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Il Tribunale di Milano dà ragione a Mediaset: bloccato Rojadirecta

L’azienda di Cologno Monzese mette a segno un altro gol contro la pirateria. I giudici hanno, infatti, ordinato ad un importante fornitore di servizio internet di chiudere l’accesso al portale pirata ad ogni loro cliente.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo le precedenti azioni di forza, intraprese dalla televisione del Biscione, il famoso portale "pirata" verrà oscurato come da recente richiesta del Tribunale di Milano. I giudici hanno, infatti, esaminato l'esposto di Mediaset e ordinato ad un importante operatore italiano di connessione internet di inibire a tutti i propri clienti l’accesso al dominio europeo di Rojadirecta: dal quale molti tifosi italiani, non abbonati a "Premium", hanno potuto vedere senza problemi le partite di Champions League e di Serie A. Una sentenza che segna un duro colpo per uno dei siti più utilizzati per vedere le partite in streaming. Portale che, nonostante la violazione del copyright e dei diritti acquistati dai vari operatori televisivi, continuava a "trasmettere" e a causare ingenti danni economici alle due principali piattaforme televisive italiane. La decisione del Tribunale di Milano era nell'aria e ha confermato quanto già deciso dall'Agcom nelle scorse settimane, che fece chiudere diversi siti pirata dietro la segnalazione delle reti televisive di Silvio Berlusconi.

Condanna durissima – La sentenza è storica e molto pesante per il portale spagnolo più famoso e cliccato d'Europa. Il cartellino rosso, che nell'home page di Rojadirecta un arbitro dalle sembianze di Pierluigi Collina mette in bella mostra, è stato ora mostrato direttamente ai gestori del sito pirata che, da oggi, avranno molte più difficoltà a raggiungere il pubblico televisivo italiano. L'ordine del Tribunale, infatti, impone non soltanto la chiusura ma anche la cancellazione di tutti i portali con nome Rojadirecta (indipendentemente dal paese dove è stato registrato) e la possibilità di raggiungere il dominio da parte di tutti gli utenti italiani. Oltre a questo, è stato messo agli atti che per ogni giorno di ritardo dell’attuazione del provvedimento ci sarà una penale di 30mila euro a carico del "provider" colpito da tale ordinanza.

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