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Il Milan low cost che piace, diverte, vince e convince

Alex, Menez, Armero, Diego Lopez, Fernando Torres. Tutti colpi di mercato a costo zero grazie all’ennesimo gioco di prestigio di Galliani che hanno rilanciato i rossoneri, mentre Juve, Roma, Napoli e Inter han messo (pesantemente) mano al portafogli.
A cura di Alessio Pediglieri
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E' in vetta alla classifica di Serie A e guarda tutti dall'alto verso il basso il Milan di Filippo Inzaghi che ha strapazzato la Lazio a San Siro nella prima stagionale. Certo, solo 90 minuti di gioco, può accadere e accadrà di tutto ma intanto i rossoneri hanno vinto e convinto in quello che poteva essere definito il primo ostacolo di un certo livello. Con gioco, personalità, il gruppo. Come piace a Superpippo uno che lavora sull'amalgama ancor prima che sulle qualità dei singoli, perché in campo si vince e si perde in undici, mai da soli. Sorprendendo. Perché tutti avevano occhi per la Juventus o per la Roma che si fronteggiava con la Fiorentina o il Napoli inattesa del riscatto dall'uscita in Champions o l'Inter di un Mazzarri che promette fuoco e fiamme. E invece, è uscito dal mazzo il Milan, rinnovato e riaggiustato da una campagna acquisti che in rapporto a qualità/prezzo/risultati è da fiore all'occhiello.

La politica del "prima si vende (bene) e poi si compra (a parametro zero)"

Adriano Galliani da sempre ha abituato il presidente Berlusconi ad avere squadre competitive e casse piene. Prima che ci fosse la crisi che ha tarpato ali e pretese a tutti i club italiani, ancor di più oggi che bisogna fare le nozze coi fichi secchi, trovando soluzioni da ‘finanza creativa' che soddisfino i tifosi, gli sponsor, soci, dirigenti e società. Ma ancora una volta lo storico Ad rossonero ha estratto il classico coniglio dal cilindro scarno di liquidi. Il Milan ha operato – e tanto – sul mercato estivo, ribaltando la rosa a disposizione, vendendo molto e bene, acquistando tanto e benissimo. Perché contrariamente a chi ha messo mano al portafogli, il club rossonero ha speso pochissimo pur incassando. Le cessioni ci sono state, in primis quella di Mario Balotelli al Liverpool, il colpo gobbo che ha portato a casa qualcosa come  20 milioni di euro. Che sommati agli 8 milioni risparmiati per il prestito di Robinho al Santos, i 4 per la rescissione consensuale con Kakà, altri 2,5 dalla cessione di Constant al Trabznospor e altri 7-8 milioni risparmiati per i mancati riscatti di Taarabt e Silvestre fanno un bel tesoretto di circa 40 milioni di euro.

Diego Lopez, Alex, Menez, Armero, Fernando Torres. Totale spesa: zero euro

Di questi, nulla o quasi sono usciti per pagare altre società nell'ingaggio dei nuovi giocatori. Per Rami c'è stato un riscatto finale al Valencia ma per i vari Diego Lopez dal Real Madrid, Armero, dal Napoli, Niang dal Montpellier, Menez e Alex dal Paris Saint Germain e – soprattutto – per Fernando Torres dal Chelsea, Adriano Galliani è riuscito sempre a trovare la formula perfetta che si racchiude in due paroline magiche: "parametro zero", per un Milan low cost. Che piace ancor più nel momento in cui vince e convince perché ogni successo ottenuto sul campo ha il retrogusto della rivincita e della beffa delle avversarie di turno che hanno invece "investito", o meglio, speso nella speranza di rinforzarsi. Lo ha fatto la Juventus ad esempio con Morata, la Roma con Astori e Manolas, l'Inter con Osvaldo e Medel, il Napoli con De Guzman: tutte dirette concorrenti per il titolo che oggi sono alla pari (o dietro) in classifica.

Le risorse interne: Inzaghi, Honda, El Shaarawy

E se a tutto questo non si dimentica che  la politica del ‘risparmio' era iniziata proprio dallo stesso allenatore, il cerchio si chiude. Perché Inzaghi è l'emblema di questo Milan votato alla parsimonia economica, con una scelta fatta in casa ma che è anche la ‘specialità' della casa. Perché SuperPippo è garanzia di rilancio dei giocatori che erano già in rosa e che già sono in procinto di rivalutarsi. Come Honda, l'autore del primo gol rossonero, o Muntari, a segno anche lui dopo essere stato per settimane sulla margherita del cedo o non cedo. O come Stephan El Shaarawy, autentico protagonista del match contro la Lazio che è a tutti gli effetti un neo acquisto dopo un anno di stop tra infortuni e incomprensioni. Patrimonio che vale almeno 30 milioni e per il quale Galliani a gennaio resse alle sirene inglesi e spagnole. Oggi il Faraone si è ripreso il Milan e ha ritrovato la Nazionale: se non è un altro colpo da maestro dell'Amministratore Delegato rossonero, diteci voi cos'è.

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