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Inter-Juve, la chiave tattica: dominare le fasce. Icardi e Higuain, che duello

L’Inter è la squadra che crossa di più in serie A: Icardi ringrazia. Dani Alves e Alex Sandro determinanti nella Juve per scambiare con Dybala e liberare Higuain. De Boer cerca il possesso orizzontale, Allegri la verticalizzazione rapida. Tutte le chiavi tattiche del derby d’Italia.
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È solo la quarta giornata, ma da Inter-Juventus passa un bel pezzo di futuro. Soprattutto nerazzurro. Il primo big match della stagione non è solo la sfida del gol Icardi-Higuain. È la contrapposizione di due idee di calcio diverse, di due progetti tecnici e tattici dalle basi opposte. E chissà se De Boer avrà il tempo di sviluppare il suo fino in fondo.

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Che Inter vedremo contro la Juventus? De Boer dovrebbe confermare il 4-2-3-1 di Pescara. I nerazzurri tirano più dei bianconeri in Serie A e cercano con maggiore insistenza il fraseggio stretto, i passaggi corti. Ma tirano peggio, il 4% in più da fuori area, e soprattutto concedono in media 3,4 tiri in più. Per una squadra che vuole fare della circolazione del pallone il suo punto di forza, è un vulnus decisivo.

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Cantiere Inter – Finora, De Bper si è salvato soprattutto grazie alla capacità realizzativa di Icardi, che in carriera ha convertito in gol il 19,8% dei tiri. La sua Inter è un cantiere apheerto. Rununciato subito all'estemporaneo 3-5-2 di Verona, si è convertito al 4-2-3-1 dopo il 4-3-3 di Palermo. La prima gara in casa della stagione ha evidenziato la ricerca di un gioco ragionato (Miranda, Murillo e Banega hanno chiuso con una percentuale di passaggi riusciti rispettivamente del 92, 90 e 89%). Ma in questa configurazione hanno sofferto Medel e Kondogbia, che si schiacciano troppo e tolgono opzioni di passaggio. Banega, poi, è discontinuo per giocare come regista arretrato senza una effettiva mezzala di possesso in grado di dare profondità.

Joao Mario jolly – Ecco allora la formazione di Pescara, l'avanzamento dell'argentino come trequartista con Joao Mario a comporre la coppia di mediani insieme a Medel. Il portoghese è un giocatore universale. “Allo Sporting l’ho visto utilizzare praticamente in tutte le zone del campo: a destra, a sinistra, in mediana. Un giorno mi è venuto spontaneo chiedergli: Joao, ma dove ti piace giocare?” ha rivelato Aquilani alla Gazzetta dello Sport. Joao Mario corrisponde perfettamente al profilo di centrocampista che serve a far funzionare la visione di De Boer, che tiene gli esterni molto larghi per metterli nelle condizioni di crossare o cercare ripetutamente lo scambio con l'intermedio più vicino.

Il contributo di Joao Mario alla manovra dell'Inter
Il contributo di Joao Mario alla manovra dell'Inter

Non a caso l'Inter è la squadra che ha crossato di più in Serie A (32, davanti a Roma, 29, e Juventus, 28), e con più occasioni create di testa, 6. Questa evoluzione si traduce anche in un diverso modo di sviluppare il gioco rispetto all'era Mancini: la manovra si sviluppa per il 37% a sinistra, il 36% a destra, il 27% al centro, anche se poi è dal centro che arrivano il 72% delle conclusioni.

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Banega trequartista – Il centrocampista centrale dunque diventa il perno attorno al quale ruota la manovra offensiva, per questo serve un giocatore duttile e atletico. L'avanzamento conseguente di Banega sulla trequarti, a Pescara, ha effetti positivi in fase di possesso. L'ex Valencia allunga la squadra, accompagna sull'esterno e riesce a innescare il 2vs2 sulla fascia, innescando Candreva e Perisic. Banega rimane poi vicino a Icardi in fase di copertura e questo crea uno sbilanciamento nella fase di non possesso soprattutto a sinistra in assenza di un centrocampista che faccia da raccordo.

Il contributo di Banega alla manovra dell'Inter
Il contributo di Banega alla manovra dell'Inter

Medel in difficoltà – La circolazione di palla, comunque, rimane spesso troppo lenta e prevedibile: un difetto che emerge in maniera fin troppo evidente contro l'Hapoel Beer Sheva, con l'insistere sterile sull'asse Medel-D'Ambrosio. Quel che finora è mancato, e ha determinato le difficoltà di questa prima parte di stagione, è un'efficace transizione negativa: la linea difensiva e Medel si sono spesso trovati fuori posizione sulle palle perse, senza riuscire a leggere in anticipo l'effetto di un errore tecnico quando l'Inter è in possesso palla. Un'incapacità che potrebbe costare carissima contro una squadra come la Juventus.

Il 3-5-2 della Juve – Il 3-5-2 di Allegri può consentire alla Juve di coprire meglio le linee centrali e costringere l'Inter a giocare in orizzontale verso i terzini. Così i bianconeri possono sfruttare la principale debolezza della squadra di De Boer e arrivare a un recupero alto del pallone, soprattutto sull'asse Dani Alves-Dybala.

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Dani Alves determinante – Nelle prime due partite il brasiliano ha agito da regista decentrato per l'assenza di Pjanic (102 palloni toccati contro la Fiorentina), e ha combinato ben 70 volte con l'argentino, che soprattutto contro la Lazio si abbassava moltissimo per offrire una linea di passaggio in più. Contro il Siviglia, ha trovato la sponda preferita in Khedira (30 combinazioni), certamente più libero di inserirsi senza palla ora che, dopo l'addio di Pogba, agisce da mezzala. È proprio dal movimento incontro di Dybala che si crea lo spazio per la fuga del tedesco in occasione del gol-vittoria all'Olimpico contro la Lazio. Allo stesso modo si sviluppano le due migliori occasioni del primo tempo contro il Siviglia. Dalla parte opposta dovrebbe agire Alex Sandro, che negli ultimi 20′ in cui è stato chiamato in campo contro il Siviglia ha fornito due cross e completato 14 passaggi su 14, quasi tutti nella trequarti dell'arroccatissima difesa spagnola.

Il contributo di Khedira al gioco della Juve
Il contributo di Khedira al gioco della Juve

Contro una squadra come l'Inter che soffre i ribaltamenti veloci tornerà particolarmente utile Pjanic, per quella sveltezza di pensiero che più volte, di fronte al Sassuolo, gli ha consentito di cambiare gioco, svuotare il centrocampo, o avviare la corsa di Khedira con un tocco solo.

Come la Juve gioca per Higuain – La Juve sta costruendo un meccanismo di gioco diverso dall'anno scorso ma non per questo meno interessante. Avere un riferimento offensivo come Higuain, dalle caratteristiche diverse rispetto a Mandzukic, richiede adattamenti reciproci che si sono perfettamente visti nel secondo gol del Pipita contro il Sassuolo. Sul rilancio di Consigli, Chiellini recupera palla e Pjanic avvia un taglio dentro-fuori alle spalle del terzino che libera lo spazio per l'imbucata centrale. Higuain riceve spalle alla porta, i difensori avversari coprono il centro e l'argentino vede sulla destra la corsa di Lichtsteiner. Lo svizzero manca il primo cross e si vede respingere il secondo. I difensori emiliani guardano il pallone mentre Higuain, rimasto lontano dai radar e dall'area di rigore per tutto lo sviluppo dell'azione, riceve smarcato l'assist decisivo di Khedira.

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Sarà dunque una sfida giocata tra l'orizzontalità della nuova Inter e la letale verticalità della Juve di Allegri. Sarà un confronto di stili determinato dall'ampiezza e dalle coperture difensive. Sarà soprattutto un duello a distanza Icardi-Higuain. Uno scontro di uomini, leader, filosofie già decisivo per la stagione.

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