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Higuain: “Ho pianto quando ho lasciato Madrid e poi Napoli”

Alla vigilia di Juventus-Barcellona, il Pipita racconta nuovi particolari sugli addii a Real e Napoli: “Sento sempre un affetto speciale per i luoghi che devo abbandonare. Lasciare Napoli e Madrid, per me, è stato un momento molto triste”.
A cura di Marco Beltrami
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Una doppietta al Napoli, e una al Chievo. E’ questo il biglietto da visita di Gonzalo Higuain in vista della super sfida tra la Juventus e il Barcellona, in programma martedì sera allo Stadium per l’andata dei quarti di finale di Champions League. Un confronto che permetterà al Pipita di ritrovare in campo i rivali blaugrana affrontati in più di un’occasione durante la sua esperienza dal 2007 al 2013 con la maglia del Real Madrid. Aria di Clasico dunque per la punta che spera in coppa con Dybala di regalare un dispiacere al suo connazionale Messi.

Le lacrime del Pipita. In una lunga intervista concessa agli spagnoli di ‘El Mundo', il bomber trasferitosi nella scorsa estate dal Napoli alla Juventus è tornato a parlare del suo passato.  In particolare Higuain non ha nascosto i sentimenti di grande tristezza provati al momento dell’addio al Real, ma anche al Napoli: “Il calcio ti ha fatto piangere? Sì, di allegria e di tristezza. Quando sono andato via, certo. Anche a Napoli. Sento sempre un affetto speciale per i luoghi che devo abbandonare. Lasciare Napoli e Madrid, per me, è stato un momento molto triste". 

Senza rimpianti. Una tristezza che nasce dal fatto di essersi trovato molto bene e sia in Spagna che a Napoli, ma che non nasconde alcun rimpianto per il Pipita che non fa differenze: “Sono stato felice ogni anno, in ogni squadra in cui ho giocato. E lo sono ora. Sono convinto della decisione che ho preso". A tal proposito Higuain ha speso parole dolci anche per la città di Torino che finora si è dimostrata all’altezza delle aspettative. A stupire il centravanti è soprattutto l’atteggiamento dei tifosi: “E' una città che dà ciò che promette. La cosa che più ha richiamato la mia attenzione è il rispetto dei tifosi, che per strada ci cercano, ma restando coscienti che il calcio per noi è solo un lavoro".

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