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Inter, le quattro giornate di Mazzarri per evitare l’esonero

Situazione incandescente in casa Inter. Thohir ha ribadito fiducia al tecnico ma il bonus di credito è a termine. Cesena, Sampdoria, Parma e Verona: quattro partite per invertire il trend di rendimento e risultati.
A cura di Maurizio De Santis
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Le quattro giornate di Mazzarri. C'è poco di epico, però. Cesena, Sampdoria, Parma e Verona: quattro partite di campionato (oltre alle due di Europa League) per invertire il trend di rendimento, risollevare la squadra, portarla verso la zona Champions (col terzo posto considerato obiettivo stagionale), spegnere le polemiche e salvare la panchina. E soprattutto sedare gli animi accesi anche dal ciclone Moratti (dimissionario). Thohir prova a tenere la barra a dritta perché l'esonero dell'allenatore, in un momento caldo anche per le finanze del club (esposto per 100 milioni di euro), aggiungerebbe zavorra al progetto di rilancio iniziato con il risanamento dei conti. Forzare la mano e licenziare il tecnico, che ha rinnovato il contratto fino al 2016, equivarrebbe ad accendere un cambiale onerosa per un paio di stagioni. L'ex allenatore del Napoli è il secondo più pagato in Italia e beneficia di uno stipendio di 3.3 milioni a stagione: guadagna meno di Benitez (3.5 milioni, a lui la palma di più pagato) e più di Rudi Garcia della Roma (2.8 milioni). Anche per questo la dirigenza nerazzurra si augura che l'Inter torni in carreggiata invertendo verso l'alto il segno statistico considerato che nelle ultime cinque partite giocate è arrivata solo una vittoria. Quanto ai 180 minuti scivolati con poca gloria tra partenopei e Saint-Etienne, è stato identico il risultato (pareggio con gol 2-2 coi partenopei, blando 0-0 coi francesi in Europa League) ma differente la prestazione: nella sfida coi transalpini s'è rivista una squadra in difficoltà. L'incontro avuto con Mazzarri è servito a Thohir anche per ribadire fiducia e sostegno, compresa la necessità di cambiare passo.

Scenari futuri. Al momento è difficile immaginarli e si naviga a vista. Pensare alla figura di un tecnico-traghettatore sarebbe come ammettere il primo fallimento della gestione indonesiana e, al tempo stesso, complicarsi la vita. Chi s'accomoderebbe sulla panchina di un club così importante per pochi mesi, senza prospettive e in un ambiente sfiduciato? Piace Spalletti, ma per liberarlo dallo Zenit serve mettere sul piatto un cospicuo indennizzo. Mihajlovic è un'ipotesi suggestiva ma percorribile solo per il prossimo campionato. Quanto al nome di Zenga, ha grande appeal per la sua storia interista e nulla più.

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