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Il cuore di Wembley: l’Inghilterra abbraccia la Francia

In 90 mila cantano la Marsigliese. Francesi e inglesi mischiati a centrocampo si uniscono in un minuto di silenzio. Lo stadio si tinge di blu, bianco e rosso. Poi la partita. E fuori, un clima di guerra latente con militari e forze speciali a difesa di un momento di sport. Un momento di vita, contro la paura e il terrore delle bombe.
A cura di Alessio Pediglieri
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In campo si è consumata un'amichevole di tutto rispetto: Inghilterra-Francia due super potenze del calcio europeo e mondiale che si sono confrontate in una gara vera, sentita, dove nessuno ha voluto perdere. Per onorare l'evento ma in una serata così particolare per rendere omaggio a tutte le vittime degli attentati parigini, nel modo in cui il calcio sa fare al meglio: con una festa di sport. Un segnale forte, deciso, anche a suo modo rischioso visto che altrove, in Belgio e in Germania, le altre amichevoli sono state sospese per questioni di sicurezza dopo gli allarmi terroristici. Non è stata una serata normale ma non poteva esserlo. Non doveva esserlo. In campo scendeva una Nazionale che rappresentava in quel momento una Nazione intera come mai prima, colpita al cuore, ferita nell'animo, ma subito a testa alta nella sfida al terrore e alla paura.

Stato di guerra – Wembley nell'occasione era blindatissimo, racchiuso in un'area sorvegliata da forze speciali, militari e poliziotti. Uno stato di guerra latente, un dispiegamento di forze che per qualcuno sarà sembrato se non eccessivo, almeno il segnale che questa partita non si sarebbe comunque dovuta giocare. Invece, Inghilterra e Francia sono scese in campo, gli spalti dello stadio si sono riempiti fino all'inverosimile: la voglia di ripartire subito e dire ‘no' alla paura ha vinto inseguendo un pallone, sulle note della Marsigliese, in un Wembley tinto con i colori della Francia, blu, bianco e rosso.

90.000 voci per la Marsigliese – Se fuori il clima era surreale con lo stadio circondato e isolato da cordoni di militari, dentro si consumavano 90 minuti di passione, di riscatto, di festa. Senza dimenticare quanto fosse successo ma con il diritto e la volontà di gridare al mondo intero tramite il calcio che il terrorismo malgrado tutto non ha avuto la meglio. In 90.000 tutti insieme uniti a cantare l'inno della Francia. Gli inglesi abbracciano a Wembley i "rivali" transalpini dopo i terribili fatti che hanno sconvolto Parigi e l'Europa intera. In tribuna anche il Premier David Cameron e il principe William a rappresentare un'unità d'intenti non solo di facciata.

Il minuto di silenzio – Quando lo speaker annuncia: "Tutti insieme", Wembley canta "God save the Queen" inno anglosassone prima di esplodere all'unisono con la Marsigliese, l'inno di Francia. Lunghi, interminabili secondi di emozione, dolore, speranza, unità. Poi i giocatori si riuniscono a centrocampo, mischiati e si raccolgono in un ulteriore minuto di silenzio, in un attimo commovente prima dell'inizio della sfida. Che sarà vinta dall'Inghilterra. Ma questo è un particolare che per una sera si può anche dimenticare.

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