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Juve, allungo scudetto: più tre su un Milan brutto e sfortunato

La Juventus va a +3 dal Milan e, in attesa di festeggiare uno scudetto più vicino, si guadagna l’accesso matematico alla Champions con 5 turni d’anticipo. Dietro, la lotta per il 3o posto resta immutata ma si accende la bagarre in fondo alla classifica per l’ennesimo risultato utile del Lecce. Mentre il Genoa perde e viene messo sotto assedio dai propri ultrà.
A cura di Alessio Pediglieri
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Juventus vs. Roma

La Juventus non scherza più e allunga sensibilmente sul Milan fermato a San Siro dal Bologna, dalla cattiva sorte e dalle ennesime discutibili decisioni arbitrali. Così, a cinque turni dal termine, la volata scudetto ha visto i bianconeri di Antonio Conte passeggiare sulle macerie di una Roma inguardabile e imbarazzante, infilando un successo che potrebbe diventare determinante: +3 punti dal Milan e vantaggio negli scontri diretti in caso di parità. "Adesso potranno sbagliare due partite" ha detto a fine gara nel pomeriggio di domenica Massimiliano Allegri, rispondendo alle domande sul pareggio rossonero arrivato proprio quando il tecnico aveva richiesto ai suoi di vincere tutte le sfide da qui a maggio.
Un piccolo vantaggio costruito mattone dopo mattone dalla Juventus che quando è arrivato il momento di stringere i denti e ritrovare il successo non si è fatta trovare impreparata tanto da aver raggiunto matematicamente la Champions League domenica sera nella vittoria contro la Roma 4-0 con cinque turni d'anticipo.

juve verso scudetto juve

Ti piace vincere facile? – Potrebbe essere questa la domanda provocatoria rivolta ai bianconeri a fine Juventus- Roma 4-0 allo Juventus Stadium esaurito per assistere all'ennesimo successo bianconero con la doppietta di Vidal e il gol di Pirlo nel primo tempo e il poker firmato dal ‘Principino' Marchisio a inizio difesa. Vincere facile, certo.
Perchè se la Juve ha dimostrato di meritarsi la vittoria scendendo in campo con la mentalità giusta e l'approccio perfetto, certo non si può dire lo stesso di una Roma spettatrice non pagante in campo. I giallorossi di Luis Enrique sono stati a lunghi tratti imbarazzanti, senza mai entrare in partita e succubi di una Juventus che ne ha fatto ciò che desiderava. Sulla carta – e sulle tabelle di marcia verso lo scudetto – la Roma era l'avversaria più ostica, l'ostacolo maggiormente insidioso; in campo è sembrato assistere ad un allenamento defatigante da parte della Juventus. Cosa si stia aspettando in capitale a chiudere prima che combini altri danni, il ‘progetto' di Luis Enrique non è dato a saperlo.
Forse si aspetta semplicemente il finale di stagione ma il tecnico spagnolo – che recentemente ha dichiarato che lui non lascerà mai il posto – è ancora in tempo a cambiare idea, dimettendosi. In certi casi, le dimissioni non sono un atto di debolezza ma di serietà e rispetto. Deciderà la società in mano agli americani se accettarle o rispedirle al mittente.

juve verso scudetto milan

Sfortuna, Bologna e arbitri – Tre elementi che hanno determinato l'imprevisto stop interno del Milan. Non è stata una buona partita da parte dei rossoneri, questo è evidente al di là del risultato. Complimenti al Bologna – che allunga la striscia stagionale del ‘tabù' milanista contro le squadre in tenuta rossoblù – e a Pioli che ha messo in campo una squadra che ha provato a giocare a testa alta contro un avversario tre spanne superiore sal punto di vista tecnico. Per i felsinei ne è nata una gara al limite dell'impresa con il gol di Ramirez su ennesima caramella scartata dal redivivo Diamanti e la rete di Ibrahimovic nel finale di gara.
In mezzo, però, l'ennesimo episodio controverso, con lo svedese che è stato fermato su un fuorigioco inesistente e che ha reso nullo il gol successivo non convalidato dall'arbitro per segnalazione del suo assistente. "Siamo sfortunati" ha chiosato Allegri a fine gara, "non abbiamo proprio fortuna" ha aggiunto a denti stretti mentre la voglia di urlare la propria rabbia verso ciò che la moviola ha confermato essere un torto – l'ennesimo – che ne sta compromettendo il cammino e la sfida alla pari con la Juventus.
Fatto sta che il ruolino di marcia del Milan nell'ultimo mese è tutt'altro che irresistibile, anzi il pareggio per 1-1 con il Bologna significa chiaramente che qualcosa si è rotto, soprattutto dopo che le ambizioni di successo si sono sgonfiate con l'eliminazione europea ad opera del Barcellona in Champions League: 4 punti in 4 partite non sono certo uno score di una squadra che dovrebbe difendere e vincere il tricolore.

juve verso scudetto inter

Il torneo di ‘ciapa no' entra nel vivo – Dietro a Juventus e Milan continua un campionato a parte, davvero mediocre e molto meno competitivo di quanto la classifica potrebbe far intendere. Dal terzo al settimo posto ci sono solamente sei punti di differenza, un aspetto che da solo dovrebbe significare una battaglia all'ultimo sangue tra le cinque squadre racchiuse in quella manciata di punti. E invece la spiegazione di un assembramento così compatto è racchiusa nell'incapacità delle squadre di trovare un minimo di continuità di risultati.
Nell'ultimo turno, la Lazio (terza a 55 punti) ha pareggiato in casa con il lecce; l'Udinese (quarta a 52 punti) ha pareggiato a Verona con il Chievo; il Napoli (quinto a 51 punti) ha vinto 2-0 sul Novara al San Paolo; la Roma (sesta a 49 punti) ha perso contro la Juve; l'Inter (settima a 48 punti) ha pareggiato contro la Fiorentina 0-0. In pratica, le cinque contendenti all'ultima piazza di Champions hanno racimolato 6 punti sui possibili 12 in palio, segnando la pochezza di 3 gol. Una mediocrità lacerante che aumenta il divario dalla coppia di testa (ora a 13 punti di vantaggio) e accorcia ancora di più la classifica riportando in corsa il Catania di Vincenzo Montella che, battuta l'Atalanta, si è riportata a quota 46, pronta a fare lo sgambetto a qualche grande.

juve verso scudetto genoa

Lecce sempre più Cosmi…co – In fondo alla classifica, saluta la Serie A, il Cesena: per i bianconeri ci sono 14 punti di distanza dalla zona salvezza e con 15 punti ancora a disposizione, il destino è oramai segnato come quello del Novara che ha qualche chance in più ma che può sperare solamente in un miracolo.
Se la ‘ride' invece il Lecce di Serse Cosmi che all'Olimpico strappa un pareggio importante ad una Lazio incapace di imporsi e salvare il terzo posto. I pugliesi adesso sono a 2 punti dalla salvezza rappresentata dalle delusioni di Fiorentina e Genoa ferme a 38 punti: tutto è possibile e i salentini possono giocarsi la possibilità della permanenza in Serie A fino alla fine. Una riflessione proprio sui grifoni liguri, sconfitti a Marassi 4-1 dal Siena dopo che i tifosi hanno fermato il match per quasi un'ora, obbligando i giocatori rossoblù a togliersi la maglia con un gesto simbolico che ha dimostrato la forza ultrà verso la società. Al di là dell'immagine bruttissima con cui escono tutti i protagonisti (tifoseria, calciatori, società e forze dell'ordine), ciò che lascia esterrefatti è la decisione presa dal presidente Preziosi a fine serata: l'esonero di Malesani e la richiamata di De Canio.
Era proprio necessario? Non faceva meglio, il presidente rossoblù, eventualmente rassegnare le proprie dimissioni, dopo aver subito l'umiliazione e la conferma di una squadra e una società da lui presieduta, ostaggio da parte di un gruppetto di ultrà?

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