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Italia-Spagna, dieci cose da sapere sull’ottavo di finale dell’Europeo 2016

Lunedì a Saint-Denis la squadra di Antonio Conte affronta la Spagna negli ottavi di finale di Euro 2016. Ecco 10 chiavi di lettura per questa bella gara da dentro o fuori che attende gli azzurri.
A cura di Vito Lamorte
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Lunedì 27 giugno alle 18 si gioca l'ottavo di finale dell'Europeo 2016 tra Italia e Spagna allo Stade de France. La gara è attesissima: si tratta di uno degli accoppiamenti più interessanti di questo ‘simpatico' tabellone che vede contrapporsi le due finaliste dell'ultima competizione subito dopo la fase a gironi. La partita contro l'Irlanda ha fatto calare tutto l'entusiasmo che si era creato intorno al gruppo di Conte dopo le gare contro Belgio e Svezia. La squadra di Del Bosque è arrivata seconda nel suo girone a causa della sconfitta con la Croazia nell'ultima gara del Gruppo D ed è accreditata come una delle favorite per la vittoria finale. La qualità non manca e i pronostici sono tutti dalla parte degli spagnoli ma l'Italia nelle gare più toste, lo dice la storia, tira fuori tutto quello che ha e spesso ha funzionato.

Mario Balotelli e Sergio Ramos durante la finale degli Europei 2012
Mario Balotelli e Sergio Ramos durante la finale degli Europei 2012

Italia-Spagna, ottavi di finale: una sfida in 10 punti

1. Modulo 3-5-2. L'ultima volta che l'Italia è riuscita a non perdere con la Spagna in un torneo ufficiale risale alla prima gara del Gruppo C dell'Europeo 2012. La squadra guidata da Cesare Prandelli gioca un'ottima gara a Danzica al cospetto dei campioni del mondo proprio con il modulo che sta adottando Antonio Conte in questo torneo: in quell'occasione il tecnico di Orzinuovi fa scalare De Rossi in mezzo alla difesa affiancandogli Bonucci e Chiellini, la linea mediana è composta da Maggio, Thiago Motta, Pirlo, Marchisio e Giaccherini mentre davanti ci sono i "bad boys" Cassano e Balotelli.

Il modo di giocare della Spagna non è cambiato tanto, probabilmente è un po' più verticale rispetto alle squadre di palleggiatori degli ultimi anni. Purtroppo la qualità della rosa a disposizione dell'ex allenatore della Juve non è nemmeno paragonabile a quella dell'ultima avventura continentale: Pirlo, Cassano, Balotelli, Marchisio erano le punte di diamante di una squadra che ha lottato fino alla finale persa, malamente, proprio contro gli spagnoli.

2. Fascia sinistra. Vedendo le prime tre gare la squadra di Vicente Del Bosque mi è parsa messa molto meglio rispetto al Mondiale 2014. La tenuta fisica e tattica è migliore e qualche nuovo interprete ha portato una ventata di novità nella rosa. Detto ciò, non stiamo parlando della squadra meravigliosa che ha dominato nel mondo in lungo e in largo dal 2008 al 2012, ci sono delle falle. L'Italia potrebbe dare fastidio con la catena di destra formata da Candreva, o chi per lui, e Parolo, magari supportati da Eder, attaccando Jordi Alba e Nolito che sono stati schierati come titolari nelle prime gare su quel versante. Il terzino del Barcellona è bravissimo in fase di spinta ma in quella difensiva è molto scolastico. Se vogliamo Nolito è ancora meno avvezzo nei ripiegamenti, data la sua naturale propensione ad offendere, e per questo una chiave da sfruttare potrebbe essere quella di affrontarli su quella fascia a viso aperto.

3. Intensità vs qualità. La maggiore qualità della rosa spagnola è innegabile. I nomi della selezione di Del Bosque farebbero rabbrividire chiunque ma nel calcio, si sa, bisogna indossare le scarpette e giocarsela prima di alzare bandiera bianca. A livello di applicazione tattica la squadra italiana è impeccabile ma la mancanza di qualità in mezzo al campo crea dei problemi nella costruzione della fase offensiva. La grinta e l'intensità dei giocatori azzurri potrà essere un'arma solo se tutta la squadra si muove all'unisono senza "correre a vuoto" dietro al palleggio spagnolo.

4. Busquets, l'equilibratore. È l'uomo più importante della squadra di Del Bosque. Sergio Busquets fa quel lavoro che non viene notato mai ma che è fondamentale tanto quanto il tocco per la punta di Silva o la finalizzazione di Morata. Vede il gioco prima degli altri ed è sempre al posto giusto. Se non bastasse ciò, il mediano del Barcellona gioca in una posizione che può creare molti problemi alla fase offensiva azzurra. Come abbiamo visto con l'Irlanda, è stata McCarthy (che ha fatto una signora partita) davanti alla difesa per far venir meno tutte le combinazioni tra le due punte e gli scarichi delle ali sugli avanti di Conte. Ecco, Busquets gioca esattamente lì e lo fa un pochino meglio di McCarthy.

5. Ammonizioni. Gli azzurri che sono già finiti sui taccuini degli arbitri dell'Europeo sono Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, De Rossi, Eder, Thiago Motta, Sirigu, Zaza e Insigne. Giocare con tutti questi giocatori già ammoniti potrebbe portare alcuni ad avere un po' di braccino nel caso le cose si dovessero mettere bene per la squadra di Conte. Sono gare ad eliminazione diretta, e questo problema non ci sarà sicuramente, ma il condizionamento psicologico non va sottovalutato.

6. Silva e Iniesta. Gli uomini della fase offensiva della ‘Roja europea‘ sono tutti pericolosissimi: Morata, Pedro, Aduriz, Nolito e Fabregas fanno paura ma gli uomini fondamentali per il gioco di Del Bosque sono David Silva e Andres Iniesta. Il centrocampista del Barça contro la Turchia è stato il primo, per distacco, in quanto a passaggi ricevuti (98) ed è una mente pensante in qualsiasi momento della gara mentre El Chino, partendo da destra, si muove in mezzo al campo lasciando la fascia a Juanfran e cercando di imbeccare i compagni che tagliano verso la porta.

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7. Insigne, il jolly. È lui l'uomo che può far cambiare marcia a questa squadra. Sa dribblare, è in grado di mettere i compagni in porta e sa far goal. Lorenzo Insigne è l'uomo che può spaccare le partite per la Nazionale. Contro l'Irlanda è l'unico a salvarsi e per poco non mette subito il suo nome nel tabellino marcatori. Cambia marcia, tocca la palla 20 volte (molte di più di tanti altri compagni in campo per tutta la gara) e la cerca in ogni parte del campo. Conte non gli chiede le stesse cose che fa Eder e gli permette di spaziare su tutto l'arco d'attacco. La coppia titolare contro la Spagna sarà, quasi sicuramente, formata da Pellè e Eder ma il talento del Napoli può davvero esser l'uomo in più per questa squadra.

8. Morata sfida i suoi ex compagni. Chi avrà la meglio tra Alvaro Morata e i suoi ex compagni di squadra? Bonucci, Barzagli, Chiellini e Buffon conoscono alla perfezione la punta spagnola e lunedì se lo ritroveranno di fronte pronto a punirli. Chi la spunterà?

9. Darmian o Florenzi? Nella seconda gara il jolly della Roma non ha convinto molto da quinto di centrocampo e probabilmente Matteo Darmian, criticato dopo la partita con il Belgio (perché?), è l'uomo più indicato per partire come titolare lunedì pomeriggio a Saint-Denis. Questi potrebbe garantire una maggiore, e migliore, copertura perché il terzino del Manchester United sa fare bene anche la fase difensiva a differenza di Florenzi, molto più bravo a spingere.

10. ‘Contismo' is over? Dopo le prime due vittorie l'entusiasmo intorno alla Nazionale sembra essersi sgonfiato. Ma non avevamo coniato anche una nuova scuola di pensiero e una filosofia calcistica dopo la gara con il Belgio? Equilibrio, questo sconosciuto.

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