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Juventus, Morata segna al Real ma non esulta. Giusto così, o no? (foto)

L’attaccante bianconero sblocca la gara al 9′ minuto ma non esulta per rispetto della sua ex squadra. Un comportamento che ha fatto discutere e diviso l’opinione pubblica sull’opportunità del gesto in una semifinale di Champions League.
A cura di Alessio Pediglieri
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Lo scenario è stato lo Juventus Stadium, la platea della prima semifinale di Champions, Juve-Real, vinta di misura dai bianconeri per 2-1. Partita tesissima, le due formazioni si sono studiate nei minimi particolari, i dettagli che fanno la differenza per una posta in gioco che è altissima  per entrambi. Ma al 9° minuto si sblocca per la prima volta il risultato: Alvaro Morata segna, su un tiro di Tevez deviato da Casillas, infilando da due centimetri la palla dell'1-0. Allegri esulta, i compagni gli corrono incontro festanti, lo stadio esplode di gioia. Ma lui no, Morata non festeggia, non alza le mani, non gioisce: come se avesse sbagliato porta in cui segnare. Perché, dice, la sua casa è “madrilena” e non gli sembra rispettoso esultare mentre fa gol alla su storia personale e professionale. E c'è chi lo applaude e chi lo contesta, in un accavallarsi tra sentimenti e ragion di stato.

Sì, ha fatto bene

Il calcio è anche e soprattutto sentimento – E' vero, lui al Real Madrid deve tantissimo, crescendo all'interno dell Casa Blanca dal 2008 in poi dopo un piccolo apprendistato all'Atletico e al Getafe.  Ragazzo di Madrid che gioca nelle squadre della propri città, un sogno che si avvera e concretizza facendolo conoscere al mondo del pallone che conta. Tra il Castilla e la prima squadra gioca oltre 130 partite realizzando più di 50 gol e soprattutto vincendo in Spagna e in Europa.

La gratitudine nemica dello show-business – A soli 22 anni, Morata alza al cielo 2 Coppe di Spagna, 2 campionati (1 col Castilla e 1 Liga), 1 Supercoppa di Spagna e 1 Champions League. Certo non è sempre tra i protagonisti in prima squadra ma comunque offre il proprio contributo per il club verso cui dovrà sempre tutto. Ed è per questo che dopo il gol in semifinale, il rispetto regna sovrano: i sentimenti vanno oltre l'agonismo perchè lui – come ricorderà anche a fine gara – è madridista e madrileno. Giusto così.

No, ha fatto male

Come sputare sulla maglia che indossi – Alvaro Morata però non indossa la maglia del Real Madrid ma quella della Juventus. Bene, quindi quando segna, deve esultare. Soprattutto se lo fai in una storica partita del club per cui giochi, davanti al proprio pubblico, sbloccando un gara difficile e contro ogni pronostico. Insomma, non c'è alcuna lesa maestà verso l società che ti ha cresciuto e chi si offende, si offenda pure. Anche perché quando nell'estate 2014 aveva chiesto maggiore considerazione e spazio tra i titolari, la risposta è stata: prestito alla Juventus con eventuale clausola di ‘recompra' a prezzo definito. Come dire che non era all'altezza di quella squadra che non aveva creduto in  lui e che ieri ha contribuito a battere. Meritatamente.

Impari da Pep Guardiola – Il gol è gol e non aver esultato appare quasi un piccolo tradimento verso ciò che è il suo presente, la Juventus. Cosa dovrebbe fare questa sera Pep Guardiola se dovesse vincere contro il Real a Barcellona? Lo sappiamo già, perché è lui il primo a dirlo: “Certo, emozioni, sentimenti, abbracci e ricordi rendono questa partita con il Barcellona speciale, sicuramente non normale. Però, è chiaro, se dovessimo fare gol, esulto sicuro!”. Chapeau.

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