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Inchiesta Alto Piemonte: “Possibile estorsione alla Juventus”

Negli atti dell’inchiesta c’era il sospetto dei Carabinieri di contatti fra un presunto boss della ‘ndrangheta e i vertici del club bianconero. Il tutto nell’ambito di un sistema finalizzato a ” “estorcere biglietti e ulteriori benefit che per i capi ultras rappresentano una impareggiabile occasione di profitto”
A cura di Marco Beltrami
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Si torna a parlare dell’inchiesta Alto Piemonte, quella in cui si parla di contatti tra un presunto boss della ‘ndrangheta e i vertici della società bianconera. Tra gli atti della stessa vi è un’informativa in cui i carabinieri del nucleo operativo di Torino hanno sottolineato la possibilità che ci fosse "Una ben precisa strategia criminale" per "intimidire le società sportive e, nel caso in esame, la Juventus".  Il materiale fu inviato alla procura nel settembre 2014, con gli investigatori che segnalarono "l'interessamento di individui legati alla criminalità organizzata" verso il "sistema stadio”. Il tutto finalizzato ad una possibile "estorsione ai danni della Juventus Fc”, senza parlare di connivenze tra dirigenti e malavitosi.

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La scoperta dei Carabinieri si riferiva ad un determinato sistema finalizzato a "estorcere biglietti e ulteriori benefit che per i capi ultras rappresentano una impareggiabile occasione di profitto, che può ulteriormente moltiplicarsi attraverso il reinvestimento di quei proventi in vere e proprie attività criminali". Sempre secondo i militari: “Il mondo delle tifoserie organizzate nonostante il succedersi negli anni di innumerevoli iniziative per la creazione di un ambiente sano, presenta in realtà numerosi lati oscuri in cui spesso convergono interessi economici palesemente illeciti".

L’udienza preliminare per l’inchiesta Alto Piemonte della Procura di Torino è stata fissata per il 23 marzo nel capoluogo piemontese. La Commissione Parlamentare Antimafia nei prossimi giorni ascolterà anche alcuni dirigenti bianconeri e il presidente della JuventusJuventus Agnelli. Nell’inchiesta infatti la società di corso Galileo Ferraris, è solo sfiorata in quanto, come evidenziato da La Gazzetta dello Sport, è emerso l’interesse della cosca Bellocco Pesce di Rosarno sul business del bagarinaggio dei biglietti allo Juventus Stadium. Importante sottolineare che nessun esponente della Juventus è indagato da parte della Procura di Torino.

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