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L’annus horribilis di Inzaghi al Milan

SuperPippo è stato esonerato dal Milan, club che lascia dopo 14 stagioni passate tra il campo e la panchina. Con Inzaghi in panchina i rossoneri hanno vissuto la peggiore stagione degli ultimi 17 anni.
A cura di Alessio Morra
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L’avventura di Pippo Inzaghi con il Milan è giunta al termine. Dopo aver vestito per undici la maglia rossonera, dopo aver guidato per due anni le giovanili del club e dopo aver soprattutto guidato quest’anno il Milan conceda Inzaghi. Da allenatore non ha fatto bene, non aveva una grande squadra tra la mani SuperPippo, ma qualcosa di più poteva ottenere. Il Milan ha chiuso al 10° posto, il peggior risultato degli ultimi diciassette anni, con il 7° attacco, la 10a difesa e con 12 espulsioni è la squadra più cattiva della Serie A. L’esonero ufficiale è giunto nella tarda mattinata, a breve ci sarà ufficialmente il cambio della guardia con Mihajlovic.

L’annata è stata complicata, come detto, ma era iniziata molto bene. Il Milan è partito nel campionato 2014/2015 vincendo in casa con la Lazio e imponendosi per 5-4 sul Parma. Inzaghi rapidamente fu paragonato a Conte, ma molto presto la squadra ha iniziato a scricchiolare. La partita con l’Empoli fu il primo segnale, soprattutto per le difficoltà della difesa. Inzaghi comunque ne uscì bene, anche se sacrificò Torres. Perché il tridente atipico formato da Honda, Bonaventura e Menez faceva faville. La vittoria con il Napoli del 14 dicembre ha illuso l’ambiente rossonero che battendo la squadra di Benitez salì al 3° posto, l’agognato piazzamento che regala la Champions. Il pari con la Roma fece passare un buon Natale a Inzaghi e ai suoi.

Ma nel 2015 cambia tutto. Il Milan va a Dubai per motivi pubblicitari batte il Real Madrid e illude tutti. L’arrivo di Cerci e Destro non aiuta Inzaghi, che a gennaio perde quasi sempre e lo fa anche con squadre di rango inferiore come Sassuolo e Atalanta. Dopo l’eliminazione in Coppa Italia l’esonero sembra vicino, ma Inzaghi difeso da Galliani e Barbara Berlusconi, nonostante le critiche del presidente, resiste e chiude la stagione che è travagliatissima. A Marzo ci sono bagliori di Milan, ma una sfortunata partita con la Fiorentina cancella pure i sogni di Europa League. Le sconfitte con Udinese e Genoa segnano il destino di Inzaghi che dopo quattordici anni saluta, suo malgrado, il Milan.

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