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Italia-Croazia, vergogna ultrà: gara sospesa due volte (video)

Le intemperanze dei tifosi croati hanno obbligato l’arbitro Kuipers a fermare il match in due occasioni: bombe carta, fumogeni e petardi in campo mentre sugli spalti la polizia ha effettuato ripetute cariche. Il Ct Kovac: “Scusateci, questo non è calcio”. Arrestati 17 ultrà facinorosi.
A cura di Alessio Pediglieri
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A San Siro purtroppo è andata in scena una partita nella partita. Mentre in campo Italia e Croazia pensavano a superarsi e a giocare a calcio, sugli spalti alcune decine di tifosi ospiti hanno pensato invece di lanciare bombe carta, fumogeni e petardi in mezzo al campo e in altri settori dell'impianto creando non pochi problemi soprattutto sul fronte sicurezza. Tafferugli sono scoppiati prima nel settore del terzo anello di San Siro dal quale sono partiti i numerosi petardi lanciati in campo che hanno portato alla sospensione della partita. La polizia ha dovuto fare irruzione sugli spalti, in tenuta antisommossa, e sono scoppiati incidenti con i tifosi croati che sono stati sgomberati dalla zona in cui continuavano ad arrivare in campo oggetti e fumogeni.

Cosa rischiano Croazia e Italia? Dal punto di vista penale i primi risvolti hanno portato a 17 arresti scattati nella notte a margine dei tafferugli e dei disordini scoppiati a San Siro. Quanto ai provvedimenti della giustizia sportiva adesso la palla passa all'Uefa perché la Croazia rischia moltissimo: da una multa economica a giocare le prossime partite interne (due gare, in particolare quella di ritorno) senza il proprio pubblico. Una punizione che comunque non è nulla con il rischio reale corso nel momento in cui il direttore di gara ha interrotto il match con la possibilità di vedersi dare a tavolino una sconfitta per 3-0. Qualcosa rischia anche l'Italia, considerate le carenze mostrate nell'organizzazione del servizio di ordine pubblico (come sono entrati fumogeni e botti sugli spalti senza che nessun controllo li scovasse?), potrebbe incappare in una multa.

L'esplosione della violenza nel secondo tempo. Già nel primo tempo c'erano stati lanci in campo di petardi e fumogeni ma il peggio è arrivato nella ripresa quando sotto la curva croata c'era la porta azzurra difesa da Buffon. Un fitto lancio sul terreno di gioco ha prima fatto interrompere per qualche secondo la gara da parte dell'arbitro Kuipers, poi davanti al reiterato tentativo dei tifosi croati di insistere nelle imteperanze, lo stesso arbitro ha ordinato la sospensione a tempo indeterminato. Ne è scaturito uno scoppio degli incidenti, con il presidente del Senato Grasso presente in tribuna che ha lasciato lo stadio. L'arbitro Kuipers, che aveva provato a far riprendere il gioco, con suggerimento dei delegati Uefa aveva mandato Italia e Croazia negli spogliatoi dopo che era continuato un fitto getto di petardi e fumogeni da parte dei supporter ospiti, nei confronti dei quali ora la polizia sta effettuando delle cariche.

Una giornata di ordinaria follia. La partita è ripresa dopo quindici minuti di stop con le nazionali che sono tornate in campo dopo che l'arbitro Kuipers aveva interrotto la partita per il reiterato lancio di fumogeni da parte dei tifosi croati. La gara era stata interrotta al 30′ del secondo tempo. Non si sono registrati ulteriori incidenti nel dopo gara ma per la Croazia adesso si attende la sentenza Uefa che non sarà leggera anche stando al report delle forze dell'ordine italiane che da questa mattina hanno tenuto sotto scorta da Trieste a Milano i tifosi più facinorosi, circa 3 mila arrivati a San Siro solamente a ridosso del match per evitare scontri e violenze.

Il Ct Kovac: che vergogna. A cercare di rimettere una toppa alla situazione è stato lo stesso Ct croato, Kovac che si è sentito personalmente ferito da quanto accaduto sugli spalti: "Abbiamo controllato la partita, abbiamo avuto le occasioni con Olic e Perisic per vincere. Ma quello che e' successo ha cancellato tutto, il risultato restera' 1-1 ma scusateci, non ho parole, questo non è calcio. C'erano tanti bambini e queste cose che sono successe non hanno niente a che fare con lo sport. Il popolo croato e' amichevole, ma quello che e' successo e' da dimenticare".

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