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Inter: le 3 cose che vanno e le 3 che non funzionano dopo il Bologna

Il pareggio interno contro il Bologna è apparso l’ennesima occasione mancata per crescere da parte della squadra di De Boer. Senza Icardi e Joao Mario sono mancati gol e personalità. La difesa ha mostrato di non avere ricambi all’altezza. I sorrisi arrivano dai giovani, dalle ali e da un potenziale ancora inespresso.
A cura di Alessio Pediglieri
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Frank De Boer si è inceppato ancora. L'Inter è uscita da San Siro con un misero pareggio contro il Bologna, di rimonta, andando per l'ennesima volta in svantaggio sapendosi risollevare solamente in parte. Senza i gol di Icardi, i nerazzurri hanno rischiato di affondare, senza Joao Mario in mezzo al campo hanno perso personalità, senza Murillo centrale in difesa, hanno ancora una volta stentato e sofferto. Tutti segnali di una squadra che è bella a metà, quando la disperazione ha la supremazia sulla ragione, incapace di gestire le proprie paure e di superare i propri limiti per poter crescere e migliorare.

Cosa non va

Dietro a Icardi, il vuoto – Quando Mauro Icardi segna l'Inter vola. E questo è un bene: i gol di Maurito sono stati decisivi, tutti, non solo contro la Juventus. E quando l'argentino trova il gol , l'Inter non perde mai. Ma quando si inceppa non c'è modo di trovare alternative. Si sapeva da quest'estate che Icardi non aveva alternative, dietro di lui c'era il vuoto. Di ruolo il solo Palacio è insufficiente, Gabriel è appena arrivato, ha solo 19 anni, deve crescere, ha bisogno di tempo. Che non c'è. C'è un campionato da disputare, una stagione da salvare, un ritorno in Europa da gestire. E le colpe sono di un mercato balbettante.

I tiri dell'Inter contro il Bologna: solo 6 in porta
I tiri dell'Inter contro il Bologna: solo 6 in porta

Senza Joao Mario perde di personalità – Con Banega a ridosso della punta, coadiuvato dalle ali, l'Inter a centrocampo ha gestito i momenti più difficili. L'argentino si è caricato l'Inter sulle spalle nelle prime settimane, cercando di salvare il salvabile e De Boer è stato intelligente e bravo nell'affidargli le chiavi della mediana. Poi è arrivato Joao Mario, mister 45 milioni: forse sopravvalutato, ma nelle due uscite il portoghese ha dimostrato di avere personalità e caratteristiche importanti. Su di lui si sono appoggiati i compagni, la squadra ha fatto maggior filtro e possesso. Ma senza lui col Bologna, i nerazzurri sono andati ancora in bambola. Kondogbia ha stancato anche De Boer che l'ha bocciato ma anche in questo caso senza valide alternative.

Ricambi inadatti – Infine, in difesa. Non c'era Murillo con problemi alla schiena, e per De Boer è stata un'altra spina con cui pungersi. Anche nel reparto davanti ad Handanovic le scelte sono limitate sia in personalità che tecnicamente. Ranocchia, al di là dall'aver sfiorato la rete della vittoria, non dà fiducia, Miranda senza una valida spalla non riesce a rendere al massimo e così ecco che tutto ne risente, senza più certezze che minano il rendimento collettivo.

Cosa va

La spinta sulle fasce – Il sorriso arriva dalle fasce dove l'Inter ha lavorato e molto in fase di mercato estivo. Sia Mancini che De Boer volevano dei laterali che spingessero in avanti e sapessero saltare l'uomo garantendo superiorità in fase offensiva e dando aiuto alle punte. Candreva è arrivato ed è stato un toccasana essendo da un paio di stagioni una delle ali più forte e complete in circolazione. Difficilmente fallisce l'appuntamento con prestazioni di livello e anche in nerazzurro si sta distinguendo, in attesa di trovare anche il gol. Cosa che invece ha subito trovato Perisic, il croato che si è sbloccato in fase conclusiva. Un giocatore che è cresciuto rispetto alla scorsa stagione e che sa fare anche la seconda punta classica in caso di bisogno.

L'ottima copertura di tutto il terreno di gioco dell'Inter contro il Bologna
L'ottima copertura di tutto il terreno di gioco dell'Inter contro il Bologna

La linea verde – Non è merito di De Boer averli in squadra ma di certo è anche merito dell'olandese utilizzarli. Si sta parlando dei giovani, i green nerazzurri cui il tecnico attinge con una certa costanza. Anche contro il Bologna, fuori il deludente Kondogbia, ecco entrare in mediana Gnoukouri che ha evitato l'ennesimo prestito estivo e ora sembra una valida alternativa. Come Miangue che sta entrando nei meccanismi di De Boer acquisendo sicurezze. Classe 1997 deve ancora crescere ma i numeri ce li ha e l'allenatore nerazzurro non ha timore nel metterlo in campo.

Il potenziale inespresso – L'ultimo aspetto positivo è il potenziale della rosa. De Boer se l'è ritrovata in mano a cose quasi fatte e a una manciata di giorni dall'inizio della stagione. La possibilità di lavorarci sopra con calma e trovare il modo di migliorarne i dettagli non gli è stata concessa. Però quest'Inter nel complesso ha ottimi elementi che se trovassero serenità potrebbero fare la differenza. Detto di Gabriel che può solamente migliorare e crescere, c'è la mediana dove i vari Banega e Joao Mario devono giocare e trovare l'intesa che può solamente fare bene a tutti. Così come il possibile rientro di Brozovic, altro giocatore tatticamente importante, capace di fare a doppia fase dando anche qualità.

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