhang ne ha messi sul piatto 118 con gli ultimi colpi tra Joao Mario e Gabigol che hanno riacceso le speranze dei tifosi interisti in attesa di tornare a gioire doppo gli ultimi memorabili fasti targati 2010.

De Boer ha così un compio ancor più arduo: non si può dire che la società non abbia investito e adesso tocca al tecnico olandese dimostrare di meritarsi il posto che era di Mancini portando il club a vincere qualche trofeo o – almeno – riportarlo in Europa dalla porta principale. L'inizio è stato pessimo con la sconfitta a Verona, adesso c'è il debutto davanti al proprio pubblico a San Siro contro il Palermo. Gara da non sbagliare. Così come il terzo turno quando ci sarà la Juventus a Torino, da affrontare.

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