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“Io sono Zlatan e voi chi diavolo siete?”. Auguri Ibra!

L’attaccante svedese compie 34 anni e continua a dispensare perle in giro per l’Europa. Tecnicamente indiscutibile, Ibrahimovic è mancato nei momenti più importanti della sua carriera probabilmente per il suo carattere e non per delle carenze calcistische. Il filo conduttore della sua carriera è il gol e, finchè non si ritirerà, continuerà a farne tanti. Però lui è Ibra e voi…
A cura di Vito Lamorte
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Di Ibra ce n'è uno e come lui non c'è nessuno. Probabilmente Zlatan sarà più che d'accordo con questa affermazione dato che il giorno del suo arrivo all'Ajax, poco più che ventenne, pare abbia esordito proprio così ("Io sono Zlatan e voi chi diavolo siete?") nei confronti dei suoi nuovi compagni. Nel giorno del suo 34esimo compleanno siamo sempre più convinti che atleti come l'attaccante svedese siano più unici che rari. La punta del Paris Saint-Germain è uno di quei personaggi che ha fatto e farà discutere i milioni di tifosi di calcio sparsi per il globo. Sbruffone o mercenario? Traditore o fenomeno da baraccone? Sono molti i detrattori di Zlatan ai quali però ha sempre risposto in un solo modo: mettendo la palla in rete. Fisicamente imponente, implacabile negli ultimi 16 metri e dotato di un grande tecnica: Ibra è una forza della natura.

Hasib Klicic, ex calciatore bosniaco, lo vede giocare e resta ammaliato quando Zlatan ha otto anni (“Mi bastò un’occhiata per capire che era un fenomeno”) e lo porta subito al Balkan, società satellite del Malmö. Il caratterre pessimo è rimasto intatto negli anni, Klicic racconta che una volta un reporter inglese gli chiese perché avesse dei graffi in faccia e il giovane di Rosengård rispose: “Chiedi a tua moglie”. La stessa strafottenza e arroganza che si è portato dietro per tutto fino ad oggi ma il filo conduttore della sua carriera sono i gol: ovunque è andato Ibra ha sempre segnato.

Nessuna differenza. È l'unico giocatore ad avere segnato in Champions League con sei squadre diverse (Ajax, Juventus, Inter, Barcellona, Milan e Paris Saint-Germain); insieme a Cristiano Ronaldo è l'unico ad aver segnato durante tutta la sua carriera un gol per ogni minuto di una partita e, statistica tutta italiana, è stato il primo calciatore ad aver vinto la classifica dei marcatori della Serie A con due diverse squadre (l'altro ad avere raggiunto questo risultato è stato Luca Toni): Inter (2008-2009) e Milan (2011-2012).

Il colpo di tacco

Una delle specialità della casa. Riesce a toccare il pallone di tacco in qualsiasi situazione. “Mancini mi ha detto che il mio gol era quasi bello come quelli che faceva lui… Ma non è vero, i miei sono più belli!”. Questo era Ibra dopo il gran gol segnato al CSKA Mosca il 7 novembre del 2007 ma per smontare la tesi dell'allora suo allenatore, che il 17 gennaio del 1999 zittì il Tardini alla stessa maniera, lo svedese si è inventato un colpo di tacco volante in stile tae-kwon-do che ha lasciato a bocca aperta San Siro.

Non era la prima volta che Ibra si dilettava in prodezze del genere: nonostante la sua grande mole lo svedese è sempre stato fortissimo nel gioco acrobatico. In trasferta  ad Alkmaar con l'Ajax nella stagione 2003/2004 Zlatan infila il portiere avversario in una maniera magnifica: di tacco o non riesce con una torsione incredibile a spedire la palla in fondo al sacco.

L'ultima meraviglia del repertorio è della stagione 2013/2014 quando Ibra con un prodigioso colpo di tacco batte l'incolpevole Landreau e porta il PSG sul 2-0 contro il Bastia.

Ibrahimovic non ha utilizzato solo per finalizzare l'azione questo colpo. Il 06 dicembre del 2008 in una gara vinta dall'Inter all'Olimpico contro la Lazio lo svedese si inventa un'apertura attraverso un colpo volante a metà campo. Un mix tra una mossa di arti marziali e danza sul ghiaccio. Standing ovation!

La potenza

La strapotenza fisica di Ibrahimovic è fuori discussione. Questo gli permette di poter provare soluzioni anche da molto lontano e non solo. I tifosi della Juventus sicuramente non hanno dimenticato la cavalcata da metà campo all'Olimpico contro la Roma dello svedese che dopo essersi scrollato di dosso anche Samuel Kuffour piazza la palla sul primo palo.

Nella sua parentesi al Milan Zlatan è stato, come al solito, il trascinatore indiscusso della sua squadra. A Lecce il numero 11 raccoglie la palla sulla trequarti e, dopo averla protetta dai suoi marcatori, la scaraventa di potenza alle spalle di Rosati. Meraviglia.

In una serata di grazia a Bruxelles, dove entra nella ristretta cerchia di bomber che hanno messo a segno 4 reti in una gara di Champions, Zlatan decide di smontare la porta con un missile terra-aria. Il PSG vince 5-0 e lui si prende la copertina dei giornali di mezza Europa.

Durante l'ultima tornata di qualificazioni per Euro 2016 non poteva mancare una perla dello svedese. Non si tratta di una prodezza in gara ma nell'allenamento di rifinitura: con un sinistro di rara potenza e precisione Ibra incolla la palla al palo e la fa carambolare alle spalle del suo compagno di nazionale.

Il rapporto con i media

Come già anticipato prima, il giocatore svedese non ha mai avuto un grande rapporto con la stampa. Probabilmente il calciatore di Malmoe quando si trova in periodi non tranquilli si sente attaccato e risponde senza fare prigionieri. Ai tempi dell'Inter a farne le spese fu il povero inviato di Sky Sport Massimiliano Nebuloni.

Nell'estate del 2013 durante la conferenza stampa alla vigilia della gara amichevole tra Svezia e Norvegia Ibrahimovic scherza con un giornalista e gli dice: "Sai che somigli a Gattuso?".

Per confermare questa tendenza anche in Francia, Zlatan lo scorso inverno stuzzicato sulla sua intesa con Edinson Cavani passa all'attacco: “Capisci di calcio più di me? E allora perchè parli”.

Come abbiamo potuto riscontrare questa battaglia con i media va avanti da anni ormai e sembra non avere una fine: oltre a rispondere al fuoco, sembra che Zlatan non riesca a tenere a freno il suo ego nei confronti dei giornalisti a caccia di sue dichiarazioni. Una guerra senza confini: era così in Svezia, è stato così in Italia e continua in Francia.

La maledizione Champions

Ibrahimovic ha vinto una serie infinita di titoli nazionali ma non è riuscito mai a vincere la Champions League. Per un periodo è stata la sua ossessione, a tal punto che nell'estate del 2009 forza in tutti i modi il trasferimento al Barcellona perchè pensa che lì possa coronare il suo sogno. Molti hanno definito fallimentare il suo passaggio in Catalunya ma 22 reti in 46 presenze mi sembrano un ottimo bottino per uno che si trova a giocare in una squadra già collaudata. Purtroppo per lui quell'anno a vincere la competizione fu la sua ex squadra, l'Inter, che eliminò proprio il Barça in semifinale della massima competizione continentale.

L'errore più grande di Zlatan fu quello di voler continuare ad essere singolo in un'orchestra che aveva già il suo direttore, Leo Messi, e di incolpare Guardiola per come lo aveva gestito: "Se prendi me, compri una Ferrari. Se guidi una Ferrari, devi metterci la benzina migliore, poi prendi l’autostrada e affondi il gas. Guardiola invece in questa macchina ha messo del diesel e l’ha usata per un giretto in campagna. Avrebbe dovuto comprare una Fiat".

Nonostante non abbia mai vinto la "coppa dalle grandi orecchie", il centravanti svedese è il miglior marcatore della storia del Paris Saint-Germain in Champions League con 15 reti.

Tecnicamente indiscutibile. Potrebbe essere paragonato ad un musicista jazz perché fa dell’improvvisazione la sua cifra distintiva. Ai suoi compagni basta svolgere il compitino perchè poi arriva lui e, in qualsiasi istante, può inventare l’assolo decisivo: un assist che ti manda in porta, un colpo di tacco imprevedibile o una sassata da fuori. Ibrahimovic ci ha abituato a queste cose e le ha sempre fatte con una facilità disarmante. Non fosse così, difficilmente avrebbe vinto tanto. Come già ampiamente detto in precedenza, il filo conduttore della sua carriera è il gol e, finchè non si ritirerà, continuerà a farne tanti. Perché lui è Ibra e voi… Buon compleanno Zlatan!

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