3 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

L’Inter annuncia lo stato di crisi: Palermo, Napoli e Lazio per riscattarsi

La crisi c’è ma i margini per ridimensionarla e ripartire ci sono. Stramaccioni ha lavorato sul piano tattico e psicologico e il prossimo trittico che aspetta l’Inter (Palermo-Napoli-Lazio) è proprio ciò che serve per il rilancio. Sempre che ci si tolga di dosso le tossine del caso-Sneijder, dello stop a Cassano e degli ultimi passi falsi.
A cura di Alessio Pediglieri
3 CONDIVISIONI
inter a testa bassa

Un punto in quattro partite (tra Serie A e Champions) è un messaggio forte e chiaro che qualcosa non va. O meglio, non sta girando più nel verso giusto. Questo infatti è lo score dell'Inter del dopo-Juventus, quando nella sera del 3 novembre scorso gli Strama-Boys violarono lo JStadium per 1-3 decretando la prima sconfitta dei bianconeri fino ad allora imbattuti. Poi, il buio: scivolone a Bergamo (con polemica), il pareggio in apnea a San Siro con il Cagliari, la figuraccia europea a Kazan e – ultima – la sconfitta di Parma. Un'involuzione preoccupante che ha aperto ufficialmente una piccola crisi all'interno della squadra che appare oggi senza più le certezze e la serenità che aveva permesso di uscire fuori dal guado dopo un avvio stagionale tutt'altro che incoraggiante.

“ I ragazzi sono stati fantastici. Fantastici davvero! ”
Moratti (dopo Juve-Inter)
Vincere a Torino è costato troppo – Di buono c'è comunque che quest'ultima Inter è troppo brutta per essere reale: una squadra – malgrado i tifosi nerazzurri sono da sempre abituati ad alti e bassi clamorosi e inspiegabili – che fino ad un mese fa stava dimostrando una costante (anche se lenta) crescita psicofisica trovando la quadratura del cerchio da un punto di vista tattico e riconquistando quelle convinzioni che le avevano fatto vincere tutto solo due stagioni fa, non può aver perso tutto per strada. Improvvisamente e senza motivo. Ed è proprio da questo aspetto che si deve ripartire, perchè un motivo per cui le cose vadano bene o male, c'è sempre. Basta cercarlo ed accettarlo. E il perchè di un freno a mano tirato che ha fatto perdere occasioni importanti per riagganciare in vetta la Juventus è presto detto: l'Inter non ha saputo gestire il successo di Torino. Tutto qui. Ma non è poco, visto che vincere contro la Juventus si è rivelato più che un motivo di autostima e di rilancio, un pericoloso boomerang: il gruppo si è rilassato, qualcuno ha forse creduto che il più fosse fatto. Peccato capitale per un gruppo che annovera ancora dei reduci del Triplete e che ha in panchina un allenatore, sì giovane, ma che ha sempre mantenuto volutamente un profilo basso senza mai esaltarsi o deprimersi a seconda dei risultati.

“ Finché non ci sarà la serenità del giocatore non ci sarà neanche una conferma tecnica. ”
Branca (su Sneijder)
Una dirigenza ‘distratta' e lontana dalla squadra – Se si guarda il bicchiere mezzo vuoto non si può notare che le battute a vuoto siano coincise con alcuni fattori collaterali che hanno lasciato il segno: una difesa che ha cambiato ‘senatori' (a Bergamo senza Ranocchia e Samuel, poi rientrati col Cagliari ma tutt'ora diffidati), la squalifica di Antonio Cassano, il ‘caso' Sneijder. Tutti elementi che di certo non hanno rasserenato un ambiente che ha necessità di una scossa forte ed immediata e – soprattutto – di concentrazione. Sotto questo punto di vista se la dirigenza e Massimo Moratti invece che a pensare di far polemica o a esternare Branca su Sneijder avesse concentrato le proprie energie nel stare più vicino alla squadra (Berlusconi insegna), male non avrebbe fatto a nessuno. La sensazione è che l'ambiente si stia ritrovando psicologicamente ‘scarico' a novembre, essendosi dato un obiettivo al momento ingestibile: essere costantemente l'anti-Juventus. Non c'è maturità sufficiente – lo dicono i dati del dopo Torino – e quindi serve un intervento deciso (che Stramaccioni ha fatto ieri con una strigliata di mezz'ora a tutta la squadra) perchè ci si rifocalizzi su traguardi più accessibili e a breve-medio termine. Come restare in zona Champions al giro di boa, visto che sul cammino in campionato, l'Inter ha comunque da affrontare adesso due partite in casa consecutive. Con avversari tutt'altro che facili: il Palermo dell'avvelenato Gasperini, il match diretto col Napoli (attualmente secondo dopo aver scalzato proprio i nerazzurri) e la sfida all'Olimpico contro la Lazio. Tre partite che decideranno – nel bene o nel male – il destino interista.

“ Abbiamo fatto un punto in tre partite? Non va bene e siamo arrabbiati ”
Stramaccioni (dopo Parma)
La cura ‘Strama': umiltà e 5-3-2 – Se si guarda il bicchiere mezzo pieno, ci sono altrettanti – se non maggiori – elementi per trovare conforto. Il progetto-Stramaccioni sta continuando con una sua logica. All'interno della squadra molti giovani hanno trovato la loro dimensione: in difesa Ranocchia si è scrollato le tossine dell'anno scorso, Juan si sta confermando un investimento di tutto rispetto; a centrocampo c'è la conferma del giovane Obi, mentre Pereira sta prendendo le misure con il ruolo di esterno alto; in avanti, Coutinho e Livaja hanno un posto fisso in Europa e lavorano per avere le proprie chances anche in campionato. Sconfitta (brutta) a parte contro il Rubin Kazan per 3-0, la meglio gioventù nerazzurra sta compiendo un tirocinio che dovrebbe laurearla abile ed arruolata nel corso della stagione, crescendo proprio nel momento in cui – da primavera in poi – ogni punto peserà come un macigno. Anche la ‘vecchia guardia' sembra ancora pronta a non darsi per vinta: Milito e Palacio sono sui rispettivi livelli di rendimento, mentre Cassano – prima dello stop – aveva anche fatto la differenza in più di una occasione, mentre a centrocampo la diga Zanetti-Cambiasso-Guarin appare ancora tra le più affidabili, così come in difesa il perno centrale di Walter Samuel e la garanzia tra i pali di Samir Handanovic.
Insomma, non c'è da disperarsi, ma  la ripartenza passa solamente da un dato certo: i risultati. E già contro il Palermo, Stramaccioni sta correndo ai ripari dimostrando ancora una volta un pizzico di saggezza tattica che non guasta per uno tra i più giovani allenatori della Serie A: una difesa a tre pronta a trasformarsi a 5 con due esterni dedicati più a coprire che ad offendere. Non a caso nelle ultime sedute, sulle fasce ha messo il capitano Javier Zanetti e Yuto Nagatomo che ben si prestano ad un 5-3-2 più difensivo.

Sempre che la voglia di rivincita di Giampiero Gasperini non prevalga anche domenica pomeriggio a San Siro. A quel punto sì, sarebbe davvero difficile trovare la metà piena di un bicchiere che risulterebbe sempre più asciutto…

3 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views