Inter, Guarin: “Felice di non essere andato alla Juve”. E firma il rinnovo del contratto
Tre gol nelle ultime tre partite (1 al Palermo, 2 all'Atalanta), 5 quelli segnati finora in A, mancava ancora l'acuto in Europa ed è arrivato contro il Celtic. La rete della sicurezza, che ha calato il sipario a San Siro, regalato ai nerazzurri la certezza di mettere piede negli ottavi di finale e a se stesso la firma in calce al rinnovo del contratto. "Dobbiamo riconoscere quanto di buono ha fatto e sta facendo – ha ammesso il diesse Ausilio -. Quello che conta è che presto arriveremo a un accordo. Lunedì la firma? Ci sarà un incontro, se riusciamo a chiudere va bene, ma se non arriva lunedì non vuol dire nulla". Fredy Guarin avrà ancora modo di provarci nelle prossime sfide: l'arrivo di Mancini alla guida dell'Inter gli ha restituito fiducia e soprattutto la certezza di poter essere determinante per la squadra.
Il suo nome è stato spesso inserito nella lista dei possibili partenti (sacrifici per fare cassa), fu lo stesso ‘Mancio' a chiederne l'ingaggio quand'era al timone del Galatasaray: allora la reticenza del colombiano si rivelò decisiva sulla transazione, adesso che lo ha in squadra non può che tesserne le lodi considerato il rendimento. "Conoscevo Fredy, le sue caratteristiche – ha ammesso in conferenza stampa il tecnico -. Sapevo che ci sarebbe tornato utile". E lui l'ha ripagato mostrando attaccamento alla maglia, buone prestazioni, disponibilità a mettersi al servizio della squadra, capacità di fare (finalmente) la differenza.
E pensare che è stato vicinissimo a lasciare l'Inter. La Juve lo aveva messo nel mirino, l'accordo tra i club sembrava finalmente raggiunto: la sommossa di piazza dei tifosi (che mai avrebbero tollerato la cessione ai bianconeri) fece saltare tutto. Guarin ha buona memoria, ricorda come fossero oggi quei momenti: "Sono molto contento di come sono andate le cose, di non aver accettato il cambio con Vucinic. Non è stato facile ma adesso posso dire di essere felice". Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente nerazzurro Erick Thohir: "E' cresciuto tantissimo, anche sul piano della mentalità", ha spiegato il patron indonesiano della Beneamata, "gli ho fatto i complimenti ma gli ho detto anche di non accontentarsi e di prendere esempio da Zanetti. Sono felice di non averlo ceduto alla Juventus, è uno dei leader della squadra".
Dopo tre anni con più ombre che luci il trequartista sudamericano sembra rinato e in netta crescita. "Gioco in un ruolo che mi permette d'esaltare le mie caratteristiche", ha spiegato il colombiano, "ma se sto facendo bene è anche grazie al lavoro di tutta la squadra. Il passato? Non ci penso, lo lascio alle spalle e mi concentro sul futuro. Sto vivendo un bel momento e l'unica cosa a cui voglio dedicare energie sono le sfide che ci attendono".