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Juventus, Allegri come Conte: protagonista in Italia, comparsa in Europa

La sconfitta in Grecia ha nuovamente messo in luce le difficoltà della Juventus, al di fuori dei confini italiani. Dalla beffa di Istanbul al pianto di Atene, nulla è cambiato sotto il cielo bianconero. Neanche con Massimiliano Allegri.
A cura di Alberto Pucci
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Grandi in Italia, piccole in Europa. Juventus e Roma vanno avanti a braccetto, anche in questo turno "infrasettimanale" dedicato alla Champions League. Tra i sette gol incassati dalla Roma (surclassata dal Bayern Monaco) e quello preso da Buffon al termine di una partita che la Juventus avrebbe potuto almeno pareggiare, non c'è molta differenza. La sostanza, cambiando campo e anche colore delle maglie, non è purtroppo mutata per il calcio italiano. La Juventus di Atene ha giocato un primo tempo sottotono, salvo poi svegliarsi dopo l'ora di gioco. Prima svagata ed imprecisa, poi rabbiosa e poco fortunata nell'arrembante finale che, purtroppo, non ha portato alla rete del pari. Massimiliano Allegri, ora sul fondo del gruppo A, ha pagato la scarsa condizione fisica di alcuni giocatori (in primis Arturo Vidal) e una certa stanchezza mentale che, in alcuni momenti, ha fatto mandare all'aria tutti i disegni tattici studiati in settimana. Se il peggiore risulta Andrea Pirlo, se Pogba è in serata negativa, se a Tevez non arrivano palloni giocabili e se in difesa Bonucci e Chiellini tornano "umani", ecco che anche la super Juventus che siamo abituati a vedere, torna di colpo una squadra come tutte le altre: vulnerabile e battibile, specialmente in Europa.

Complesso d'inferiorità – Al di là degli aspetti tecnici, sono soprattutto quelli psicologici a tradire il nostro calcio. Troppo spesso scendiamo in campo, appesantiti da un evidente complesso d'inferiorità. Quando non lo abbiamo, come ad esempio questa sera ad Atene, fatichiamo comunque ad entrare in battaglia e a calarci nella parte. Quando ce ne accorgiamo, gli altri sono già avanti. La Juventus, dopo aver assistito alla mattanza dell'Olimpico, avrebbe dovuto "copiare ed incollare" il furore agonistico con cui Robben e compagni hanno massacrato la difesa giallorossa. I bianconeri, invece, ci hanno messo più di un'ora per entrare nel clima partita e lo hanno fatto dopo aver incassato il gol di Kasami: rete che, in queste situazioni, fatichi maledettamente a pareggiare. Il ruolino di marcia bianconero, in questa edizione di Champions League, è un pianto (greco) e testimonia la bontà delle richieste di Antonio Conte, fatte dall'allenatore prima di lasciare la società di Corso Galileo Ferraris. L'attuale commissario tecnico azzurro, dopo la maledetta "Istanbul" bianconera, si convinse dell'inadeguatezza di parte della rosa juventina e chiese rinforzi per meglio affrontare l'attuale competizione continentale: obiettivo giudicato prioritario, quest'anno, dal club torinese. E' cambiato l'allenatore ma, sfortunatamente, non sono cambiati i risultati…e gli sbagli della dirigenza juventina (ma anche romanista), rischiano di pagarli l'intero movimento calcistico italiano.

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