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Insigne e il super Napoli che comanda a San Siro

Lorenzo il Magnifico trascina i partenopei nella storia: mai prima d’oggi il Napoli aveva sbancato San Siro con un poker. Merito anche del lavoro di Sarri che sta confermando di essere tecnico capace, plasmando una squadra che ha battuto a suon di gol e bel calcio la Lazio, la Juventus e il Milan. In attesa del 18 ottobre, quando al San Paolo ci sarà la capolista Fiorentina.
A cura di Alessio Pediglieri
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Lezione di stile. Lorenzo Insigne ha deliziato per quasi 90 minuti il pubblico accorso a San Siro per godersi Milan-Napoli, ricevendo una standing ovation da parte dei tifosi al momento del cambio che Maurizio Sarri ha voluto fare per omaggiare il suo uomo migliore degli applausi di tutti. Un ragazzo ritrovato ma soprattutto un giocatore che sta crescendo a vista d'occhio capace di trascinare la squadra e di ritagliarsi gloria personale senza toglierla a nessuno. In un gruppo che non sembra avere punti deboli, convinto delle proprie qualità e che sta pian piano comprendendo le potenzialità cui può ambire. Prima la Lazio, poi la Juventus, adesso il Milan, dopo la pausa la Fiorentina: questo Napoli sembra aver cambiato pelle, volto e marcia in modo definitivo.

Super Insigne, sempre più decisivo – Due gol, un assist. Tanto gioco e qualità in campo. Ma soprattutto una squadra che lo cerca sempre. Il Lorenzo Insigne visto a San Siro è tutt'altro del giocatore che scendeva in campo con Rafa Benitez, in difficoltà nel ritagliarsi una posizione in campo e un posto da titolare in squadra, in perenne antitesi con i vari Callejon e Mertens e non ricevendo mai la piena fiducia. Che Sarri ha saputo garantirgli, permettendogli di esprimersi con continuità e addossandolo – un po' alla volta – di responsabilità sempre più grandi delle quali il ragazzo non ha sentito il peso.

Napoli ammazza grandi – Se contro il Milan è stato il protagonista assoluto è pur vero che da quando Insigne ha iniziato a far bene, tutta la squadra ha incominciato a volare. Prima con il Brugge in Europa e poi in campionato, frullando nel tritatutto la Lazio (5-0), la Juventus (2-1) e il Milan (4-0), fermandosi per respirare solamente a Carpi (0-0). Un crescendo che può ancora essere migliore se si pensa che in cartucciera Sarri ha giocatori come Higuain, Hamsik e Callejon che ancora devono arrivare al top. E se poi le scelte a centrocampo danno ragione all'ex Empoli, allora il gioco diventa ancor più semplice. Il riferimento è all'ex Udinese Allan, centrocampista preteso da Sarri e arrivato per dare qualità e quantità ad un reparto che oggi filtra davanti alla difesa, recuperando una infinità di palloni.

La cura Sarri funziona – La difesa ha ritrovato fiducia con Kulibaly e Albiol che non sbagliano un colpo, alternandosi nelle chiusure decisive mentre la linea dorsale costituita da Allan, Hamsik e Higuain funziona grazie al lavoro di Insigne, collante di lusso e qualità. Non tutto perfetto e molto migliorabile – come la spinta costante sulle fasce che è ancora altalenante – ma che proprio per questo deve incutere timore e rispetto agli avversari. Adesso dopo la pausa nel mirino c'è la Fiorentina capolista solitaria al San Paolo. E sarà la partita che dirà a tutti di che pasta sia fatta la squadra di Sarri.

Non è un caso se al momento dei cambi, il tecnico degli azzurri riceve prima l'abbraccio di Lorenzo Insigne e poi incassa anche quello del Pipita Higuain che dimostra l'unione del gruppo e dell'allenatore perfettamente allineati su ciò che si sta facendo e soprattutto su dove si vuole arrivare. Lontano, senza limiti. Ripetendo il più possibile la gara perfetta di San Siro.

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