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Juventus-Milan, Krasic: il nostro è un problema mentale, agli arbitri dico che non sono un simulatore

Milos Krasic spiega il momento dei suoi analizzando i punti sui quali dovrà “lavorare” la compagine bianconera per finire dignitosamente il campionato a partire da stasera.
A cura di Marco Beltrami
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Dopo la proverbiale partenza super, Milos Krasic con il passare delle giornate si è un po' spento sopratutto a causa di condizioni fisiche non eccellenti visto che particamente da un anno la furia serba gioca senza soste.

A poche ore dall'inizio di Juventus-Milan, il biondissimo cursore ha raccontato ai microfoni di Tuttosport le sue sensazioni sul momento negativo della sua squadra e sulla voglia di riscatto: "E' una questione di testa e sono sicuro che ne usciremo, soprattutto se rimaniamo uniti e cerchiamo di farlo tutti insieme. La Juventus  non è da rottamare come si potrebbe pensare guardando gli ultimi risultati. Nella prima parte della stagione abbiamo vissuto un momento positivo e abbiamo mostrato qualcosa di buono, al momento in cui serviva un ulteriore salto di qualità sono sorti dei problemi: ci sono stati degli infortuni e ci è mancata la giusta concentrazione".

Il giocatore ha poi spiegato il perchè del suo calo e della correlata mancanza d'incisività: "Gli avversari hanno imparato conoscermi? Sì, me ne sono accorto. Ora raddoppiano molto spesso su di me e questo mi complica un po' le cose. Ma sinceramente penso ci sia anche un problema di forma, che non è più quella di settembre-ottobre. Se sono stanco per la lunga tirata? Sono sicero: sì. E' più di un anno che gioco senza fermarmi: campionato russo, Mondiale, di nuovo campionato russo e poi quello italiano. L'ultima volta che ho staccato è stato nel dicembre 2009".

Krasic che spera in una partita super contro il Milan spera in un miglior atteggiamento degli arbitri che ormai sembrano reputarlo un simulatore incallito: " Loro fanno il loro lavoro, io il mio. Non vorrei commentarlo. Cosa vorrei dire loro? Che non sono un simulatore e mi dispiace moltissimo che loro lo pensino E' una situazione molto difficile e ingiusta. Vorrei tendere la mano agli arbitri, il loro lavoro è difficile e li capisco, però visto che hanno studiato le immagini di Bologna chiedo loro di studiare anche il mio tipo di gioco".

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