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I vizi del Boa: auto, discoteche, ‘orecchino da femmina’ come diceva Silvio

Volato in Spagna dopo il ritorno fallimentare al Milan, l’attaccante ghanese ha ricordato la sua esperienza al Milan: “Berlusconi una grande persona, Allegri e Ibrahimovic dei vincenti, Balotelli un amico”.
A cura di Alberto Pucci
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Dopo poche settimane in Spagna, Kevin Prince Boateng sembra aver ritrovato il sorriso. Merito della sua nuova squadra (il Las Palmas) e di un ambiente meno stressante di quello italiano. Intervistato dal "Pais", l'ex milanista ha ricordato i suoi primi passi verso il mondo del professionismo: "Il calcio per me era solo allegria, ma quando ho firmato il primo contratto, a 16 anni, ho iniziato a vederlo come un lavoro – ha spiegato il giocatore – Non è stato facile gestire fama e denaro, infatti spendevo i miei soldi, in auto, vestiti e discoteche, tutte stupidaggini che mi rendevano felice solo per qualche ora".

Boateng e Melissa in un servizio fotografico su GQ (fonte Instagram)
Boateng e Melissa in un servizio fotografico su GQ (fonte Instagram)

L'orecchino che non piaceva a Berlusconi

Nella lunga intervista, Boateng ha ovviamente parlato della sua avventura al Milan di Silvio Berlusconi: "Il presidente è stato una grande persona, mi ha aiutato molto negli anni in cui sono rimasto e lo porto nel mio cuore – ha continuato l'attaccante – Tutte le volte che mi vedeva mi diceva: togliti gli orecchini che sono per le donne e tagliati i capelli. Lo diceva a me, Balotelli e El Shaarawy".

Lo spogliatoio rossonero e il rapporto con Allegri

Il suo passaggio a Milano, è rimasto negli annali grazie alla vittoria dello scudetto rossonero. Un campionato giocato talmente bene che neanche il goffo ritorno della passata stagione ha potuto macchiare. Quello, ovviamente, era un altro Milan: "Dei miei ex compagni conservo ottimi ricordi – ha continuato BoatengIbrahimovic ama vincere e fa di tutto per riuscire a farlo. Mi ha impressionato e stimolato molto, non voleva perdere nemmeno in allenamento. Ho imparato la grinta da Gattuso, e da Pirlo la tranquillità. Non c’è uomo al mondo più tranquillo di lui. Al Camp Nou, durante la vigilia dei quarti di Champions, noi eravamo tutti agitati e lui sereno che beveva il suo caffè e inviava messaggi. Sereno perché, secondo lui, era solo calcio. Allegri? Lo rispetto molto perché mi ha insegnato a difendere, anche se fuori dal campo non parlavamo la stessa lingua. Il mio preferito, però, rimane Jurgen Klopp".

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