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L’incredibile Italia di Prandelli ad un passo dal sogno continentale

Dopo aver fatto piangere la Regina, ora tocca anche alla Merkel. L’Europa calcistica si inginocchia davanti allo strapotere italiano mai, come in questa occasione, così evidente. Domenica a Kiev, saremo i guastafeste della festa (annunciata) spagnola!
A cura di Alberto Pucci
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Germania-Italia - Semifinale Euro 2012

L'Italia innamorata – Bella da stropicciarsi gli occhi e da non crederci, bella da farci perdere il sonno. L'Italia è in finale, con pieno merito e dopo aver ancora una volta fatto innamorare gli italiani che, nel corso degli anni, l'avevano un pò snobbata e tradita. Tornano in mente i magici momenti del mondiale 2006 ed i titoli a nove colonne che accompagnarono l'impresa dei ragazzi di Marcello Lippi: prime pagine, ormai un pò ingiallite e bloccate dentro cornici improbabili, che ci sorvegliano e sorridono dalle mura di casa nostra. E' tutto vero: siamo nuovamente ad un passo dal realizzare un sogno che, fino a quindici giorni fa, era soltanto un attraente chance per scommettitori audaci, gli stessi che a Berlino annusarono il profumo dell'impresa e puntarono forte sull'azzurro. Come in quell'occasione, l'azzardo sta pagando. Che si parli di una vincita in denaro o più semplicemente di un televisore regalato, anche in questa occasione credere nella squadra di Prandelli si sta rivelando una scelta sicura. E' finita con un 2 a 1 che poteva essere, tranquillamente, un 4 a 0. E' finita con l'Italia intera in festa e con le lacrime dei tifosi tedeschi. E' finita con la Merkel che torna a casa, stretta (è proprio il caso di dirlo) nel suo completino verde speranza. Proprio quella che aveva Loew, il tecnico della Germania, prima della gara. Una speranza spazzata via da una squadra (la nostra) che, di giorno in giorno, grazie a quel doping naturale che si chiama autostima, cresce e lievita come il corpo di Bruce Banner: lo scienziato americano al quale Stan Lee, regalò straordinari super poteri ed un nome decisamente particolare.

Tutti a Kiev – Grandi e grossi come Hulk, il famoso protagonista verde della Marvel, i ragazzi di Prandelli stanno marciando su Kiev.

“ Spero di poter scendere in piazza festeggiando insieme a tutti gli italiani! ”
Mario Balotelli
Dopo l'Inghilterra e la Germania, ora ci toccherà la Spagna: ultimo ostacolo prima di una consacrazione definitiva. L'ottimismo c'è, ed è giustificato. l'Italia corre, lotta e vince divertendo, gli iberici (almeno fino ad oggi) sono andati a sprazzi, senza mai davvero togliere il sonno all'avversario. Facile immaginare che i ragazzi di Del Bosque, esattamente come avevano fatto prima di loro i tedeschi, siano rimasti impressionati dall'exploit azzurro. Nella sfida di ieri, è parso evidente quanto gli avversari avessero paura delle giocate italiane. Un "gap" psicologico, sfruttato fino in fondo dalla nostra nazionale. Un vantaggio che speriamo di poter avere anche contro gli spagnoli, con i quali esiste una rivalità storica (almeno dalla famosa gomitata di Tassotti al povero Luis Enrique) ed un conto sempre aperto: come "insegna" Roberto Donadoni, che disse addio all'avventura azzurra nel 2008 dopo la sconfitta europea ai calci di rigore, oppure Andoni Zubizarreta, storico portiere spagnolo, trafitto da Vialli nel 1988, nell'unico successo italiano in una fase finale continentale. I precedenti ci sorridono: 10 vittorie azzurre, 12 pareggi ed 8 successi della Spagna, calcolando fasi finali Mondiali, Europee, Giochi Olimpici e amichevoli. Un bel viatico, non c'è che dire, per preparare al meglio la sfida di domenica sera.

Andrea Pirlo e Daniele De Rossi

Il party annunciato – Tra la Spagna ed il triplete euromondiale, ci saremo noi: guastafeste di una consacrazione già annunciata e festeggiata. Saremo i partecipanti "scomodi" al party spagnolo, quegli "imbucati" che, tutto ad un tratto, cominceranno a rovinare la festa di Casillas e compagni, pronti a brindare al terzo trofeo internazionale consecutivo. Ci vorranno testa, cuore e gambe per fermare le ambizioni iberiche. Prandelli ne è cosciente e, per il momento, vola basso: "La favorita è la Spagna, ha anni e anni di lavoro alle spalle e arriva da partite in cui ha sempre dominato. Troveremo una squadra brillante capace di giocare bene al calcio come ha dimostrato in questi anni". Una dichiarazione di consapevolezza, che fa il paio con il gioco azzurro diventato, di partita in partita, sinonimo di forza e spensieratezza. Al party spagnolo, fissato per domenica a Kiev, ci andremo portandoci dietro undici amici, equipaggiati (ognuno) di una dote particolare: il carisma di Buffon, l'energia di Balzaretti, la solidità di Bonucci e Barzagli, la grinta di Chiellini, la furia agonistica di De Rossi e Marchisio, l'ingegno di Pirlo, la freschezza di Montolivo, l'estro di Cassano e lo strapotere fisico di Balotelli. Si torna all'Olimpic Stadium di Kiev, quindi, teatro dello show contro l'Inghilterra. Si torna su quel prato dove è nato il sogno di Prandelli e dei suoi undici ragazzi terribili. Un'impianto che, nonostante il suo colore originale (costruito nel 1923, venne chiamato "Stadio Rosso Trojitskiy"), è pronto ad ospitare la sognante marea azzurra di tifosi. "Non vogliamo più svegliarci", ha dichiarato Cesare Prandelli subito dopo il fischio finale dell'arbitro Lannoy. Un desiderio condiviso da una nazione intera!

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