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Il segreto di Rashford: “Mia madre mi sgrida, perché gioco a pallone in casa”

Il giovanissimo bomber dello United che ha raccolto l’eredità in campo dell’infortunato Ibra racconta i retroscena relativi alla sua vita privata che non sembra essere cambiata dopo l’exploit nel calcio che conta.
A cura di Marco Beltrami
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Marcus Rashford ha le stimmate del predestinato. Se Louis Van Gaal nella scorsa stagione ha deciso di farlo esordire in prima squadra allo United, ottenendo in cambio 8 reti in 19 presenze, José Mourinho gli ha appena concesso i gradi del vice Ibra. Dopo il gravissimo infortunio dello svedese, lo Special si è affidato al giovane bomber che ha risposto presente, sfoderando in primis una super prestazione contro il Chelsea di Antonio Conte. Sono 10 le marcature stagionali di un ragazzo che sembra avere margini di crescita notevoli e che è inevitabilmente destinato a diventare uno dei perni della nazionale inglese del futuro.

Testa a posto e umiltà. Guai però a bruciare le tappe e, come spesso accade, montarsi la testa per un giocatore che, alla luce della sua giovane età, potrebbe essere abbagliato dalle luci della ribalta. Ecco allora che se in campo i manager devono essere bravi a gestire il ragazzo, quest’ultimo anche nella vita privata non dovrà andare in contro a veri e propri stravolgimenti. Un rischio che attualmente non sembra concreto sulla base di quanto Rashford ha raccontato in una intervista al Telegraph. Nonostante la celebrità, e il salto di qualità anche dal punto di vista economico, in casa Rashford le gerarchie non sono cambiate e l’attaccante continua ad osservare le rigide regole imposte dalla mamma.

Lo stesso giocatore ha raccontato una giornata tipo, senza nascondere i rimproveri incassati proprio dalla madre per la sua irresistibile voglia di giocare a pallone, anche in casa… particolare poco gradito a sua madre.

Mia mamma continua tutt'oggi a sgridarmi – ha ammesso Rashford -. Io sono sempre stato così, giocavo a calcio ovunque: dentro casa, al parco, nei parcheggi dei negozi. Se potessi lo farei ancora, ma va da se come la cosa sia diventata più difficile. Alle volte però riesco ancora a trovare un campetto tranquillo, nonostante tutto. Continuo ad avere una voglia matta di giocare, io come i miei fratelli. Il luogo non fa differenza, che sia il giardino o l'interno della casa. Se ho spaccato qualcosa col pallone? Sì, ed è proprio per questo che mamma continua a rimproverarmi.

Forse è proprio per questo che Marcus Rashford quando entra in campo sembra avere il triplo delle energie e della voglia di correre di molti suoi compagni e avversari.

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